Gioco e movimento al nido: sviluppo del bambino e relazione adulto

Documento dall'Università degli Studi Roma Tre sul gioco e movimento al nido. Il Pdf esplora la relazione intersoggettiva e il dialogo tonico, l'importanza del gioco libero e di rischio, il triangolo educativo e l'alleanza tra genitori ed educatori, per il corso di Psicologia a livello universitario.

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36 pagine

gioco e movimento al nido
Pedagogia
Universita degli Studi Roma Tre (UNIROMA3)
35 pag.
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TEORIA E METODI DELL’ATTIVITA’
MOTORIA NELL’INFANZIA
GIOCO E MOVIMENTO AL NIDO (1° libro)
BAMBINO E ADULTO ,SINERGIE POSSIBILI (PARTE PRIMA)
UN EXTRATERRESTRE TRA NOI: IL BAMBINO (CAP.1)
Montessori affermava che il bambino che nasce non entra in un ambiente naturale, ma entra nell’ambiente
della civilizzazione, dove si svolge la vita degli uomini. Tra amore, cura, dolcezze si pone il problema di
organizzarsi in modo che il bambino possa crescere adeguandosi ai ritmi e ai tempi di vita dei genitori.
Il genitore inconsciamente può manifestare la paura di non essere in grado di occuparsi
del proprio
bambino, perciò l’aiuto educativo si trasforma in sostituzione vera e propria, in agire in conto e per conto
del bambino stesso. Il neonato allora appare come un alieno inconsapevole del mondo che lo circonda,
troppo piccolo a tal punto che il genitore agisce al suo posto in attesa che diventi più grande.
IL BAMBINO è PERSONA E RELAZIONE: A differenza di ciò che normalmente può pensare un
adulto, che non considera il bambino al suo livello bensì immaturo, incosciente e bisognoso di aiuto in tutto
quello che fa, il
bambino è una persona a tutti gli effetti, dotata di temperamento e intenzionalità dai primi
mesi di vita.
La personalità del bambino si manifesta attraverso il bisogno primario della RELAZIONE INTERSOGGETTIVA
nella sua forma primaria (madre\padre) o secondaria (educatrice\altri bambini) come predisposizione
naturale all’interazione sociale che caratterizza la qualità dei rapporti:
Bambino-Adulto
Bambino-Ambiente
Bambino-Bambino
La relazione necessita di un adulto che si lasci coinvolgere a livello emotivo\affettivo (trasformazione
reciproca), cioè che sappia mettersi in gioco a livello corporeo e motorio e dare valore al linguaggio e allo
sviluppo del bambino in tutte le connotazioni possibili: attività tonica nei primi mesi, gioco senso-motorio,
attività esplorativa, giochi di rischio, gioco pre-simbolico e simbolico.
Da 0 a 3 anni la comunicazione tonico-emotiva, corporea assume un’importanza strategica per connotare
positivamente la relazione e porre le basi per le relazioni successive del bambino. La stessa coscienza di sé
si basa sulle percezioni legate al vissuto corporeo ossia azioni, movimenti e alla loro connotazione emotiva.
Ex: quando il bambino abbassa il tono muscolare proponendo un contatto corporeo morbido, una madre
attenta risponde disponendo il proprio tono muscolare alla stessa tensione di quella del figlio (Vecchiato in
riferimento al dialogo tonico dei primi mesi del bambino).
Più la relazione intersoggettiva è serena e piacevole, più si connotano di positività lo sviluppo
socioaffettivo del bambino e la sua fiducia di nell’esplorazione dell’ambiente che lo circonda.
Progressivamente il bambino diminuirà i tempi di vicinanza all’adulto, in un continuo processo di
allontanamento-riavvicinamento, per trasferire la relazione agli spazi disponibili, agli oggetti ed alle altre
persone.
Questo modo di pensare sembra rimandare
l’azione educativa a età pavanzate, considera il
bambino incapace di una relazione attiva-
propositiva.
La relazione diadica consiste nella
consapevolezza che la relazione con l’altro
induce cambiamenti in entrambe le persone
coinvolte, è una necessità primaria del bambino,
alla stregua del nutrimento e della cura fisica
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Anteprima

Teoria e Metodi dell'Attività Motoria nell'Infanzia

Gioco e Movimento al Nido (1° libro)

Bambino e Adulto, Sinergie Possibili (Parte Prima)

Un Extraterrestre tra Noi: il Bambino (Cap.1)

Montessori affermava che il bambino che nasce non entra in un ambiente naturale, ma entra nell'ambiente della civilizzazione, dove si svolge la vita degli uomini. Tra amore, cura, dolcezze si pone il problema di organizzarsi in modo che il bambino possa crescere adeguandosi ai ritmi e ai tempi di vita dei genitori.

