Documento dall'Università degli Studi di Napoli L'orientale su umani e animali: questioni di etica. Il Pdf esplora il rapporto tra specie, l'etica animale e l'antispecismo, con riferimenti a Darwin e Bentham, per la materia di Filosofia a livello universitario.
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Il libro si configura come un contributo in questo campo d'indagine e il suo interesse risiede nel fatto di elaborare un punto di vista originale rispetto al dibattito filosofico attuale.
Un primo elemento di novità del testo di Pollo si può rintracciare già nell'impostazione stessa del problema, laddove l'autore non si preoccupa tanto di ascrivere agli esseri umani una serie di doveri nei confronti degli animali, ma piuttosto si interroga su quale sia il posto degli animali nella vita morale degli esseri umani. Come si vedrà più nel dettaglio, questo cambiamento è estremamente significativo ed è il risultato di una riflessione filosofica che, pur collocandosi all'interno della tradizione dell'etica analitica, si distingue dalle proposte normative in essa prevalenti.
Così, nel presentare i contenuti di Umani e animali, si analizzerà in particolare la sua intelaiatura teorica, al fine di considerare la proposta dal punto di vista filosofico e di sottolinearne gli elementi di novità rispetto alla letteratura esistente sul tema.
Per fare ciò, si metteranno in luce e si discuteranno tre caratteristiche di tale proposta:
Questi punti offriranno l'occasione per inquadrare un tema discusso dall'autore e che costituisce lo sfondo dell'intera riflessione, vale a dire la nozione di progresso morale. Infine si presenterà una critica a cui il testo potrebbe esporsi e si cercherà di mostrare come questa rappresenti in realtà un punto di forza della elaborazione filosofica in esso descritta.
Il volume è organizzato in sette capitoli (più l'epilogo) che possono essere raggruppati in tre parti:
Non è sbagliato affermare che gli animali sono ovunque: sono presenti anche in oggetti e pratiche che la maggioranza delle persone riterrebbe non implicarne l'uso. Uno sguardo attento, invece, ci mostra che la vita degli animali si nasconde nella maggioranza degli oggetti e delle pratiche della nostra quotidianità. Gli animali usati dagli umani e con i quali entrano in relazione non sono solo ovunque ma sono anche tanti, molti più di quanti si immagini. La loro presenza è sotto alcuni aspetti poco evidente, ma è un fatto. La vita umana, così com'è oggi, è strettamente intrecciata alle vite di molte specie animali. Gli esseri umani sono tali perché nel corso della loro evoluzione biologica e della storia hanno interagito con gli animali, mangiandoli, alleva noli, usandoli per vari scopi e intrattenendo anche relazioni affettive con essi. Quindi siamo umani grazie agli animali.
Sulla terra tutti gli esseri viventi hanno relazioni con altri organismi che non appartengono alla propria specie. Alcune di queste relazioni sono dirette e visibili, ma altre sono meno evidenti e immediate (ad esempio l'attività di fotosintesi delle specie vegetali).
L'interdipendenza delle specie viventi l'una dall'altra è un fatto e su esso si fonda la nozione di ecosistema. Nel fatto che la vita umana sia basata in così larga misura su altre specie non c'è in effetti nulla di straordinario, dal momento che questo accade per tutti i viventi.
Le relazioni umane con altre specie però hanno dei tratti peculiari ad esempio la pratica della domesticazione. Gli esseri umani, infatti, sono i soli viventi che tengono altri animali confinati e che ne modificano i caratteri per i propri scopi. Anche se sono stati trovati dei comportamenti simili in altre specie viventi, ad esempio le formiche.
La ricostruzione delle origini della domesticazione e delle sue caratteristiche ci permette di capire quanto sia profondo il legame che unisce gli esseri umani agli animali. Il tratto più evidente della domesticazione consiste nella modificazione dei tratti somatici degli animali per ottenere scopi desiderati: ad esempio una maggiore produzione di latte da parte delle bacche o comportamenti utili di un cane per governare un gregge. Questo però non è un fatto esclusivo degli esseri umani, infatti, questo sistema di mutue interazioni implica che gli organismi che sono in relazione si modifichino a vicenda e questo fatto è sintetizzato dal concetto di "coevoluzione". Le relazioni di coevoluzione possono essere di tipo agonistico o di tipo mutualistico. In una coevoluzione di tipo agonistico, ad esempio, preda e predatore possono sviluppare caratteristiche che consentono all'una di sfuggire e all'altra di catturare più efficacemente. Di diversa natura sono, invece, le coevoluzioni di tipo mutualistico dove gli individui si adattano per una reciproca convenienza, come nel caso dell'orchidea presentato da Darwin.
