Sorelle e fratelli nella disabilità: approccio inclusivo e comunicazione della diagnosi

Documento dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca su sorelle e fratelli nella disabilità. Il Pdf esplora la pedagogia speciale e le sue implicazioni nel contesto educativo, focalizzandosi sulla comunicazione della diagnosi e l'inclusione, utile per lo studio della Psicologia a livello universitario.

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Sorelle e fratelli nella disabilita
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Sorelle e fratelli nella disabilità.
Dimensioni esistenziali e scenari educativi.
Alessia Cinotti
Parte prima un approccio teorico.
Capitolo 1 – la pedagogia speciale.
1 - Un chiarimento sul termine “speciale”.
A partire dal 1990 il dibattito politico e scientifico sostiene e promuove un concetto di inclusione in cui
accesso all'istruzione e partecipazione di tutti sono considerati priorità per lo sviluppo di una società equa e
inclusiva. L’UNESCO Dal 2000 raccomanda di sostituire la parola bisogni educativi speciali con educazione
per tutti, in quanto abbinare alla parola bisogni l'aggettivo speciale crea un duplice cortocircuito
terminologico. Il soggetto viene etichettato e ridotto al suo bisogno speciale, inoltre si crea la falsa
convinzione che sia possibile tracciare una linea rispetto ai bisogni suddividendoli tra normali e speciali. Ciò
che definiamo speciale esiste solamente nel confronto con qualcosa che si ritiene normale, è un evento che
esce dall'ordinario. In ambito educativo quando si associa a questa etichetta a una persona al senso non è
positivo. L'alunno speciale è tale perché è meno capace rispetto ai suoi coetanei normali.
Appare particolarmente appropriata all'espressione che invita a utilizzare la terminologia ostacoli
all'apprendimento e alla partecipazione in sostituzione a bisogni educativi speciali. Una scuola inclusiva è
una scuola che dovrebbe essere in grado di accogliere tutti e di leggere nelle difficoltà di apprendimento
degli alunni una sfida verso un cambiamento per provare a superare gli ostacoli che l'ambiente stesso pone.
Armstrong e Barton affermano che un alunno con disabilità complesse non è speciale ma è un alunno che
prova a costruire il proprio percorso di apprendimento in un contesto difficile e ostacolante. Florian afferma
che l'approccio inclusivo si basa su un cambiamento del pensiero pedagogico che si dovrebbe allontanare
dagli approcci convenzionali.
L'inclusione mira a trasformare la tradizionale prospettiva educativa in una risposta ordinaria ai bisogni di
tutti. È un approccio che si orienta verso la costruzione di un ambiente educativo che accoglie tutti che
intende dare a tutti l'opportunità di apprendere e partecipare. La pedagogia speciale chiamata a seguire la
strada dell'inclusione secondo un approccio che sappia: guardare alla globalità delle sfere educative sociali
e politiche, intervenire prima sui contesti e poi sull’individuo, trasformare la risposta specialistica in
ordinaria, rifarsi al costrutto empowerment, il quale mette al centro di tutti i processi decisionali il disabile
stesso e i suoi familiari. Per promuovere inclusione è prioritario porre anche un'attenzione al lessico
attraverso un vocabolario che sia portatore di una visione culturale che dia impulso a processi inclusivi di
qualità. Il compito che oggi attende la pedagogia speciale consiste nel tradurre all'interno di una
prospettiva dell'inclusione le tecniche, le scelte e gli strumenti che sono già stati sperimentati e che
pertanto vanno adattati, riformulati e a volte anche abbandonati. Nell'educazione devono esserci delle
risposte adeguate alle differenze derivate dai deficit. Occorre proseguire nella realizzazione di risposte
rivolte alle persone con disabilità, tenendo conto dei loro diritti e delle loro specifiche esigenze. occorre
inoltre favorire l'inclusione delle persone con disabilità incoraggiando politiche di mainstreaming.
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Sorelle e fratelli nella disabilità

