Documento dall'Università del Salento su Manuale di storia del pensiero politico, C.Galli. Il Pdf, utile per studenti universitari di Filosofia, esplora il pensiero politico dall'Umanesimo alla Riforma, con focus su Lutero e Calvino, e concetti chiave come responsabilità politica e etica sociale.
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Periodo di cambiamenti rispetto al periodo classico, si gettano le basi per un pensiero politico circa la democrazia, consideravano la politica alla base della vita del cittadino: si crea un concetto di responsabilizzazione politica (rende i cittadini partecipi delle decisioni politiche)
I GRECI1-> DEMOCRAZIA DIRETTA-> processo col quale si mettono in contatto i cittadini con le istituzioni. Difetto: esclusione dalla vita pubblica, quindi politica, delle donne, i nullatenenti e gli schiavi. Concetto di spazio pubblico politico -> AGORÀ > nasce l'importanza successiva dell'OPINIONE PUBBLICA2
Avvia un cambiamento rispetto alla politica del periodo antico perché durante il periodo medioevale3 la religione invadeva la politica, era più importante, tanto che la religione cristiano-cattolica ha gestito e governato molti spazi pubblici per tanti secoli, questo ha portato indirettamente a far assumere dagli uomini di governo delle decisioni influenzate da un pensiero religioso cristiano che vedeva l'uomo come un predestinato. Quindi la religione prevaleva sulle scelte di vita degli uomini per il concetto di predestinazione.
Con l'umanesimo questa concezione cambia: il potere temporale diventa più importante e influente >l'uomo comprende che è artefice del proprio destino, quindi vaglia tutte le scelte e anche quelle politiche. È una rivoluzione, come quella copernicana: al centro dell'universo non c'è Dio, ma la vita dell'uomo che dipende da sé stesso.
Il cambiamento è indirizzato non solo alla vita sociale, ma anche a quella politica che diventa più importante rispetto alla vita religiosa.
Questa rivoluzione dà spazio a concetti del periodo classico: sostegno della repubblica e il diritto della partecipazione politica.
Si rivoluziona il modo di concepire lo spazio-tempo -> antichità: tempo raffigurato in maniera circolare, quindi tutto aveva un inizio e finiva dove era iniziato (predestinazione) -> umanesimo -> tempo lineare, quindi noi sappiamo dove è iniziata la vita ma non sapremo dove finisce ->linea retta raffigura il nuovo concetto di PROGRESSO -> uomo artefice del suo destino.
Tutti i pensatori avranno l'obiettivo di raggiungere un periodo di pace, una forma di governo che dia tranquillità ai cittadini -> lo storico delle dottrine si interroga come superare un momento di crisi e come adottare una forma di governo migliore.
La retorica, il bello scrivere e il bel parlare, diviene il più potente mezzo di diffusione dei valori della cultura classica. La vita politica assume un valore inestimabile rispetto ad altri ideali di vita (monastico e contemplativo), furono sempre difesi il valore dell'autonomia del singolo e di quella politica della comunità.
1 Democrazia ateniese è una forma di governo che si avvicina alla perfezione 2 Nella nostra democrazia indiretta, noi abbiamo il diritto di opinione politica anche al di fuori dei luoghi legislativi, l'opinione pubblica sarà chiamata da Tocqueville "quarto potere" 3 Nell'alto medioevo dell'oscurantismbis Idoremgonearilerle Piva anche cstudoCuifiche Scaricato da Zaira Lazoi (zairalazoi@gmail.com)
Vive nella Firenze repubblicana in cui ha un ruolo corrispondente all'attuale Ministro degli Esteri. Figlio del suo tempo di trasformazione -> assiste al decadimento del sistema repubblicano, dal quale per ristabilire l'ordine si passa al sistema monarchico 1512 -> allontanato dal suo ruolo politico, scrive le sue grandi opere
Machiavelli cerca di dare una spiegazione ai cambiamenti, ma non riesce a trovarla e pensa che la logica delle cose sia insita nelle cose stesse, che gli avvenimenti siano fortuiti e che la vita si evolva non perché deve andare incontro all'uomo, anzi, esso è uno degli aspetti e degli elementi che agiscono nel cosmo e che è messo di fronte al caso: noi non possiamo cercare una causa degli avvenimenti e degli effetti. In questo, Machiavelli mette in discussione anche la visione umanista che vede l'uomo al centro dell'universo. Proprio per questa sua visione, Machiavelli passa alla storia come un FILOSOFO REALISTA e precursore della SCIENZA POLITICA, intesa come quella che esplode alla fine dell'800 e che vuole verificare con fatti oggettivi quelle che sono le reazioni umane->influenza dell'Illuminismo, della razionalità e del metodo scientifico.
Machiavelli vuole fare della politica una scienza esatta, oggettiva, appunto, realista e vuole oggettivamente constatare la realtà dei fatti, senza idealizzarla partendo dall'agire logico degli uomini; un agire che non è mosso dalla volontà o ragione umana, ma dal caso.
Machiavelli ci parla di 3 concetti:
Ovviamente, quando parla di politica, Machiavelli si riferisce alla virtù dell'uomo politico, che non può mai mancare in queste figure e se così fosse porterebbe al crollo dell'intero governo. Al contrario, la virtù può mancare negli uomini normali.
Mentre nei Discorsi sopra la prima teca di Tito Livio Machiavelli parla di libertà collettiva, che è il principio primo della repubblica; nel Principe parla di potenza e di gloria, caratteristica prima di una forma di monarchia che si rispetti.
