Schemi sui complementi della grammatica italiana e la loro analisi logica. I Riassunti, adatti per la scuola superiore e la materia Lingue, offrono una panoramica chiara e concisa sull'attributo, l'apposizione, il complemento di specificazione, di termine e d'agente, con esempi pratici per l'analisi logica.
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L'attributo è un aggettivo (di qualunque tipo) che si aggiunge a un n ne o un pronome per attribuirgli ina caratteristica, una qualità, ur eterminazione: un pavimento lucido esta casa alcuni libri Possono avere funzione di attributo anche altre parti del disco usate con aggettivi:
L'attributo non ha mai una funzione sintattica autonoma, ma è sempre espansione di un nome o un pronome che nella frase ha funzione di: - soggetto: La Torre pendente / si trova / a Pisa; - nome del predicato: La diretta una persona disponibile; - apposizione: Manzoni, / il famoso scrittore, / nacque / a Milano / nel 1785; - complemento: Ho comperato / una maglietta rossa
. Poiché l'attributo è strettamente legato al agma a a cul appartiene, nell'analisi puoi tenerli uniti, segnalando però la presenza dell'a ttribu to tra parentesi e specificando la sua presenza nell' alisi dell'elemento a cui si riferisce: La Torre pendente / si trova / a Pisa + La Torre (pendente) = sogg. + attributo. · Non sempre un aggettivo ha funzione di attributo; quando si unisce al nome attraverso un verbo può avere funzione di: - nome del predicato: Il libro è interessante (> UdA 13, scheda B); - complemento predicativo: Il libro sembra interessante ( UdA 13, scheda 9 e UdA 14, scheda 5).2
L'apposizione è un nome che si aggiunge a un nome o a un pronome per definirlo più preci- samente: Ingegner Rossi Roma, capitale d'Italia Come l'attributo, anche l'apposizione non ha funzione sintattica autonoma, ma è sempre espansione di un altro elemento nominale che può avere funzione di: - soggetto: La zin Giulia / canta / In un coro; - nome del predicato: La solista / del coro / è Giulia, la sorella / di mio padre; - complemento: Verrò / con mia zia Giulia L'apposizione può essere: · semplice, quando è costituita solo da un nome, eventualmente accompagnato dal suo ar- ticolo: la zia Giulia; · composta, quando è costituita da un nome accompagnato da uno o più attributi oppure da un complemento: mio zin Giulia; Giulia, la sorella di mio padre. L'apposizione ha una posizione mobile rispetto al nome a cui si riferisce: - può precedere il nome a cui si riferisce ed essere strettamente collegata a questo, senza segni di punteggiatura: la zia Giulia; il dottor Giovanni Santoro; il gatto Silvestro; - può seguire il nome a cui si riferisce ed essere separata dal nome da una virgola: in questi casi, in genere, è un'apposizione composta: Sono andata da Jacques, un parrucchiere fran- cese. A volte, tuttavia, anche le apposizioni composte possono trovarsi prima del nome, sempre se parate da una virgola: Parrucchiere di origine francese. Jacques ha moltissime clienti.
Quando l'apposizione è composta, è possibile evidenziare inizialmente tutto il gruppo dell'apposizione, ma poi è necessario scomporlo nei singoli elementi che lo costitul- scono. La solista / del coro / è Giulia, In sorella / di mio padre. - la sorella = apposizione apposizione composta - di mio padre - complemento [di specificazione] + attributo3
I complementi sono espansioni che si aggiungono al soggetto, al predicato o a un altro ele- mento della frase (attributo, apposizione o altro complemento) per completarne o arricchirne e precisarne il significato: Il papà soggetto di Maria le ha regalato predicato una felpa di marca. complemento complemento complemento completa il soggetto completa il predicato completa il predicato complemento completa un complemento Possiamo distinguere tre grandi gruppi di complementi, in base alla loro forma: · complementi diretti, cioè nomi (preceduti o meno dall'articolo) o pronomi non introdot- ti da preposizioni, che quindi si collegano direttamente al verbo: Hai sentito la notizia ?; Ho visto mia sorella. Il più importante complemento diretto è il complemento oggetto; · complementi indiretti, cioè nomi o pronomi che si collegano all'elemento da cui dipen- dono quasi sempre tramite preposizioni o locuzioni preposizionali: Vado con mia sorella; · complementi avverbiali, cioè avverbi o locuzioni avverbiali: Torno domani,
Fanno parte del gruppo del complementi indiretti anche i pronomi atoni (mi, ri, gli, le, ci, vi, si, ne) e quei complementi senza preposizione che però appartengono a un gruppo di significato che normalmente la prevede: per esempio, il complemento di tempo normalmente prevede la preposizione (Tornerà alle tre), ma può anche farne a meno (Tornerà domani).
