Storia economica: oggetto, metodo e le grandi rivoluzioni dell'umanità

Documento di Università sulla storia economica: l'oggetto e il metodo della storia economica. Il Pdf approfondisce le grandi rivoluzioni dell'umanità, il sistema feudale e la società di Ancien Régime, il problema degli sbocchi e il trionfo del libero scambio, con riferimenti a economisti come Adam Smith e David Ricardo, per la materia Economia.

See more

30 Pages

1
1. PREMESSA: La storia economica: l’oggetto e il metodo della storia economica.
La storia economica è la storia dei fatti e delle vicende economiche a livello individuale, aziendale o
collettivo. Oggetto di studio della storia economica sono:
Produzione di beni e servizi: si ottiene combinando insieme più fattori della produzione, ossia i fattori
naturali, il lavoro e il capitale ai quali alcuni studiosi aggiungono la capacità imprenditoriale (capacità
dell’imprenditore di combinare e organizzare i fattori).
Distribuzione di beni e servizi: consiste nella ripartizione di beni e servizi fra coloro che hanno
contribuito a produrli.
Consumo di beni e servizi: è l’utilizzazione che si fa dei beni e dei servizi prodotti. I beni possono essere
utilizzati per soddisfare i bisogni collettivi o individuali con un solo utilizzo, quindi sono detti beni di
consumo finale, con più utilizzi e quindi sono beni durevoli oppure possono essere adoperati per produrre
altri beni e/o servizi e in questo caso si parla di beni strumentali.
La produzione, la distribuzione e il consumo sono oggetto dindagine di almeno altre due discipline:
Economia Politica: studia l’attività economica per comprenderne il funzionamento ed
eventualmente tentare di giungere alla formulazione di leggi.
Politica Economica: si occupa del modo in cui i governi, con la loro azione, per raggiungere fini
prefissati, cercano di modificare la composizione, la distribuzione e il consumo della ricchezza
prodotta.
Storia Economica: studia le modalità con le quali i problemi della produzione, distribuzione e
consumo di beni e servizi sono stati effettivamente risolti in certe epoche e in determinati luoghi.
Quindi, mentre l’economista è orientato verso il futuro, lo storico, invece, è orientato verso il
passato e deve evitare la pericolosa tentazione di ipotizzare leggi valide per ogni tempo.
LE GRANDI RIVOLUZIONI NELLA STORIA DELL’UMANITA’
L’uomo nel corso della storia ha affrontato differenti rivoluzioni; le due maggiori anticipatrici della grande
rivoluzione industriale sono:
La rivoluzione cognitiva: in questa fase l’uomo ha affrontato un percorso che lo ha portato a
distinguere il pensiero di ciò che poteva vedere e toccare, dunque un pensiero concreto, al
pensiero astratto, e dunque alla formulazione di idee non riguardanti il mondo che egli poteva
ammirare. Concetti astratti, vengono in questa fase espressi attraverso i primi simboli e le prime
illustrazioni.
La rivoluzione agricola: in questa fase, invece, l’uomo passa dall’essere nomade alla vita
sedentaria. Tramite l’agricoltura si ha la formazione dei primi villaggi e di conseguenza lo sviluppo
sia delle classi sociali, sia delle religioni, politeiste e monoteiste. Nasce il concetto di proprietà
privata. Questa struttura così legata alla lavorazione della terra, permane fino al periodo
precedente la Rivoluzione Industriale, e si mostra nel suo massimo sviluppo durante il Medioevo,
tramite la struttura del Feudalesimo.
IL SISTEMA FEUDALE
Il sistema feudale si basava su rapporti personali e patrimoniali, intercorrenti fra il sovrano e i suoi vassalli e
tra i vassalli e i loro contadini.
In origine, i vassalli promettevano fedeltà al proprio signore e si obbligavano a fornirgli aiuto (militare e
finanziario) e consiglio. In cambio, il signore garantiva al vassallo la sua protezione e gli assicurava il
mantenimento mediante l’assegnazione di un feudo (estensione di terra non di sua proprietà privata). Il
sovrano poteva in qualsiasi momento revocare la concessione, specialmente in caso di tradimento o
2
infedeltà del vassallo. Con il tempo, i feudi divennero ereditari, vendibili ad altri e frazionabili in suffeudi,
che potevano essere concessi ad altri vassalli (valvassori e valvassini). I vassalli, oltre ai feudi, possedevano
anche terre di proprietà privata di cui potevano disporre a loro piacimento, gli allodii.
Le terre del feudo (curtis) erano normalmente divise in:
Riserva dominica, che il signore faceva coltivare dai suoi servi;
I mansi, che erano poderi dati in concessione ai cittadini liberi perché li lavorassero per potersi
mantenere;
Le terre comuni, ossia le terre non coltivate, riservate allo sfruttamento comunitario degli abitanti
del luogo (pascolo, raccolta della legna, semina temporanea)
Il feudatario garantiva la difesa contro i nemici con i suoi uomini armati, amministrava la giustizia,
soccorreva i contadini in caso di bisogno, costruiva e teneva funzionanti mulini, forni, frantoi e altre
strutture di cui gli abitanti del luogo si servivano a pagamento (diritti bannali).
In cambio, i contadini erano tenuti ad alcune prestazioni verso il proprio signore:
- Pagavano un censo per l’uso della terra loro affidata, prima in natura e poi anche in denaro.
- Fornivano prestazioni d’opera gratuite.
- Mettevano a disposizione, in caso di necessità, uomini armati, che seguivano il signore e i suoi cavalieri in
guerra, in qualità di fanti.
La società feudale era distinta in tre ordini:
1. ORATORES: coloro che pregavano (il clero)
2. BELLATORES: coloro che combattevano (la nobiltà)
3. LABORATORES: coloro che lavoravano (contadini e artigiani)
Tali categorie erano ritenute immutabili, in quanto fissate da Dio stesso per garantire l’assetto della società.
Cercare di modificarle, quindi, significava andare contro la volontà di Dio.
Con il tempo, il sistema feudale si era andato sfaldando a cominciare dall’Inghilterra, dove non si era mai
completamente radicato. La formazione degli Stati Nazionali e il passaggio ai funzionari regi di alcuni
compiti (difesa e amministrazione della giustizia) non giustificavano più molte prestazioni di origine feudale,
che erano perciò viste come dei soprusi.
LA SOCIETA’ DI ANCIEN REGIME
Il termine “ancien règime” (vecchio regime) entrò in uso al tempo della Rivoluzione Francese (1789) per
indicare l’organizzazione politica, economica e sociale della Francia pre-rivoluzionaria. Il termine è poi stato
applicato in generale alla società e alle istituzioni esistenti prima della Rivoluzione nei diversi paesi europei.
Nel 700, la società europea era ancora divisa in classi:
- al vertice vi erano la nobiltà e il clero;
- in mezzo vi era il ceto borghese, costituito da mercanti, banchieri, notai, medici, burocratici, ecc.;
- alla base vi era la massa dei lavoratori (contadini, artigiani, ecc.)
La nobiltà godeva di un enorme prestigio sociale ed esercitava un importante ruolo politico. In molti luoghi,
i nobili continuavano ad essere esentati dal pagamento dei tributi, amministravano la giustizia nei confronti
degli abitanti delle loro terre e spesso continuavano ad esigere prestazioni gratuite di lavoro.