La coevoluzione è uno dei modi in cui la selezione naturale può operare su una specie. L'homo sapiens non fa eccezione e nella coevoluzione possiamo trovare una ragionevole ipotesi di come il processo di domesticazione degli animali abbia avuto inizio > Appare del tutto improbabile che la domesticazione degli animali abbia avuto inizio con una decisione consapevole da parte dell'uomo. E' plausibile, invece, che al principio possa esserci stata una relazione di tipo coevolutivo quindi alla radice della massiccia presenza degli animali nella vita umana non c'è stata una decisione volontaria di "sfruttare" la vita degli animali per i fini umani. E' probabile che esseri umani e animali si siano trovati a contatto casualmente e che tale contatto abbia generato, altrettanto accidentalmente, una relazione vantaggiosa per entrambe le specie.
Il caso del cane: ipotesi accreditata è che all'origine dei cani che oggi convivono con gli esseri umani si siano stati esemplari di lupo meno timorosi degli esseri umani. Questi esemplari si sarebbero tenuti in contatto con altri gruppi umani, cibandosi degli scarti alimentari allo stesso tempo gli umani ne traevano vantaggi usandoli da "sentinelle" o di aiuto nella caccia.
Il caso dei bovini: individui più docili sarebbero stati confinati in spazi chiusi e governati da esseri umani e in qualche modo foraggiati e accuditi. Per i membri del branco il prezzo da pagare era il rischio di essere abbattuti. Tuttavia, la condizione di vita era più protetta e l'abbattimento avveniva dopo uno o più cicli riproduttivi e ciò ha rappresentato un vantaggio (gli animali domestici sono venti volte gli animali selvatici).
La domesticazione di animali e piante è stata una svolta radicale nel processo di evoluzione umana. Essa è stata possibile, almeno per quanto riguarda gli animali, da facoltà che l'homo sapiens ha sviluppato nella fase precedente della sua evoluzione. Nonostante la scarsità di repertorio fossile sembra evidente che i nostri più antichi progenitori primati fossero frugivori (si alimentavano con semi, bacche e frutti). Il consumo di carne nei progenitori dell'homo sapiens si presenta più tardi nel corso della storia evolutiva: è plausibile che le prime forme di consumo di carne siano state rese possibili dallo spoglio di carcasse di animali abbattuti da altri predatori. La predazione efficace e sistematica divenne possibile solo con la svolta cognitiva che consentì la fabbricazione di utensili e armi. Oltre alle armi era necessario un lavoro di gruppo coordinato e intelligente e sono quindi necessarie facoltà cognitive che consentano una comprensione intraspecifica fra gli ominidi e una interspecifica per intuire e anticipare al meglio i comportamenti delle prede. Non tutti i nostri antenati possedevano la capacità di comprendere il comportamento animale. Coloro che ne erano dotati hanno avuto più possibilità di sopravvivenza e hanno trasmesso questa caratteristica alla progenie.
Il rapporto con gli animali si presenta in numerose declinazioni e gli intrecci fra di esse sono molteplici e significativi. In questo capitolo ci concentriamo sul modo in cui gli esseri umani hanno affrontato la questione delle relazioni con gli animali nella prospettiva dell'analisi e della riflessione filosofica. Nel corso della lunga storia del rapporto con gli animali, infatti, questi ultimi non sono stati visti solo come prede, strumenti di lavoro o figure significative dal punto di vista simbolico, ma anche come soggetti rispetto ai quali interrogarsi circa una loro eventuale appartenenza alla sfera morale. La riflessione filosofica ha preso atto del fatto che le interazioni con gli animali non sono riducibili solo a forme di utilizzo e sfruttamento, ma che gli esseri umani, guardano agli animali anche come esseri senzienti, entrando con questi in relazioni di cura, affetto, rispetto ecc. Questa riflessione ha preso varie forme nel corso della storia del pensiero e la contemporanea discussione filosofica che va sotto la denominazione di etica animale non è che l'ultimo capitolo di un percorso che getta le sue radici nel passato.
La discussione filosofica precedente al XX secolo non è schierata in modo compatta nell'escludere gli animali dalla considerazione morale. Nel corso della storia si sono succeduti in ordine sparso argomenti a sostegno tanto dell'inclusione quanto dell'esclusione.
E'il caso paradigmatico di una concezione filosofica che esclude totalmente gli animali dalla considerazione morale sulla base dell'affermazione di una netta discontinuità fra umani e