Documento sulle Domande Esame del 15 Gennaio 2024. Il Pdf esplora le funzioni esecutive, la rappresentazione mentale e il riconoscimento dei volti, con modelli come Kosslyn e Bruce & Young, per la materia di Psicologia a livello universitario.
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Il termine funzioni esecutive è stato introdotto negli anni '70, ma il concetto di meccanismo di controllo risale al 1840 con il caso di Phineas Gage che durante un incidente subì dei danni ai lobi frontali cambiando il suo comportamento, questo caso ha spinto ad analizzare il ruolo dei lobi frontali, e si è scoperto appunto che i lobi frontali sono importanti per il controllo e per la regolazione del comportamento.
Le funzioni esecutive sono un insieme di processi cognitivi di alto livello che permettono agli individui di pianificare, prendere decisioni, risolvere problemi, controllare impulsi, regolare le emozioni e perseguire obiettivi a lungo termine. Queste funzioni sono essenziali per il comportamento e per il funzionamento quotidiano. Le funzioni esecutive ci danno la possibilità di mettere in atto comportamenti che sono orientati verso uno scopo cioè quello di risolvere i problemi della vita quotidiana, sono legate fortemente alla corteccia prefrontale.
Le funzioni esecutive sono quei processi cognitivi come:
Questi processi sono appoggiate dalle aree prefrontali, il ruolo importante è quello dei lobi frontali. Le funzioni esecutive, inoltre sono appoggiate da ampi network di aree cerebrali ossia un' ampia rete cerebrale.
Le aree frontali e prefrontali sono tra le ultime a formarsi e a maturare, ma sono le prime a subire un declino con l' avanzare dell' età. Molti studi evidenziano che, la maturazione della corteccia frontale e dei circuiti neurali, va a sostenere l'emergere di processi cognitivi di ordine superiore come appunto le funzioni esecutive. La corteccia prefrontale è fondamentale per le funzioni esecutive.
Uno dei modelli cognitivi più importanti associato con lo studio delle funzioni esecutive è il modello multicomponenziale della memoria di lavoro proposto da Baddeley (questo modello è responsabile del controllo e della regolazione dei processi cognitivi e viene collegato al funzionamento dei lobi frontali).
Questo modello ha rivoluzionato il concetto di memoria a breve termine introducendo l'idea di una Memoria di Lavoro più dinamica e strutturata. Il modello include, anche una struttura di controllo, chiamata esecutivo centrale, che è responsabile del controllo e della regolazione dei processi cognitivi e viene collegato al funzionamento dei lobi frontali. Le funzioni esecutive, sono delle funzioni tra le ultime a svilupparsi nell'arco di vita, ma sono le prime a mostrare un declino con l' avanzare dell'età.
Deficit della rappresentazione mentale si riferisce a difficoltà o disfunzioni nel formare, manipolare, richiamare immagini mentali e concetti nella mente di una persona. La rappresentazione mentale riguarda la capacità di immaginare e vedere nella mente oggetti, scene o concetti che non sono fisicamente presenti in quel momento. Questo processo è importante perla pianificazione, la risoluzione di problemi, la memoria e l'immaginazione. Questo deficit può manifestarsi in vari modi, come:
Questi deficit possono avere impatti significativi sulla vita quotidiana, limitando la capacità di orientarsi nello spazio, pianificare attività complesse o comprendere concetti astratti. Il trattamento di tali difficoltà dipende dalla causa sottostante e può includere terapie cognitive, riabilitazione neuropsicologica e, nei casi neurodegenerativi, interventi farmacologici.
Il modello di Kosslyn propone che le immagini mentali vengano generate in un buffer visivo, simile a uno schermo mentale, questo buffer è comune tra imagery e percezione visiva.
Il buffer visivo (visual buffer) è un' insieme di aree neurali organizzate e costituiscono il mezzo dove sono rappresentate le immagini visive e permette l' interazione tra immagine e percezione visiva e il substrato neurale è la corteccia visiva primaria. All'interno del buffer visivo, l'informazione è selezionata tramite una "finestra attenzionale". Questo modello spiega sia l' immagine mentale visiva e le ultime fasi della percezione visiva.
