La didattica tra teoria e prassi: educazione, istruzione e formazione

Documento universitario sulla didattica tra teoria e prassi. Il Pdf esplora i concetti di educazione, istruzione e formazione, il ruolo della narrazione per l'identità e l'importanza di un approccio dinamico all'apprendimento.

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26 pagine

Capitolo 1. La didattica tra teoria e prassi.
1. Introduzione.
Da qualche decennio la didattica riveste un ruolo di primaria importanza per la realizzazione
efficace e sistematica di una comunicazione il cui obiettivo principale consiste nel
coinvolgimento di uno o più soggetti nella conquista delle conoscenze generali e specifiche
necessarie per saper essere in una società in continuo ri-modellamento. Il moltiplicarsi delle
informazioni a cui quotidianamente l'uomo è sottoposto e il fenomeno della globalizzazione
positivo per certi versi, ma devastante per altri, hanno prodotto una rivoluzione esistenziale
in grado di sollecitare una revisione totale dell'educazione e dell'istruzione. Al momento le
certezze che resistono all'usura del cambiamento sono poche; molte altre chiedono di
essere costruite e/o ricostruite in ragione delle nuove esigenze. Solo
un'educazione/formazione che si concretizzi come processo conoscitivo può aiutare l'uomo
a saper individuare le variabili tecnologiche che in qualche modo influenzano l'ambiente. Si
tratta di aiutare il soggetto a gestire le crisi che investono l'intero tessuto sociale e a saperle
gestire senza rimanervi coinvolti. Nel fare una analisi dei riflessi che la velocità dei
cambiamenti determina nel tessuto sociale è realistica l'immagine metaforica usata da Z.
Bauman quando parla di società liquida.
L'aggettivo liquido non ha una sua forma, ma assume la forma dell'oggetto che contiene
quel qualcosa. La metafora traduce la situazione del passaggio continuo della società da
una situazione ad un'altra, ma quel che produce un interrogativo è il saper individuare chi
opera il trasferimento della sostanza liquida e di che natura è il contenitore che l'accoglie. Il
tutto si sintetizza nel creare un bisogno di conoscere cui deve seguire un saper fare l'analisi
delle situazioni per affrontarli e perciò saper essere nella e per la società. Ad affrontare il
problema sono chiamate le istituzioni con particolare riferimento a quella scolastica che è
fatta oggetto di costanti cambiamenti sia nella struttura che nei piani programmatici. Da tali
cambiamenti non è sempre seguita una rinnovata formazione della classe docente
soprattutto in campo didattico. I docenti denunciano una diversificazione tra teoria e pratica;
risulta quanto mai complessa la riflessione e il dialogo sul necessario connubio fra i due
aspetti della didattica.
2. Educazione, istruzione, formazione.
Riccardo Massa riprende i tre concetti cardine di educazione/istruzione/formazione per
delineare la forza del dibattito suscitato nel mondo della ricerca pedagogico-educativa fino al
punto di considerare le tre nozioni distinte e contrapposte. La formazione è considerata da
Massa solo un consolidamento dell'educazione e dell'istruzione. L'autore è orientato ad un
concetto di pedagogia che superi qualsiasi impronta tradizionale per avviare il discorso su
aspetti più moderni della scuola: il ruolo dell'insegnante, il ruolo dell'operatività, e il processo
di strutturazione della personalità nel cammino formativo. Per dare un significato moderno al
concetto di istruzione che sia complementare a quello di educazione, avverte Massa, è
opportuno eliminare dalla scuola qualsiasi tentazione di superficialità, di riduzionismo nella
sua funzione. Il suggerimento alla scuola è quello di porsi in maniera dialettica con la società
e di liberarsi di certe impostazioni di tipo comportamentistico, o didattico-cognitivista e
conferire nuova vitalità e concretezza operativa alla pedagogia.
La formazione, secondo Massa, è il consolidamento dell'istruzione e dell'educazione.
3. Pensare il "tutto" dell'educazione.
Queste considerazioni mettono in evidenza l'interesse per l'aspetto prassico della didattica
che emerge dalla stessa ricostruzione del termine didattica. Quest'ultima ha il compito di
descrivere, spiegare, discutere, individuare i percorsi più adeguati a garantire un processo di
insegnamento/apprendimento, nonché le strategie necessarie per conseguire obiettivi e
finalità rispondenti alle attese del soggetto. Per autori come Alessandro Mariani, il trinomio di
educazione/istruzione/formazione è fondamentale per discutere il ruolo che i tre ambiti
giocano nella didattica. L'autore non ritiene che i tre termini siano "sinonimici", ma ad essi
attribuisce tre significati e tre compiti diversi per metterne in risalto quella funzione
pragmatica che trova la sua completezza nel soggetto. È necessario sottolineare che
l'educazione svolge un ruolo fondamentale ed un'azione concreta nello sviluppo di un
soggetto che ha come obiettivo ideale il pieno dominio di quel che é base essenziale per
la comunicazione. In quest'ambito l'istruzione sembra guardare con maggior interesse ai
processi cognitivi, per la cui realizzazione è necessario far riferimento ai contenuti dai quali
derivano le conoscenze che si esplica nell'acquisizione di competenze. In tal modo sembra
che l'educazione, l'istruzione e la formazione, nella loro triplice articolazione trovino
un'unione nell'individuo che si fa artefice del divenire sociale. La formazione, ri-assorbendo
in quel processo istruttivo di cui è investita perde la tradizionale connotazione di fissità ed
immobilità, per acquisire una dinamicità mai riscontrata prima. La formazione esce da una
situazione di staticità e, nella realtà mutevole dell'oggi, si fa dinamica re-visione in un
incessante rinnovamento determinato dal bisogno di non rimanere ai margini di un
complesso sociale che richiede energie.
4. Educare, istruire, formare.
Franco Cambi affronta i temi dell'educazione, dell'istruzione e della formazione a partire da
una dimensione filosofica. La sua riflessione nasce da un'analisi della società
contemporanea e include i tre termini fra i macro-problemi della filosofia dell'educazione in
quanto li considera una costante nello scenario storico della società.
Distinguendo i compiti specifici dei tre campi di indagine, viene affermata la loro inscindibilità
nei contenuti delle problematiche riguardanti la pedagogia generale. Per Cambi il sapere che
solitamente viene considerato un aspetto teorico, è tale nella misura in cui si fa, si realizza
concretamente nella conoscenza ovvero nella capacità di organizzare le informazioni e le
nozioni in un sistema organico: per la forma e la struttura, si può dire abbia una valenza
teorica, ma per il fatto che è comune a tutti gli esseri pensanti, acquista un valore di
concretezza. L'agire è un'ulteriore conferma del concretizzarsi della conoscenza attraverso
le azioni ovvero attraverso i rapporti relazionali e le attività controllabili e produttive. Non
esiste azione che non sia supportata da un sapere. La formazione aiuta a superare una
visione deterministica dell'esistenza, perché nel progetto di vita, che è un progettarsi, è
necessario saper cogliere le occasioni che il divenire prospetta attraverso una riflessione sul
senso. Si tratta di essere sempre disponibili a ri-progettarsi. Se questo è il compito e
l'obiettivo teorico della formazione e dell'educazione individuale e sociale, la didattica aiuta il
soggetto nell'individuazione del percorso da intraprendere per star bene nella società.
5. Le teorie sono corrette o scorrette ma non se ne può fare a meno.
Ogni conquista del sapere è legata strettamente alla prassi che trasforma i contenuti in
cultura. Come afferma Cambi, oggi è forse la formazione a svolgere una funzione dominante
poiché l'istruzione sta regredendo. La scuola dagli anni '70 ha avviato un processo di
aggiornamento della stessa struttura per essere più incisiva e attiva ai fini di rendere
praticamente percorribile la strada per una formazione dinamica delle nuove generazioni.

