Documento di Università su Gruppo D. Il Pdf esplora l'economia ambientale, analizzando i limiti della valutazione monetaria dell'ambiente e confrontando standard e imposte ambientali. Il Pdf è adatto a studenti universitari di Economia e riassume i contributi di Kapp e Georgescu all'economia ecologica, evidenziando le loro critiche all'economia tradizionale e le loro visioni sui processi economici e l'entropia.
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Per quali motivi assegnare un valore monetario all'ambiente non è sufficiente per salvaguardare l'ambiente? Assegnare un valore monetario all'ambiente non è sufficiente per salvaguardare l'ambiente per due aspetti fondamentali. Primo fra tutti il fatto che nel momento in cui ci si riferisce all'ambiente si fa riferimento a degli aspetti diversi rispetto a quelli della sfera economica. Per cui, come fu messo anche in evidenza da Titmus, nel momento in cui si vuole assegnare un prezzo a un qualcosa di non prettamente economico, l'assegnazione del prezzo ha l'effetto opposto di quello sperato. Se si assegnasse un valore monetario all'ambiente con l'intento di ridurre lo sfruttamento ambientale, si avrebbe come effetto quello di un notevole incremento dell'impatto ambientale. Ne deriva il tema dell'incommensurabilità per cui non è possibile valutare l'ambiente con la stessa unità di misura dei beni comuni presenti sul mercato, non è possibile concepire un riduzionismo monetario. Per secondo, si è messo in evidenza il fatto che non si è sicuri se il prezzo di equilibrio che si avrebbe nel caso in cui vi fosse un mercato per i servizi di un ambiente naturale potrebbe effettivamente salvaguardare l'ambiente come enfatizzato dagli autori di "Blueprints for a green economy".
Gli standard sono un particolare strumento della politica ambientale che hanno come obiettivo quello di regolare le emissioni e i rifiuti dannosi stabilendo dei limiti massimi oltre i quali occorre procedere all'abbattimento a proprie spese. In questo caso è fondamentale l'operato della pubblica amministrazione che deve attuare controlli e sanzioni, processo definito come command and control. Esistono 4 tipi di standard: standard di emissione, standard di qualità del corpo ricettore, standard di prodotto e standard di processo.
Un aspetto fondamentale nel momento in cui si fa riferimento agli standard sono le sanzioni che devono essere applicate nel momento in cui una impresa non rispetta la normativa. Sanzioni troppo blande o non applicate portano alla non efficacia dello standard. La sanzione deve essere maggiore del vantaggio economico che l'impresa può ricevere dalla non osservanza della normativa. La sanzione deve quindi assumere un valore rilevante, ma non eccessivo in quanto questo porta al rischio di corruzione.
Gli standard sono un particolare strumento della politica ambientale che hanno come obiettivo quello di regolare le emissioni e i rifiuti dannosi stabilendo dei limiti massimi oltre i quali occorre procedere all'abbattimento a proprie spese. In questo caso è fondamentale l'operato della pubblica amministrazione che deve attuare controlli e sanzioni, processo definito come command and control. Esistono 4 tipi di standard: standard di emissione, standard di qualità del corpo ricettore, standard di prodotto e standard di processo.
Le imposte ambientali hanno come obiettivo quello di mutare situazioni di convenienza di particolari comportamenti per gli individui senza però imporre o proibire i comportamenti stessi. Si distinguono l'imposta unitaria sulla produzione e l'imposta unitaria sulle emissioni.
Come nelle imposte, anche nei permessi negoziabili l'impresa abbatte in base alla convenienza, raggiungendo così l'efficienza. A differenza delle imposte, le quali hanno un margine di incertezza, i permessi negoziabili di abbattimento non hanno margine di incertezza, risultando anche in questo caso efficaci.
Come negli standard, anche nei permessi negoziabili si stabilisce un massimo di emissioni, aspetto che permette di raggiungere l'efficacia. A differenza degli standard, i quali non risultano efficienti, i permessi negoziabili lo sono.
Se un bene è molto inquinante e la sua domanda è molto rigida, l'introduzione di un'imposta si dimostrerà efficace nel ridurre l'inquinamento dovuto al consume del bene? Perchè? Se la domanda di un bene è più rigida dell'offerta per quello stesso bene, l'onere dell'imposta ricadrà principalmente sui consumatori. in questo caso la variazione del prezzo, deltaP, sarà poco minore rispetto al valore dell'imposta e si avrà una variazione lieve in termine di quantità prodotta. Per cui l'introduzione di un'imposta in questo caso, riferita a questioni ambientali, non risulterà essere efficace, ma il gettito fiscale sarà elevato.
Illustrare il concetto di costo di abbattimento dell'inquinamento Questo concetto emerge nel momento in cui si fa riferimento all'imposta sulle emissioni. Il costo di abbattimento CA(A), è il costo che l'impresa dovrà affrontare per ridurre le emissioni di A unità, dove A corrisponde all'abbattimento.
In presenza di una tassa sulle emissioni inquinanti, come si comporta un'impresa nello stabilire quante emissioni abbattere? Nel momento in cui si fa riferimento a una tassa sulle emissioni inquinanti si pone il problema della convenienza per l'impresa a ridurre le emissioni. L'impressa effettuerà un abbattimento pari ad A tale per cui il costo marginale di abbattimento CMA sia uguale al valore dell'imposta h.
