Documento dall'Università degli Studi di Pavia su Economia e Mondo del Lavoro: Un'introduzione. Il Pdf esplora l'economia e il mercato del lavoro contemporaneo, analizzando innovazione, occupazioni, professioni e disuguaglianze di genere, con dati e grafici per studenti universitari di Economia.
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Corso di Laurea in "Comunicazione, Innovazione, Multimedialità"
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Michele Rostan
Dispensa per il corso di Società, Economia e Comunicazione
Anno accademico 2024/2025
In copertina: la possibile contrapposizione tra il "vecchio" mondo del lavoro raffigurato nel celebre
film di Charlie Chaplin "Tempi moderni" (1936) e il "nuovo" mondo del lavoro rappresentato dal
World Wide Web.
Il lavoro nel mondo della comunicazione rappresenta lo sbocco professionale del corso di studi in
"Comunicazione, Innovazione, Multimedialità". L'ingresso nel mondo del lavoro è un passaggio
importante nel processo di socializzazione individuale. Per alcuni studenti e alcune studentesse del
corso di "Società, Economia e Comunicazione" questo passaggio è già avvenuto mentre per altri
avverrà nei prossimi anni. Per tutti - o almeno per molti - il lavoro è anche un elemento, più o meno
importante, della propria identità. Spesso, alla domanda "chi sei?" rispondiamo facendo riferimento
al lavoro che facciamo. Per questo è importante che un modulo del corso sia dedicato al lavoro.
D'altra parte, per capire che cosa sia il lavoro e come si trasformi è necessario sapere qualcosa anche
dell'economia. Di conseguenza, questa dispensa intende fornire un'introduzione allo studio
dell'economia e del mondo del lavoro.
La dispensa è divisa in sette brevi capitoli dedicati ai concetti di economia, innovazione, lavoro,
mercato del lavoro, occupazione e professione, e a due temi, quello delle disuguaglianze di genere
nel mondo del lavoro e quello delle trasformazioni del lavoro indotte dalla tecnologia, dalla
concorrenza e dalla globalizzazione. Oltre a concetti e definizioni, la dispensa offre pure dati,
evidenze empiriche e risultati di ricerca e richiama l'attenzione degli studenti sulle fonti delle
informazioni che sono necessarie per studiare il mondo economico e del lavoro. L'elenco dei
riferimenti bibliografici posto alla fine del testo non indica soltanto le fonti utilizzate per scrivere la
dispensa ma anche un invito alla lettura rivolto agli studenti. La dispensa si chiude con un'Appendice
dedicata ad alcuni strumenti di base della conoscenza scientifica.
L'economia è un'attività diretta a esercitare in modo pacifico il controllo su oggetti (beni) o su
comportamenti umani (servizi) utilizzabili per raggiungere diversi scopi. È possibile esercitare questo
controllo in due modi: 1) attraverso la produzione; 2) attraverso lo scambio.
La produzione è la trasformazione di beni e di servizi che sono a disposizione di un soggetto
economico in altri beni o servizi. Essa non è sempre stata un'attività caratteristica dell'umanità. In
1un primo tempo, infatti, per sopravvivere, uomini e donne - attraverso un'attività di caccia e di
raccolta - traggono dalla natura ciò che essa offre loro e lo consumano direttamente. Ciò significa
che le società di cacciatori e raccoglitori non sono impegnate in una vera e propria attività
produttiva. I loro membri catturano animali selvatici e colgono i frutti che crescono
spontaneamente. L'umanità, dunque, si procura i mezzi necessari alla sussistenza attraverso
un'attività predatoria. Il lavoro umano non restituisce alla natura i beni che le ha sottratto. È la
natura che provvede a ricostituire ciò che è stato consumato dall'uomo. Le risorse consumate sono
rinnovate senza l'intervento dell'uomo. In seguito, il rapporto con la natura cambia. L'umanità non
si limita più a trarre direttamente dalla natura ciò che essa spontaneamente le offre ma incomincia
a modificare la natura intervenendo direttamente e intenzionalmente nei suoi processi. Ciò accade
quando uomini e donne incominciano a coltivare, cioè a trasformare le risorse naturali in altre
risorse utili a sopravvivere. Con le prime coltivazioni, cambia il rapporto con la natura, cambia il
modo di procurarsi i mezzi di sussistenza, e cambia il tipo di lavoro in cui uomini e donne sono
impegnati, nasce il lavoro produttivo. Questi cambiamenti - che segnano l'origine della produzione
- avvengono circa tra il 10.000 e il 6.000 a.C. e sono chiamati Rivoluzione o Transizione neolitica
(Ammerman e Cavalli-Sforza, 1986; Childe, 1958).
In astratto, possiamo immaginare che la coltivazione - come ogni altra forma di produzione - possa
essere realizzata impiegando il lavoro di un singolo individuo. Ammesso che disponga degli
strumenti necessari, anche un singolo individuo può impegnarsi nella produzione, come Robinson
Crusoe nella sua isola deserta. Nella maggior parte dei casi, però, il lavoro di un singolo individuo
non è sufficiente e la produzione richiede la cooperazione di più individui. Cooperare, infatti,
significa operare insieme ad altri per raggiungere un fine comune. Affinché più individui operino
insieme per raggiungere un fine comune è, però, necessario che essi siano organizzati. Organizzare,
infatti, significa stabilire relazioni durevoli tra un insieme di persone e di cose in modo che siano in
grado di raggiungere un determinato scopo (Gallino, 1983, pp. 488-489). Organizzare è, dunque,
un'attività. L'entità concreta che risulta da questa attività si chiama organizzazione. Se
l'organizzazione ha come scopo quello di esercitare un controllo su determinate risorse, p. es.
attraverso la produzione, allora è un'organizzazione economica. Possiamo concludere che se un
singolo soggetto economico non ha a sua disposizione i mezzi sufficienti alla produzione può
associarsi ad altri soggetti che detengono il potere di disposizione su altri beni (p. es. degli strumenti)
2e su altri servizi (p. es. il lavoro) formando un'organizzazione economica; p. es. un gruppo di caccia
oppure un'impresa industriale moderna.