Unlock the full PDF for free

Sign up to get full access to the document and start transforming it with AI.

Preview

PREMESSA: La storia economica: l'oggetto e il metodo della storia economica.

La storia economica è la storia dei fatti e delle vicende economiche a livello individuale, aziendale o collettivo. Oggetto di studio della storia economica sono:

  • Produzione di beni e servizi: si ottiene combinando insieme più fattori della produzione, ossia i fattori naturali, il lavoro e il capitale ai quali alcuni studiosi aggiungono la capacità imprenditoriale (capacità dell'imprenditore di combinare e organizzare i fattori). Distribuzione di beni e servizi: consiste nella ripartizione di beni e servizi fra coloro che hanno contribuito a produrli.
  • Consumo di beni e servizi: è l'utilizzazione che si fa dei beni e dei servizi prodotti. I beni possono essere utilizzati per soddisfare i bisogni collettivi o individuali con un solo utilizzo, quindi sono detti beni di consumo finale, con più utilizzi e quindi sono beni durevoli oppure possono essere adoperati per produrre altri beni e/o servizi e in questo caso si parla di beni strumentali.

La produzione, la distribuzione e il consumo sono oggetto d'indagine di almeno altre due discipline:

  • Economia Politica: studia l'attività economica per comprenderne il funzionamento ed eventualmente tentare di giungere alla formulazione di leggi.
  • Politica Economica: si occupa del modo in cui i governi, con la loro azione, per raggiungere fini prefissati, cercano di modificare la composizione, la distribuzione e il consumo della ricchezza prodotta.
  • Storia Economica: studia le modalità con le quali i problemi della produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi sono stati effettivamente risolti in certe epoche e in determinati luoghi. Quindi, mentre l'economista è orientato verso il futuro, lo storico, invece, è orientato verso il passato e deve evitare la pericolosa tentazione di ipotizzare leggi valide per ogni tempo.