Inefficacia delle imposte in caso di informazione incompleta sui costi di abbattimento Supponiamo di trovarci di fronte ad una asimmetria informativa, per cui, ad esempio, il regolatore non conosce i costi marginali di abbattimento reali per due imprese. Ipotizziamo che il regolatore consideri dei costi marginali di abbattimento minori rispetto a quelli effettivi. Il regolatore stabilirà un'imposta minore rispetto a quella necessaria, per cui l'abbattimento sarà inferiore rispetto a quello desiderato. In questo caso l'imposta permetterà il raggiungimento dell'efficienza, perchè il costo sarà comunque minimizzato, ma non permetterà il raggiungimento dell'efficacia, in quanto non si raggiunge l'obiettivo desiderato.
L'allocazione efficiente in senso di Pareto o allocazione efficiente paretiana si verifica nel momento in cui ogni modifica nell'allocazione delle risorse che migliori la situazione di un dato agente economico peggiora la situazione di almeno un altro individuo. E' fondamentale stabilire cosa è l'ottimo di Pareto o paretiano. L'ottimo di pareto coincide con quel valore per cui una modifica nell'allocazione delle risorse porta al miglioramento nelle condizioni di un individuo e al peggioramento nelle condizioni di un altro individuo. L'allocazione paretiana implica che nel momento in cui bisogna fare un cambiamento vi sia la necessità di unanimità. Questo è un aspetto fortemente criticato da parte degli economisti. Perciò è stato proposto un principio più debole rispetto all'allocazione efficiente in termini di Pareto, ma che permette di scavalcare il problema riguardante l'unanimità: Il principio di Kaldor- Hicks.
Il principio di Kaldor-Hicks stabilisce che un cambio nell'allocazione delle risorse è migliore se i benefici tratti da alcuni componenti superano le perdite di benessere subite da altri componenti. In questo senso si ha una compensazione delle perdite per ottenere un grado di benessere maggiore
Nel costo totale occorre considerare anche i costi ambientali i quali si riversano sulla comunità, ma che non rappresentano dei costi monetari effettivi per l'impresa. Per risolvere questo problema si propone l'utilizzo di standard o imposte Pigouviane. L'obiettivo delle imposte Pigouvianne è quello di far rientrare i costi delle esternalità all'interno del processo produttivo, convertendo costi esterni in costi interni. Per capire il problema delle esternalità si può far riferimento all'equilibrio parziale per un singolo bene (non ci preoccupa delle interazioni con gli altri mercati). Nel momento in cui non si considerano le esternalità il produttore produrrà una quantità Qp tale per cui il P=Cmg. Nel momento in cui si considerano le esternalità, il produttore cercherà di far sì che il P=Cmg+Dmg, producendo una quantità Q* minore rispetto a quella prodotta se non si considerano le esternalità. Q* corrisponde alla quantità del nuovo equilibrio, quello in cui si considerano le esternalità, ma non è detto che coincida con con la quantità ambientale ottimale, ovvero con la quantità che permette di salvaguardare l'ambiente. Qp rappresenta un vero e proprio errore economico: non tiene conto all'interno della funzione del profitto tutti i costi, per cui si produce troppo bene a un prezzo troppo basso. Nel caso di esternalità l'offerta è troppo alta, quindi tutte le unità prodotte oltre Q* avranno un costo maggiore rispetto al prezzo, portando necessariamente ad una perdita di benessere. Proprio per questo( da offerta troppo alta a benessere.) le esternalità non consentono il raggiungimento dell'efficienza e portano al fallimento del mercato. Il fallimento del mercato è dovuto alle esternalità, che in ambito ambientale, corrispondono ai costi sociali derivanti dalla sfruttamento ambientale. Le esternalità, come si evince dal nome, sono esterne al mercato, per cui non hanno un prezzo. In realtà questo deriva dal fatto che si tendono a considerare le esternalità come delle eccezioni. Molti studiosi enfatizzano come in realtà le esternalità abbiano un prezzo e vengono proposte due motivazioni: l'obiettivo del mercato è quello di massimizzare il beneficio privato per cui tenderà a esternalizzare il più possibile i costi, la difficoltà nella valutazione del danno ambientale e la quantità Q* non necessariamente corrisponde a quella ottimale per l'ambiente. Le esternalità possono essere definite come effetti esterni al calcolo privato, che non rientrano nel processo decisionale, ma che hanno un impatto su altri soggetti. Possono derivare dalla produzione o dal consumo e possono essere positive o negative. Per risolvere il problema delle esternalità o si fa riferimento a strumenti della politica ambientale quali standard e imposte Pigouviane o si può far riferimento a un sistema basato su diritti di proprietà e la presenza di contrattazione volontaria nel mercato.
Che cosa vuol dire che SMT è maggiore di SMS? Innanzitutto prima di capire ciò occorre definire ciò che si intende per SMS e per SMT. Con SMS si indica il saggio marginale di sostituzione, il quale indica la quantità di bene a cui il consumatore è disposto a rinunciare per ottenere una unità aggiuntiva di un altro bene, mantenendo invariata l'utilità. In termini matematici si calcola come d2/d1=P1/P2 Da questo rapporto si evince che il consumatore è disposto a scambiare P1 unità del bene 2 con P2 unità