Nella maggior parte dei casi, la produzione avviene grazie all'attività di organizzazioni economiche.
Siccome la produzione richiede lavoro per essere realizzata, uno dei principali aspetti delle
organizzazioni economiche è l'organizzazione del lavoro. Per organizzazione del lavoro si intende:
1) la suddivisione del lavoro necessario per ottenere un determinato scopo produttivo in diversi
compiti; 2) l'attribuzione dei compiti così suddivisi a diverse persone; 3) il coordinamento tra i
compiti e le persone a cui sono attribuiti (Gallino, 1983, p. 413). Attenzione! Quando ci riferiamo al
lavoro produttivo, al lavoro che deve essere organizzato in modo da poter realizzare la produzione,
è utile distinguere tra il lavoro socialmente necessario ad assicurare all'intera società i mezzi di
sussistenza e il lavoro necessario a realizzare la produzione all'interno di una singola organizzazione
economica.
Il lavoro necessario ad assicurare a una società i mezzi di sussistenza può essere suddiviso in diversi
compiti che sono attribuiti ciascuno a una diversa organizzazione economica. All'interno dell'intera
economia, quindi, più organizzazioni economiche cooperano tra loro al fine di assicurare la
produzione dei beni e dei servizi necessari a soddisfare il fabbisogno di un'intera società. Questa
forma di cooperazione si chiama divisione sociale del lavoro e riguarda la suddivisione del lavoro
necessario ad assicurare i mezzi di sussistenza a un'intera società tra organizzazioni economiche
ciascuna impegnata nella produzione di un bene o di un insieme abbastanza omogeneo di beni
(Cavalli e Tabboni, 1981, p. 10). La suddivisione dell'economia in tre grandi settori - l'agricoltura,
l'industria e i servizi - è un modo di rappresentare la divisione sociale del lavoro esistente in una
certa società. La classificazione delle attività economiche utilizzata nei censimenti e in altre indagini
è un altro modo di rappresentare la divisione sociale del lavoro.
A sua volta, il lavoro necessario a produrre in una singola organizzazione può essere suddiviso in
singoli compiti, affidati a diversi lavoratori che cooperano tra loro. Questa seconda forma di
cooperazione si chiama divisione organizzativa del lavoro e riguarda la suddivisione dei compiti
necessari a produrre un bene e la loro attribuzione a diversi lavoratori all'interno di una singola
organizzazione.
Il fatto che la produzione possa richiedere la cooperazione di più individui che lavorano insieme per
raggiungere uno scopo comune mette in luce il carattere sociale della produzione.
3Il lavoro produttivo, infatti, non solo è un'attività che pone gli esseri umani in rapporto con la natura,
ma è anche un'attività che pone il singolo essere umano in rapporto con altri esseri umani. Questo
è un fatto importantissimo perché mostra la doppia natura della produzione: una natura tecnica, la
trasformazione, e una natura sociale, un processo che mette in relazioni gli esseri umani. È
importante sottolineare che la distinzione tra aspetto tecnico e aspetto sociale della produzione è
analitica; in una concreta organizzazione economica di produzione i due aspetti sono strettamente
intrecciati.
Gli strumenti e i procedimenti della produzione possono essere designati con un unico termine,
quello di "tecnica" (Gallino, 1983, p. 712). Questo termine, infatti, si riferisce sia agli strumenti usati
da una certa popolazione per conseguire uno scopo produttivo (p. es. un utensile come l'aratro o
una macchina come il telaio) sia ai modi di procedere usati per produrre (p. es. l'artigianato o la
manifattura). Quando utilizziamo il termine "tecnica" o "tecniche" dobbiamo tener conto che le
tecniche non sono limitate alla sfera della produzione. In senso più ampio, la tecnica è qualsiasi
insieme di norme e di modi di procedere elaborato per svolgere una data attività manuale o
intellettuale. Esistono, quindi, tecniche per svolgere una rito religioso, per suonare uno strumento
musicale, per memorizzare una poesia. Un'altra cosa importante di cui tener conto è che per avere
un rilievo sociologico, le tecniche devono possedere alcune caratteristiche. Esse, infatti, devono: a)
essere riconosciute da una collettività ed essere utilizzate da molti; b) essere più o meno codificate,
cioè essere più o meno raggruppate secondo un ordine sistematico; c) essere utilizzate in modo
ricorrente; d) essere trasmissibili ed essere trasmesse attraverso l'apprendimento.
Il secondo modo attraverso il quale si giunge a controllare determinate risorse è lo scambio. Lo
scambio consiste nell'offerta di determinati beni o servizi in cambio di altri beni o servizi offerti da
altri. Si possono scambiare beni o servizi contro altri beni o servizi (si ha così il baratto) oppure - se
nell'economia è introdotta la moneta - si possono scambiare beni o servizi contro denaro. È bene
sottolineare che perché lo scambio sia possibile, è necessaria la formazione di eccedenze; si scambia
ciò che eccede il proprio consumo.
Una volta acquisito il potere di disporre di determinati beni o servizi si hanno di fronte quattro
possibilità: 1) investire tali risorse in una nuova produzione; 2) scambiare nuovamente tali risorse
con altre; 3) destinare tali risorse a soddisfare dei bisogni; si può, cioè, consumare tali risorse; 4)
trasferire le risorse disponibili nel tempo per renderle nuovamente utilizzabili in futuro; in questo
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