LE GRANDI RIVOLUZIONI NELLA STORIA DELL'UMANITA'

L'uomo nel corso della storia ha affrontato differenti rivoluzioni; le due maggiori anticipatrici della grande rivoluzione industriale sono:

  • La rivoluzione cognitiva: in questa fase l'uomo ha affrontato un percorso che lo ha portato a distinguere il pensiero di ciò che poteva vedere e toccare, dunque un pensiero concreto, al pensiero astratto, e dunque alla formulazione di idee non riguardanti il mondo che egli poteva ammirare. Concetti astratti, vengono in questa fase espressi attraverso i primi simboli e le prime illustrazioni.
  • La rivoluzione agricola: in questa fase, invece, l'uomo passa dall'essere nomade alla vita sedentaria. Tramite l'agricoltura si ha la formazione dei primi villaggi e di conseguenza lo sviluppo sia delle classi sociali, sia delle religioni, politeiste e monoteiste. Nasce il concetto di proprietà privata. Questa struttura così legata alla lavorazione della terra, permane fino al periodo precedente la Rivoluzione Industriale, e si mostra nel suo massimo sviluppo durante il Medioevo, tramite la struttura del Feudalesimo.

IL SISTEMA FEUDALE

Il sistema feudale si basava su rapporti personali e patrimoniali, intercorrenti fra il sovrano e i suoi vassalli e tra i vassalli e i loro contadini. In origine, i vassalli promettevano fedeltà al proprio signore e si obbligavano a fornirgli aiuto (militare e finanziario) e consiglio. In cambio, il signore garantiva al vassallo la sua protezione e gli assicurava il mantenimento mediante l'assegnazione di un feudo (estensione di terra non di sua proprietà privata). Il sovrano poteva in qualsiasi momento revocare la concessione, specialmente in caso di tradimento o 1infedeltà del vassallo. Con il tempo, i feudi divennero ereditari, vendibili ad altri e frazionabili in suffeudi, che potevano essere concessi ad altri vassalli (valvassori e valvassini). I vassalli, oltre ai feudi, possedevano anche terre di proprietà privata di cui potevano disporre a loro piacimento, gli allodii.

Le terre del feudo (curtis) erano normalmente divise in:

  • Riserva dominica, che il signore faceva coltivare dai suoi servi;
  • I mansi, che erano poderi dati in concessione ai cittadini liberi perché li lavorassero per potersi mantenere;
  • Le terre comuni, ossia le terre non coltivate, riservate allo sfruttamento comunitario degli abitanti del luogo (pascolo, raccolta della legna, semina temporanea)

Il feudatario garantiva la difesa contro i nemici con i suoi uomini armati, amministrava la giustizia, soccorreva i contadini in caso di bisogno, costruiva e teneva funzionanti mulini, forni, frantoi e altre strutture di cui gli abitanti del luogo si servivano a pagamento (diritti bannali).

In cambio, i contadini erano tenuti ad alcune prestazioni verso il proprio signore:

  • Pagavano un censo per l'uso della terra loro affidata, prima in natura e poi anche in denaro.
  • Forivano prestazioni d'opera gratuite.
  • Mettevano a disposizione, in caso di necessità, uomini armati, che seguivano il signore e i suoi cavalieri in guerra, in qualità di fanti.

La società feudale era distinta in tre ordini:

  1. ORATORES: coloro che pregavano (il clero)
  2. BELLATORES: coloro che combattevano (la nobiltà)
  3. LABORATORES: coloro che lavoravano (contadini e artigiani)

Tali categorie erano ritenute immutabili, in quanto fissate da Dio stesso per garantire l'assetto della società. Cercare di modificarle, quindi, significava andare contro la volontà di Dio. Con il tempo, il sistema feudale si era andato sfaldando a cominciare dall'Inghilterra, dove non si era mai completamente radicato. La formazione degli Stati Nazionali e il passaggio ai funzionari regi di alcuni compiti (difesa e amministrazione della giustizia) non giustificavano più molte prestazioni di origine feudale, che erano perciò viste come dei soprusi.

LA SOCIETA' DI ANCIEN REGIME

Il termine "ancien regime" (vecchio regime) entrò in uso al tempo della Rivoluzione Francese (1789) per indicare l'organizzazione politica, economica e sociale della Francia pre-rivoluzionaria. Il termine è poi stato applicato in generale alla società e alle istituzioni esistenti prima della Rivoluzione nei diversi paesi europei. Nel 700, la società europea era ancora divisa in classi:

  • al vertice vi erano la nobiltà e il clero;
  • in mezzo vi era il ceto borghese, costituito da mercanti, banchieri, notai, medici, burocratici, ecc .;
  • alla base vi era la massa dei lavoratori (contadini, artigiani, ecc.)