Clinica della formazione (Università degli Studi di Milano-Bicocca) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Marta Marulli (m.marulli@campus.unimib.it)Sorelle e fratelli nella disabilità. Dimensioni esistenziali e scenari educativi. Alessia Cinotti

Parte prima - un approccio teorico

Capitolo 1 - la pedagogia speciale

1 - Un chiarimento sul termine "speciale"

A partire dal 1990 il dibattito politico e scientifico sostiene e promuove un concetto di inclusione in cui accesso all'istruzione e partecipazione di tutti sono considerati priorità per lo sviluppo di una società equa e inclusiva. L'UNESCO Dal 2000 raccomanda di sostituire la parola bisogni educativi speciali con educazione per tutti,in quanto abbinare alla parola bisogni l'aggettivo speciale crea un duplice cortocircuito terminologico. Il soggetto viene etichettato e ridotto al suo bisogno speciale, inoltre si crea la falsa convinzione che sia possibile tracciare una linea rispetto ai bisogni suddividendoli tra normali e speciali. Ciò che definiamo speciale esiste solamente nel confronto con qualcosa che si ritiene normale, è un evento che esce dall'ordinario. In ambito educativo quando si associa a questa etichetta a una persona al senso non è positivo. L'alunno speciale è tale perché è meno capace rispetto ai suoi coetanei normali. Appare particolarmente appropriata all'espressione che invita a utilizzare la terminologia ostacoli all'apprendimento e alla partecipazione in sostituzione a bisogni educativi speciali. Una scuola inclusiva è una scuola che dovrebbe essere in grado di accogliere tutti e di leggere nelle difficoltà di apprendimento degli alunni una sfida verso un cambiamento per provare a superare gli ostacoli che l'ambiente stesso pone. Armstrong e Barton affermano che un alunno con disabilità complesse non è speciale ma è un alunno che prova a costruire il proprio percorso di apprendimento in un contesto difficile e ostacolante. Florian afferma che l'approccio inclusivo si basa su un cambiamento del pensiero pedagogico che si dovrebbe allontanare dagli approcci convenzionali. L'inclusione mira a trasformare la tradizionale prospettiva educativa in una risposta ordinaria ai bisogni di tutti. È un approccio che si orienta verso la costruzione di un ambiente educativo che accoglie tutti che intende dare a tutti l'opportunità di apprendere e partecipare. La pedagogia speciale chiamata a seguire la strada dell'inclusione secondo un approccio che sappia: guardare alla globalità delle sfere educative sociali e politiche, intervenire prima sui contesti e poi sull'individuo, trasformare la risposta specialistica in ordinaria, rifarsi al costrutto empowerment, ilquale mette al centro di tutti i processi decisionali il disabile stesso e i suoi familiari.Per promuovere inclusione è prioritario porre anche un'attenzione al lessico attraverso un vocabolario che sia portatore di una visione culturale che dia impulsoa processi inclusivi di qualità. Il compito che oggi attende la pedagogia speciale consiste nel tradurre all'interno di una prospettiva dell'inclusione le tecniche, le scelte e gli strumenti che sono già stati sperimentati e che pertanto vanno adattati, riformulati e a volte anche abbandonati. Nell'educazione devono esserci delle risposte adeguate alle differenze derivate dai deficit. Occorre proseguire nella realizzazione di risposte rivolte alle persone con disabilità, tenendo conto dei loro diritti e delle loro specifiche esigenze. occorre inoltre favorire l'inclusione delle persone con disabilità incoraggiando politiche di mainstreaming. This document is available On Pag. 1 d studocu Scaricato da Marta Marulli (m.marulli@campus.unimib.it)l'approccio dei duebinari richiede un'attenzione entrambi i binari che devono essere intrapresi simultaneamente in modo coordinato. Tale approccio prende in considerazione tutto l'ambiente circostante la persona con disabilità. Il primo binario ha l'obiettivo di non perdere di vista i diritti fondamentali della persona con disabilità, mentre il secondo binario mira alla sensibilizzazione e alla riorganizzazione del piano comunitario. La disabilità non andrebbe più vista come un bisogno speciale ma come una questione che chiama in causa le caratteristiche contestuali che possono essere facilitanti o ostacolanti. Il compito della pedagogia speciale è quello di promuovere inclusione e creare una conoscenza capace di leggere la storia in una luce diversa.