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Capitolo 1. La didattica tra teoria e prassi

Introduzione alla didattica

Da qualche decennio la didattica riveste un ruolo di primaria importanza per la realizzazione efficace e sistematica di una comunicazione il cui obiettivo principale consiste nel coinvolgimento di uno o più soggetti nella conquista delle conoscenze generali e specifiche necessarie per saper essere in una società in continuo ri-modellamento. Il moltiplicarsi delle informazioni a cui quotidianamente l'uomo è sottoposto e il fenomeno della globalizzazione positivo per certi versi, ma devastante per altri, hanno prodotto una rivoluzione esistenziale in grado di sollecitare una revisione totale dell'educazione e dell'istruzione. Al momento le certezze che resistono all'usura del cambiamento sono poche; molte altre chiedono di essere costruite e/o ricostruite in ragione delle nuove esigenze. Solo un'educazione/formazione che si concretizzi come processo conoscitivo può aiutare l'uomo a saper individuare le variabili tecnologiche che in qualche modo influenzano l'ambiente. Si tratta di aiutare il soggetto a gestire le crisi che investono l'intero tessuto sociale e a saperle gestire senza rimanervi coinvolti. Nel fare una analisi dei riflessi che la velocità dei cambiamenti determina nel tessuto sociale è realistica l'immagine metaforica usata da Z. Bauman quando parla di società liquida.