Per riconoscere correttamente la funzione del complementi è necessario riflettere sul loro si- gnificato. Osserviamo queste due frasi: Non ho risposto a quelle parole. A quelle parole, me ne sono andato. L'espressione a quelle parole è identica, ma nella prima frase la preposizione a introduce il termine su cui ricade l'azione del rispondere; nella seconda, invece, introduce la causa dell'a- zione dell'andarsene. Nella tradizione grammaticale italiana, il numero di complementi è elevatissimo e molti com- plementi di significato simile vengono classificati con nomi diversi: Parto da Roma, c. di moto da luogo, ma Mi allontano da casa, c. di allontanamento, Questo è dovuto al fatto che la classificazione del complementi è nata per insegnare a tradurre i testi classici dal latino all'italiano (e viceversa]. In quel caso distinzioni come quelle che abbia- mo appena visto erano necessarie, perché questi sintagmi in latino si esprimono con desinenze e preposizioni diverse. In italiano, invece, sarebbe più ragionevole ridurre le distinzioni. Per questo motivo abbiamo deciso di illustrare in dettaglio solo i complementi che riteniamo "fon- damentali", cioè di chiara e sicura riconoscibilità: il complemento oggetto, i complementi pre- dicativi del soggetto e dell'oggetto, i complementi d'agente, di specificazione, partitivo, di para- gone, di termine, di luogo, di tempo, di causa, di fine, di mezzo, di modo, di compagnia. Tutti gli altri complementi vengono presentati in una tabella riassuntiva (» Scheda 14), ma a nostro avviso è sufficiente classificarli come complementi indiretti senza distinguerli ulteriormente. Per la stessa esigenza di semplificazione, abbiamo usato un nome unico per quei complementi che tradizionalmente distinguono tra animato e inanimato (per esempio il complemento d'a- gente e di causa efficiente), ma sono di fatto il medesimo complemento.4
Risponde alle domande: Chi? Che cosa? Il complemento oggetto indica la persona, l'an le o la cosa su cui ricade direttamente, cioè senza preposizioni, l'azione espressa dal predicato. È il complemento diretto più impor- tante e più usato. La mamma ha chiamato (chi?) + Daniele. Daniele mangia (che cosa?) + un panino. Si trova solo in dipendenza da verbi transitivi attivi, che spesso hanno bisogno del comple- mento oggetto per completare il loro significato, ed è espresso da un nome (o un'altra parte del discorso sostantivata) oppure da un pronome: Andrea prende l'autobus: Osservo l'azzurm del cielo; Il professore ha chiamato te.
· Il complemento oggetto può essere preceduto dall'articolo partitivo: Ho invitato a cena degli amici (- alcuni amici). · Talvolta un verbo intransitivo regge un nome che ha la stessa radice o almeno appartiene alla stessa area di significato del verbo: in questi casi (abbastanza rari) parliamo di comple- mento dell'oggetto interno: vivere una vita serena; dormire un sonno profondo. Normalmente il complemento oggetto si trova dopo il verbo, posizione che permette di di- stinguerlo dal soggetto, di solito collocato prima: Filippo (soggetto) saluta Francesco (c. oggetto), L'ordine può cambiare, specie nel parlato, quando la persona e il numero consentono di distin- guere soggetto e oggetto, oppure per esigenze espressive: I ragazzi hanno voluto un gelato oppure Un gelato, hanno voluto i ragazzi (per esempio, se si vuole mettere in evidenza che i ragazzi hanno voluto il gelato e non un panino o un frutto).Fanno eccezione i pronomi personali atoni, che normalmente precedono il verbo: Carl critica: Quello ri guarda; Lo vedi? Questi stessi pronomi, però, si fondono con il verbo (in coda) nei modi imperativo, infinito, gerundio e participio passato: guardami !; devi guardarmi !: guardandomi; guardatolo.