2 - Promuovere politiche inclusive

Nel 1975 bene siglata la dichiarazione dei diritti delle persone handicappate. Il documento si pone in continuità con altri pronunciamenti internazionali che hanno posto il tema dei diritti al centro dell'attenzione. Tuttavia, l'approccio culturale prevalente alla disabilità rimane ancora oggi stentato, lontano dall'approccio dei diritti umani è legato alle rappresentazioni sociali che si sono sedimentate nell'immaginario collettivo. L'approccio dei diritti umani ha il privilegio di aver posto l'accento sul concetto di persona riconoscendo che le persone con disabilità devono poter godere dei diritti inviolabili dell'essere umano a questi diritti vanno riconosciuti e garantiti dalla società. Questa visione trova il suo pieno riconoscimento nella convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità il cui scopo è quello di promuovere e proteggere e assicurare tutti i diritti umani. Ad oggi il deficit non va a decontestualizzato, ma va letto in relazione alle possibili barriere contestuali che la persona può incontrare nel proprio ambiente di vita. La disabilità inizia connotarsi come un concetto trasversale alla popolazione e non coincide più con una specifica categoria di persone. La disabilità fa parte della nostra vita e di ciò dobbiamo tenere conto ogni volta che progettiamo un edificio, programmiamo un'attività didattica o pensiamo alla persona con disabilità. la Convenzione ONU indica che i bambini con disabilità e le loro famiglie hanno dirittoa un tenore di vita dignitoso che preveda cibo, indumenti, alloggi, ma soprattutto il diritto al rispetto di tutte le libertà fondamentali. La convenzione mette in discussione l'approccio caritatevole esistenzialistico che considera le persone con disabilità beneficiari passivi di assistenza e protezione. Sottolinea che le persone condisabilità sono cittadini, membri attivi della società pieno titolo. Devono avere gli stessi diritti degli altri. Quando si parla di diritti è necessario fare riferimento anche alla dichiarazione di Salamanca che Rimarca innanzitutto il ruolo dell'istituzione scolastica che rappresenta un contesto ineguagliabile in grado di contenere numerosi fattori dirischio o situazioni marginalizzanti. Richiama la nostra attenzione il fatto che l'inclusione sia una questione che riguarda i diritti umani, nonché la strada privilegiata per combattere ogni forma di discriminazione, senza alcuna distinzione. L'attenzione viene rivolta alle scuole che devono includere tutti, celebrale le differenze, sostenere l'apprendimento, riconoscere il valore di una Scuola per tutti. Ilsistema educativo deve essere il luogo che assicura i percorsi di apprendimento e inclusione sociale raggiungendo l'obiettivo di un'istituzione per tutti.