L'aggettivo liquido non ha una sua forma, ma assume la forma dell'oggetto che contiene quel qualcosa. La metafora traduce la situazione del passaggio continuo della società da una situazione ad un'altra, ma quel che produce un interrogativo è il saper individuare chi opera il trasferimento della sostanza liquida e di che natura è il contenitore che l'accoglie. Il tutto si sintetizza nel creare un bisogno di conoscere cui deve seguire un saper fare l'analisi delle situazioni per affrontarli e perciò saper essere nella e per la società. Ad affrontare il problema sono chiamate le istituzioni con particolare riferimento a quella scolastica che è fatta oggetto di costanti cambiamenti sia nella struttura che nei piani programmatici. Da tali cambiamenti non è sempre seguita una rinnovata formazione della classe docente soprattutto in campo didattico. I docenti denunciano una diversificazione tra teoria e pratica; risulta quanto mai complessa la riflessione e il dialogo sul necessario connubio fra i due aspetti della didattica.

Educazione, istruzione, formazione

Riccardo Massa riprende i tre concetti cardine di educazione/istruzione/formazione per delineare la forza del dibattito suscitato nel mondo della ricerca pedagogico-educativa fino al punto di considerare le tre nozioni distinte e contrapposte. La formazione è considerata da Massa solo un consolidamento dell'educazione e dell'istruzione. L'autore è orientato ad un concetto di pedagogia che superi qualsiasi impronta tradizionale per avviare il discorso su aspetti più moderni della scuola: il ruolo dell'insegnante, il ruolo dell'operatività, e il processo di strutturazione della personalità nel cammino formativo. Per dare un significato moderno al concetto di istruzione che sia complementare a quello di educazione, avverte Massa, è opportuno eliminare dalla scuola qualsiasi tentazione di superficialità, di riduzionismo nella sua funzione. Il suggerimento alla scuola è quello di porsi in maniera dialettica con la società e di liberarsi di certe impostazioni di tipo comportamentistico, o didattico-cognitivista e conferire nuova vitalità e concretezza operativa alla pedagogia.

La formazione, secondo Massa, è il consolidamento dell'istruzione e dell'educazione.

Pensare il "tutto" dell'educazione

Queste considerazioni mettono in evidenza l'interesse per l'aspetto prassico della didattica che emerge dalla stessa ricostruzione del termine didattica. Quest'ultima ha il compito di descrivere, spiegare, discutere, individuare i percorsi più adeguati a garantire un processo di insegnamento/apprendimento, nonché le strategie necessarie per conseguire obiettivi e finalità rispondenti alle attese del soggetto. Per autori come Alessandro Mariani, il trinomio di educazione/istruzione/formazione è fondamentale per discutere il ruolo che i tre ambiti giocano nella didattica. L'autore non ritiene che i tre termini siano "sinonimici", ma ad essi attribuisce tre significati e tre compiti diversi per metterne in risalto quella funzione pragmatica che trova la sua completezza nel soggetto. È necessario sottolineare che l'educazione svolge un ruolo fondamentale ed un'azione concreta nello sviluppo di un soggetto che ha come obiettivo ideale il pieno dominio di quel sé che é base essenziale per la comunicazione. In quest'ambito l'istruzione sembra guardare con maggior interesse ai processi cognitivi, per la cui realizzazione è necessario far riferimento ai contenuti dai quali derivano le conoscenze che si esplica nell'acquisizione di competenze. In tal modo sembra che l'educazione, l'istruzione e la formazione, nella loro triplice articolazione trovino un'unione nell'individuo che si fa artefice del divenire sociale. La formazione, ri-assorbendo in sé quel processo istruttivo di cui è investita perde la tradizionale connotazione di fissità ed immobilità, per acquisire una dinamicità mai riscontrata prima. La formazione esce da una situazione di staticità e, nella realtà mutevole dell'oggi, si fa dinamica re-visione in un incessante rinnovamento determinato dal bisogno di non rimanere ai margini di un complesso sociale che richiede energie.

Educare, istruire, formare

Franco Cambi affronta i temi dell'educazione, dell'istruzione e della formazione a partire da una dimensione filosofica. La sua riflessione nasce da un'analisi della società contemporanea e include i tre termini fra i macro-problemi della filosofia dell'educazione in quanto li considera una costante nello scenario storico della società.

Distinguendo i compiti specifici dei tre campi di indagine, viene affermata la loro inscindibilità nei contenuti delle problematiche riguardanti la pedagogia generale. Per Cambi il sapere che solitamente viene considerato un aspetto teorico, è tale nella misura in cui si fa, si realizza concretamente nella conoscenza ovvero nella capacità di organizzare le informazioni e le nozioni in un sistema organico: per la forma e la struttura, si può dire abbia una valenza teorica, ma per il fatto che è comune a tutti gli esseri pensanti, acquista un valore di concretezza. L'agire è un'ulteriore conferma del concretizzarsi della conoscenza attraverso le azioni ovvero attraverso i rapporti relazionali e le attività controllabili e produttive. Non esiste azione che non sia supportata da un sapere. La formazione aiuta a superare una visione deterministica dell'esistenza, perché nel progetto di vita, che è un progettarsi, è necessario saper cogliere le occasioni che il divenire prospetta attraverso una riflessione sul senso. Si tratta di essere sempre disponibili a ri-progettarsi. Se questo è il compito e l'obiettivo teorico della formazione e dell'educazione individuale e sociale, la didattica aiuta il soggetto nell'individuazione del percorso da intraprendere per star bene nella società.