Le de ide Chi? Che cosa? vanno fatte solo dopo che si è individuato il sog. getto della frase. Vediamo due esempi. Nella frase Ho visto Marta, la domanda Chi? Che cosa? inc idua effettivamente il complemento oggetto, Marta. Il soggetto è to, sottinteso, ricavabile d re licato d prima persona ho visto Nella frase È arrivata Marta, invece, la domanda Chi? Che cosa? non individuerebbe il comple- ento oggetto che può dipendere solo da un verbo transitivo attivo (mentre arrivare è intran- ivo): Marta infatti è il soggetto che concorda in persona, numero e genere (terza singolare, 5 femminile) con il predicato.5
I complementi predicativi sono nomi o aggettivi che si riferiscono al soggetto (complemento predicativo del soggetto) o all'oggetto (complemento predicativo dell'oggetto), ma dipendono dal verbo e ne completano il significato: soggetto compl. ogg Marco è nato fortanato. Abbiamo eletto Rossi sindaco del paese. compl predicativo del soggetto compl predicativo dell'oggetto Quando il complemento predicativo è un nome (o un aggettivo sostantivato), può anche esse- re preceduto dalle preposizioni da, per, in, come o da locuzioni preposizionali come in qualità di, in veste di, in quanto: Ho agito da incosciente. Li hanno prest per sobillatori. Claudia è stata assunta come interprete. Il sindaco ha parlato in veste di semplice cittadino, · Il complemento predicativo del soggetto è il completamento necessario di verbi con fun- zione copulativa ( UdA 13, scheda 9): - verbi intransitivi attivi come sembrare, parere, diventare, risultare: Giorgio sembra un lord inglese, Questo libro è risultato il preferito degli studenti. - verbi appellativi (essere chiamato / denominato / soprannominato ecc.), elettivi (essere eletto / nominato / dichiarato ecc.), estimativi (essere ritenuto / considerato / giudicato ecc.) usati alla forma passiva: Il pittore Jacopo Robusti fu chiamato Tintoretto. Il dottor Guidi è stato nominato prefetto. Cristiano Ronaldo è ritenuto da molti il miglior attaccante della storia del calcio. Inoltre il predicativo del soggetto si può trovare anche con verbi intransitivi come crescere, vivere, stare, nascere, morire e altri: Il bambino cresceva sano Il soldato avanzava cauto. Quell'uomo vive sereno Manifestiamo solidali con la vostra causa · Il complemento predicativo dell'oggetto: - è il completamento necessario di verbi appellativi, elettivi ed estimativi usati alla forma attiva: I veneziani soprannominarono il pittore Jacopo Robusti Tintoretto; - può completare anche altri verbi transitivi attivi che abbiano il complemento oggetto espresso: Vedo Maria contenta.
Quando il complemento predicativo è costituito da un aggettivo, per evitare di confonderlo con un attributo bisogna prestare attenzione all'elemento da cui dipende: solo se è retto da un verbo, infatti, è un complemento predicativo Il gruppo procedeva silenzioso. + silenzioso dipende dal verbo procedevo (come proce- deva il gruppo?] - c. predicativo del soggetto Il gruppo silenzioso procedeva nel bosco. + silenzioso si riferisce a gruppo (com'era il gruppo?) · attributo del soggetto La commissione ritiene la tua test interessante. * Interessante dipende dal verbo ritiene (come si ritiene la tesi?] - c. predicativo dell'oggetto La commissione ha letto la tua tesi Interessante. + interessante si riferisce a tesi (com'è la tesi?) - attributo del c. oggetto