3 - Creare culture inclusive

Importante intendere l'inclusione come un percorso volto alla creazione di cultura inclusive. Il concetto di uguaglianza è centrale in questa riflessione. Occorre precisare che uguaglianza significa che a ciascuno viene assegnato uguale valore. L'inclusione è una modalità esistenziale, un diritto di base, non è necessario dunquedimostrare il valore pedagogico della vita in comunità e dell'apprendimento in una scuola comune. È dovere dei governi rimuovere le barriere agli ostacoli che impediscono l'inclusione sociale offrendo le Pag. 2 di 21 Scaricato da Marta Marulli (m.marulli@campus.unimib.it)risorse affinché i bambini con disabilità crescano in ambienti inclusivi. la prospettiva inclusiva non è unicamente vincolata alprocesso di scolarizzazione degli studenti con disabilità. La prospettiva riguarda la società più ampia in cui l'educazione viene concepita come un agente di cambiamento invece che un riproduttore delle disuguaglianze sociali. Il modello sociale della disabilità proposto da Oliver si articola in tre punti principali: la disabilità è una condizione sociale, la condizione discriminante segregante sperimentata dalle persone disabili nella società stessa, la separazione dal modello medico che individua i limiti del deficit della persona. "Disability is socially produced": il maggior pregio di questa chiave di lettura è quello di aver compiuto un importante salto di paradigma. La disabilità non è più vista come una tragedia personale ma è una questione sociale che la società intera contribuisce a produrre. Questo approccio pone l'accento sul ruolo e sul peso dell'ambiente che produce disabilità attraverso delle barriere che risultano ostacolanti alla piena partecipazionedelle persone disabili come cittadini. Ne deriva che la disabilità chiama in causa le responsabilità sociali e collettive mediante il compito di implementare modifiche contestuali necessarie all'esercizio di una cittadinanza attiva. Le politiche sociali che derivano dal modello sociale devono situarsi oltre la compensazione degli svantaggiampliando e garantendo le possibilità di scelta. Un secondo contributo ha offerto dall'OMS, Mi propone una lettura bio-psico-sociale alla disabilità, ribadendo l'importanza dell'ampio coinvolgimento della società nella promozione dei processi inclusivi. Propone un documento conosciuto come la classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute. Per la prima volta la disabilità è stata inserita in una prospettiva legata ai temi della salute e l'OMS pone una forte sottolineatura sull'importanza dei contesti di appartenenza che non sono ne neutri né ininfluenti. si tratta di un documento il cui scopo è quello di fornire un linguaggiostandard e unificato che serva da modello di riferimento la descrizione della salute di alcune componenti ad essa correlati. Secondo tale classificazione la disabilità diventa un termine ombrello per individuare al funzionamento della persona. L'interesse maggiore per chi si occupa dei temi della disabilità è quello di avere una diagnosi che sia funzionale, ossia utile in una prospettiva evolutiva della persona chesappia tenere al futuro e non una diagnosi che indichi il funzionamento in maniera statica. La stessa terminologia usata indice di questo cambiamento di prospettiva inquanto i termini di disabilità ed handicap vengono sostituiti come strutture corporeeattività e partecipazione la disabilità è sempre legata a un contesto a una persona o un gruppo di persone a una comunità o a una dimensione culturale, non soltanto negli aspetti fisiologici e genetici poiché a qualsiasi sindrome, qualsiasi danno cerebrale, qualsiasi mappa cromosomica è sempre un dato che viene mediato dai processi personali e interpersonali di attribuzione di senso della persona che si collocano all'interno di un complesso sistema di interazioni psichiche e simboliche.

4 - Sviluppare pratiche inclusive

Lo sviluppo di pratiche inclusive chiama in causa il tema dell'educabilità. La pedagogia speciale riconosce la persona con disabilità come in divenire, aperta al miglioramento, ponendo in risalto la dimensione progettuale dell'intervento educativo. Tutto ciò che riguarda la condizione a noi consegnata quando nasciamo può essere descritta all'ambito della diversità, ma non a quello della differenza poiché i due ambiti concettuali non coincidono. La diversità è rappresentata da tuttequelle condizioni consegnate che non vanno né negate ne rimosse ma che vanno accettate per non correre il rischio di marginalizzazione o discriminazione sociale. La differenza invece può essere intesa come il patrimonio delle possibilità volte a superare i condizionamenti consegnati e quelli che si incontrano nel corso della propria vita per non identificarsi con essi aprendosi al campo del possibile. Rispetto alla differenza, il contesto risulta irrinunciabile in quanto può facilitare il superamento degli ostacoli contrastando il rischio di una prospettiva deterministica che This document is available &; 3 9 studocu Scaricato da Marta Marulli (m.marulli@campus.unimib.it)

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