Le teorie sono corrette o scorrette ma non se ne può fare a meno

Ogni conquista del sapere è legata strettamente alla prassi che trasforma i contenuti in cultura. Come afferma Cambi, oggi è forse la formazione a svolgere una funzione dominante poiché l'istruzione sta regredendo. La scuola dagli anni '70 ha avviato un processo di aggiornamento della stessa struttura per essere più incisiva e attiva ai fini di rendere praticamente percorribile la strada per una formazione dinamica delle nuove generazioni.Fra il 1970 e il 1980 sono maturate le condizioni per una revisione dell'intero assetto strutturale e didattico. Il rinnovamento è sancito dai Decreti Delegati che in prima istanza chiamano in causa le rappresentanze dei genitori nella scuola dell'obbligo e quella degli alunni e dei genitori al fine di concretizzare un rapporto interattivo sempre richiesto, ma in precedenza scarsamente praticato. L'obiettivo è orientare la ricerca didattica ai fini di una contestualizzazione dell'insegnamento per dare nuova linfa alle esperienze gia consolidate dagli alunni in modo che una didattica dell'insegnamento si trasformi in una didattica che guarda ai processi di apprendimento individualizzati.

Il progetto del progettatore

Il termine progetto usato per designare una attività didattica è tratto da Dewey, il quale, come osserva Egle Becchi, ha un connotazione prevalentemente dotta mentre la scuola, così come viene delineata nei decreti delegati, diventa un percorso, si fa processo, che parte dalla formulazione di ipotesi per tradursi nella viva esperienza sperimentale che conduce alla valutazione e alla verifica della validità dell'impegno applicativo. Il progetto per l'organizzazione dell'attività sia del docente sia dell'alunno si coniuga con quello di ricerca che parte dall'esplorazione de contesto socio-culturale del territorio nel quale opera l'istituzione scolastica, per dispiegarsi in una serie di azioni che investono la classe e in essa il singolo alunno.

L'elaborazione del progetto

Bruno Ciari afferma che per l'elaborazione di un progetto educativo e formativo è indispensabile stabilire in primis il fine da perseguire, individuare gli strumenti idonei per la sua messa in opera, e le modalità dell'azione. Il processo ha bisogno di stabilire anche gli obiettivi a breve, medio, lungo termine al fine di consentire una immediata ri-strutturazione e/o revisione se nel percorso si affacciano variabili indipendenti che agiscono da disturbo al raggiungimento della meta. Il singolo non può interessarsi di tutto quello che comporta la realizzazione di un progetto didattico, ha bisogno di dividere i compiti con gli altri compagni. In questa interazione risiede un obiettivo: la socializzazione e l'esperienza del senso della responsabilità prendono consapevolezza dal suo intrinseco valore. In Ciari si delinea l'esigenza di fare del gruppo classe una squadra che vede organizzati i singoli in un processo cooperativo che tende alla realizzazione di un prodotto che sia garanzia del farsi dell'uno in un rapporto inscindibile con l'insieme. La classe attraverso la realizzazione dei compiti sperimenta l'importanza di un progetto dalla cui attuazione scaturisce la conoscenza. Ne consegue che l'esperienza esecutivo-pratica è efficace e può indicare agli alunni la strada metodologicamente corretta per la significatività delle conoscenze nella misura in cui il progetto è stilato secondo regole scientificamente accreditate.

Tendenze, orientamenti e sperimentalismi attuali

L'aver richiamato le istituzioni scolastiche ad una impostazione operativa che sia l'espressione della ricerca didattico-pedagogica, l'aver sollecitato gli educatori a farsi promotori ed esecutori, insieme agli alunni, della progettualità induce a guardare alla teoria e alla pratica educativa e formativa come a due momenti complementari. Il riavvicinamento del docente all'alunno, per avviare un processo di formazione che tenga sempre aperte le porte al nuovo che incombe, opera una saldatura fra insegnamento e apprendimento. Si tratta sia di guardare alla didattica come ad un insieme di azioni che inevitabilmente coinvolgono sia il docente che l'alunno, sia di garantire l'avvio per una formazione commisurata alle potenzialità di ciascuno per fare in modo che nessuno si perda prima di aver individuato il

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