Le vie dell' elaborazione sono:
I processi di immagine o imagery sono:
Esempi di trasformazioni mentali sono le rotazioni mentali e folding
Gli esseri umani sono abili nel riconoscere persone familiari anche con condizioni visive scarse, questa abilità si riduce con le persone sconosciute. Il volto umano è la principale chiave di accesso per l' identificazione. Attraverso il volto umano si possono estrarre informazioni importanti per le interazioni sociali e la sopravvivenza.
La capacità di riconoscere e interpretare i volti è importante per la nostra interazione sociale, perché ci permette di leggere emozioni, identità e intenzioni degli altri.
Esistono 2 principali modalità di visione del volto, quella Normativa e Patologica.
l'elaborazione del volto segue un percorso fisiologico e cognitivo sano: come il riconoscimento facciale, la percezione delle emozioni ed il rilevamento della familiarità.
In alcuni disturbi neurologici e psichiatrici, il riconoscimento e l'elaborazione del volto può essere compromessa. Le patologie che influenzano il riconoscimento del volto sono:
Conclusione: L'elaborazione del volto, in condizioni normative, è un processo che ci permette di riconoscere, interpretare e rispondere alle emozioni e alle identità degli altri, in presenza di patologie neurologiche o psichiatriche, questo processo può essere gravemente alterato, con implicazioni significative per la vita sociale e interpersonale.
La memoria autobiografica è una memoria a lungo termine, importante perché ci fa ricordare specifiche esperienze della propria vita, conserva le informazioni e ricordi legati al nostro vissuto. Essa include componenti episodiche (eventi specifici) e semantiche (conoscenze generali):
La differenza tra memoria Episodica e Semantica è riassunta molto bene nella meta analisi di Martinelli e colleghi 2013, per quanto riguarda la componente episodica è coinvolto l' Ippocampo, mentre per quanto riguarda la componente semantica è coinvolto il talamo. Entrambe le memorie attivano la corteccia prefrontale mediale.
William individua 3 funzioni principali:
La memoria autobiografica non solo ci aiuta a ricordare eventi passati ma svolge un ruolo importante che è quello di mantenere le relazioni sociali e costruire un identità personale.
Per valutare la memoria autobiografica sono importanti:
Valutare la memoria autobiografica richiede metodi che permettano di verificare ricordi personali autentici, come il richiamo libero, l'uso di parole cue e i diari.
I 2 test per per valutare la memoria autobiografica, sono:
Test di Memoria Autobiografica (MAB) è uno strumento psicologico utilizzato per valutare la memoria autobiografica di un individuo, cioè la capacità di ricordare eventi significativi della propria vita, quindi recuperare i ricordi passati. L'intervista viene somministrata attraverso una serie di domande per vari periodi di vita, 5 domande per ogni periodo della vita, questa intervista deve essere somministrata 2 volte a distanza di 1 settimana l' una dall' altra, poi è importante confrontarsi con un familiare del paziente per verificare che il fatto raccontato sia vero.
Test di Memoria Autobiografica di Crovitz, è uno strumento psicologico che valuta la memoria autobiografica di un individuo. Questo test si concentra sulla capacità di ricordare eventi specifici della propria vita in risposta a parole o stimoli forniti dal ricercatore o clinico. Sono fornite 60 parole è ampiamente utilizzato per valutare la memoria autobiografica nei contesti clinici, neurologici e psicologici. E' uno strumento utile per esplorare la memoria autobiografica di un individuo, focalizzandosi sulla specificità dei ricordi, inoltre fornisce informazioni importanti sulla qualità della memoria, sulle emozioni sui ricordi e sulla salute psicologica complessiva dell'individuo, ed è spesso utilizzato in ambito clinico e di ricerca per monitorare il funzionamento cognitivo e emotivo.
Esistono anche delle memorie autobiografiche che raggiungono uno stato di permanenza totale e prendono il nome di Permastore Status, altra caratteristica della memoria autobiografica è il cosiddetto Testing Effect, cioè è più facile ricordare eventi già vissuti e se li rivivo li ricorderò più facilmente.