Machiavelli vuole interpretare quello che è accaduto nella sua Firenze repubblicana e per fare questo si richiama alla NATURA DEI TEMPI, ovvero quello che accade in maniera contingente in qualche periodo, e la NATURA DEGLI UOMINI, ovvero da quali uomini vivevano in quel tempo -> il crollo della repubblica deriva perciò anche dalla debolezza degli uomini di governo di quel tempo. A questo proposito, Machiavelli parla della CORRUZIONE all'interno del governo, causa delle crisi economiche e del crollo del governo.
Il successo, quindi, è dato dall'armonia di questi due principi, che devono agire in maniera armonica: al tempo giusto ci vogliono gli uomini giusti.
Attua un metodo di osservazione spregiudicata e realistica delle cose umane, esigenza fronteggiare la fortuna con la virtù, modello della storia di Roma (segreto della formazione della virtù politica)
È l'opera che rende Machiavelli moderno, i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio sono composti da 3 libri:
studocu Scaricato da Zaira Lazoi (zairalazoi@gmail.com)
Machiavelli pensa che il sistema di governo più vicino alla perfezione sia quello di Roma, anche perché i romani sono riusciti a governare un impero vastissimo.
La finalità pratica dei Discorsi è quella di riprendere l'esperienza romana e applicarla per salvare la repubblica di Firenze, ponendo le 2 città in un triangolo con Venezia (ammira anche la forma di governo veneziana), triangolo ideale che dovrebbe riuscire a trovare una soluzione.
Egli accetta i momenti di instabilità politica poiché sono nella logica delle cose stesse, dell'agire umano - riferimento alla contingenza- ma bisogna superarli: in questi momenti sono necessarie le pluralità delle forme di governo che vanno a richiamare un principio importantissimo: GLI UMORI.
Non esiste una forma di governo migliore in assoluto, ma l'instabilità politica ci fa capire quale sia la miglior forma di governo in base agli umori, ai cambiamenti che avvengono in quel periodo storico.
Nella PLURALITÀ DI FORME DI GOVERNO IN BASE AGLI UMORI > Machiavelli richiama la visione ciclica della storia, che ci fa capire come anche le forme di governo migliori abbiano attraversato per un certo periodo dei momenti di instabilità proprio perché gli umori mutano e quindi bisogna instaurare un'altra forma di governo per ristabilire l'ordine.
Machiavelli nei discorsi parla anche della necessità di armarsi contro le guerre esterne: Machiavelli non è per le guerre offensive, ma è per quelle difensive e proprio perché è un realista, è cosciente del fatto che ogni governo ha l'obiettivo di ingrandirsi e ampliare la propria egemonia: si rende allora necessaria la preparazione alla guerra con le armi.
Rifacendosi all'antica Roma, Machiavelli ci dice che il bene politico non è basato sulla concordia, ma sul CONFLITTO, è questa una scelta filo-popolare: egli non è per il governo di pochi o di uno solo, ma è per il governo popolare, perché è nel popolo che si crea il confronto ed esso porta al conflitto, un conflitto che deve essere risolto e indirizzato dalle istituzioni. Al contrario, nel governo di pochi o uno solo, non si crea confronto e conflitto, perché i ricchi non hanno altro obiettivo all'infuori dell'arricchimento e, per questo, essi non saranno mai in disaccordo reciproco. Dunque, questa scelta filo-popolare porta al buon governo. Quest'ultima cosa a Firenze non succede, mentre a Roma fu istituito il tribunato della plebe.
Machiavelli riconosce al popolo un giudizio positivo: il popolo, a differenza dei nobili, è meno portato ad usurpare la libertà e l'uguaglianza, anzi il popolo vuole questi due elementi.
#Il politico inserito in un governo di tipo aristocratico monarchico è più portato alla corruzione, poiché la concordia in politica porta a coprire determinati fatti-> essendo tutti i ricchi accumunati dallo stesso obiettivo, essi sono più propensi alla corruzione.
Machiavelli parla anche della religione: ogni uomo ha bisogno della religione, ma deve essere ricercata e professata nell'intimità. Essa può anche avere un ruolo sociale e pubblico, e questa è la religione civile, ovvero un sentimento condiviso che porta gli uomini ad essere d'accordo sui principi fondamentali, sui diritti umani, ma questa è diversa dalla religione professata nella propria intimità.
Machiavelli pensa poi che l'interesse privato debba essere tutelato e conservato, ma non deve essere il fulcro della politica: per garantire la tutela dell'interesse privato rende attiva la partecipazione dei cittadini attraverso le milizie, cittadini-soldati, uomini che scendono in campo per salvare i propri confini, il proprio territorio, e sono spinti da un sentimento individuale, quello di proteggere il proprio paese, che, in qualche modo, è pur sempre fare i propri interessi. Per questo, Machiavelli non vuole un esercito addestrato ed esterno, che combatte esclusivamente per il denaro e la ricchezza, quindi è corruttibile.
Machiavelli riprende nella Repubblica il concetto di ETHOS PUBBLICO e si rende conto che proprio rendere il cittadino attivamente partecipe, così come erano i romani, rimanda a questo concetto.
Le forme politiche che per Machiavelli si succedono hanno una necessità logica e storica che però non vedono mai gli uomini come protagonisti, ma egli è inserito nel contesto delle cose (questa ciclicità viene interrotta dal caso). Ecco perché la forma migliore di governo è il governo misto, che va a coincidere con tutte le forme di Scaricato da Zaira Lazoi (zairalazoi@gmail.com)