La nobiltà godeva di un enorme prestigio sociale ed esercitava un importante ruolo politico. In molti luoghi, i nobili continuavano ad essere esentati dal pagamento dei tributi, amministravano la giustizia nei confronti degli abitanti delle loro terre e spesso continuavano ad esigere prestazioni gratuite di lavoro. 2Anche il clero continuava a godere di molti privilegi: era esentato dal pagamento di numerosi tributi, riscuoteva le decime per il suo mantenimento e deteneva il monopolio dell'istruzione. La borghesia si stava consolidando e assumeva caratteristiche particolari a seconda dei paesi in cui si era sviluppata. Nelle nazioni commerciali dell'Europa Occidentale (Olanda e Inghilterra) era una borghesia mercantile; nei paesi dell'Europa centrale e orientale (Prussia) era una borghesia prevalentemente composta da pubblici funzionari; in Francia era principalmente formata da appaltatori delle imposte e finanzieri. I contadini costituivano la maggioranza della popolazione, ma le loro condizioni variavano dà luogo a luogo. I contadini dell'Europa Occidentale (Inghilterra, Francia, Germania) erano ancora assoggettati a obblighi feudali, ma la loro situazione era abbastanza buona. Verso Oriente, invece, (Prussia, Boemia, Polonia, Russia), le loro condizioni tendevano a peggiorare e i vincoli feudali erano sempre più frequenti e oppressivi.

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

A partire dalla metà del 700 ebbe inizio una profonda trasformazione economica e sociale che prende il nome di Rivoluzione Industriale. Tale termine fa riferimento a profondi mutamenti strutturali dell'economia e della società, concentrati in un periodo relativamente breve. Tali trasformazioni riguardano non solo l'industria ma anche la popolazione, l'agricoltura, il commercio, i trasporti e le comunicazioni. Perciò, alcuni studiosi ritengono inadeguato il termine "rivoluzione industriale" e la definiscono una "rivoluzione economica".

La Rivoluzione è stata successivamente divisa in tre fasi distinte:

  • PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1750 - 1850): interesso innanzitutto l'Inghilterra, seguita da Francia e Stati Uniti. Essa fu caratterizzata da un insieme di innovazioni tecnologiche che riguardarono, in primo luogo, la caldaia a vapore, l'industria tessile e quella siderurgica.
  • SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1850 - 1950): interesso principalmente gli Stati Uniti, la Germania, la Russia e l'Italia e vide la modernizzazione del Giappone. Le principali attività produttive riguardarono la chimica, l'elettricità, la meccanica, l'acciaio, il petrolio, il motore a scoppio e la radio.
  • TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1950 - nostri giorni): prese avvio dopo la Seconda Guerra Mondiale e riguardò prevalentemente i Paesi che già si erano industrializzati e si sviluppò in settori come l'energia nucleare, la chimica avanzata, l'elettronica e l'informatica.

Perché la Rivoluzione Industriale si ebbe proprio in Europa?

Fu in Europa che si verificarono le condizioni più favorevoli per lo sviluppo della scienza, della tecnica e dell'iniziativa economica, ovvero:

  • La frammentazione politica europea, con tanti Stati grandi e piccoli, favorì una competizione tra di loro, dapprima nelle scoperte geografiche e poi nel campo economico. La visione del mondo degli Europei fu lo stimolo più potente allo sviluppo. Essi avevano maturato una crescente fiducia nelle capacità dell'uomo di dominare la natura e servirsene a suo vantaggio. A ciò aveva contribuito la posizione del cristianesimo sul lavoro e sul rapporto tra uomo e natura. La Riforma protestante, inoltre, aveva fornito una giustificazione all'arricchimento, considerando il successo e la ricchezza raggiunti dall'uomo laborioso un segno della benevolenza divina, poiché egli aveva seguito la vocazione a cui era stato chiamato da Dio.
  • In Europa si stava affermando una sempre maggiore uguaglianza degli individui dinanzi alla legge, definitivamente sancita dalla Rivoluzione Francese. In particolare, erano garantiti i diritti di proprietà, senza i quali non vi può essere iniziativa privata. I cittadini potevano godere della 3

Can’t find what you’re looking for?

Explore more topics in the Algor library or create your own materials with AI.