Il genitore inconsciamente può manifestare la paura di non essere in grado di occuparsi del proprio bambino, perciò l'aiuto educativo si trasforma in sostituzione vera e propria, in agire in conto e per conto del bambino stesso. Il neonato allora appare come un alieno inconsapevole del mondo che lo circonda, troppo piccolo a tal punto che il genitore agisce al suo posto in attesa che diventi più grande.

Questo modo di pensare sembra rimandare l'azione educativa a età più avanzate, considera il bambino incapace di una relazione attiva-propositiva.

Il Bambino è Persona e Relazione

A differenza di ciò che normalmente può pensare un adulto, che non considera il bambino al suo livello bensì immaturo, incosciente e bisognoso di aiuto in tutto quello che fa, il bambino è una persona a tutti gli effetti, dotata di temperamento e intenzionalità dai primi mesi di vita.

La personalità del bambino si manifesta attraverso il bisogno primario della RELAZIONE INTERSOGGETTIVA nella sua forma primaria (madre\padre) o secondaria (educatrice\altri bambini) come predisposizione naturale all'interazione sociale che caratterizza la qualità dei rapporti:

  • Bambino-Adulto
  • Bambino-Ambiente
  • Bambino-Bambino

La relazione diadica consiste nella consapevolezza che la relazione con l'altro induce cambiamenti in entrambe le persone coinvolte, è una necessità primaria del bambino, alla stregua del nutrimento e della cura fisica

La relazione necessita di un adulto che si lasci coinvolgere a livello emotivo\affettivo (trasformazione reciproca), cioè che sappia mettersi in gioco a livello corporeo e motorio e dare valore al linguaggio e allo sviluppo del bambino in tutte le connotazioni possibili: attività tonica nei primi mesi, gioco senso-motorio, attività esplorativa, giochi di rischio, gioco pre-simbolico e simbolico.

Da 0 a 3 anni la comunicazione tonico-emotiva, corporea assume un'importanza strategica per connotare positivamente la relazione e porre le basi per le relazioni successive del bambino. La stessa coscienza di sé si basa sulle percezioni legate al vissuto corporeo ossia azioni, movimenti e alla loro connotazione emotiva.

Ex: quando il bambino abbassa il tono muscolare proponendo un contatto corporeo morbido, una madre attenta risponde disponendo il proprio tono muscolare alla stessa tensione di quella del figlio (Vecchiato in riferimento al dialogo tonico dei primi mesi del bambino).

Più la relazione intersoggettiva è serena e piacevole, più si connotano di positività lo sviluppo socioaffettivo del bambino e la sua fiducia di se nell'esplorazione dell'ambiente che lo circonda.

Progressivamente il bambino diminuirà i tempi di vicinanza all'adulto, in un continuo processo di allontanamento-riavvicinamento, per trasferire la relazione agli spazi disponibili, agli oggetti ed alle altre persone.

L'attività manipolativa, in particolare, consentirà la relazione di scoperta e uso degli oggetti, dilatando i tempi di indipendenza in una gamma di attività giocose che sosterranno il processo di sviluppo dell'autonomia. In tale processo il bambino realizzerà delle esperienze emotive (TRANSIZIONI-> ossia passaggio emotivo da stati piacevoli a stati spiacevoli e viceversa vissute dal bambino durante l'allontanamento-ricongiungimento con l'adulto) che l'adulto deve saper affiancare affinché possano essere vissute con serenità e gratificazione, anche nelle situazioni spiacevoli.

Il pregiudizio dell'adulto non deve disconoscere il valore della relazione corporea e senso-motoria, poiché riconoscere il bambino attraverso il linguaggio non verbale con le emozioni e le esperienze che lo caratterizzano, significa riconoscere e valorizzare la persona che c'è in lui. IL RICONOSCIMENTO DEL BISOGNO DI RELAZIONE è una delle cure educative prioritarie nella prima infanzia e spetta all'adulto garantirne il soddisfacimento.

Il Bambino è il Proprio Corpo al Mondo

Tutto lo sviluppo del bambino è veicolato dal corpo e dal movimento, nel continuo adattamento all'ambiente in cui vive e alle risposte (diverse a bambino a bambino) che ottiene in relazione al soddisfacimento dei suoi bisogni. La prima esperienza che il bambino da fa di sé e del mondo che lo circonda, si attua attraverso sensazioni e percezioni collegate al tono muscolare definito dal vissuto emotivo.

Il tempo, nei primi anni di vita, è TEMPO EMOZIONALE percepito in funzione delle sensazioni di piacere\dispiacere, agio\disagio, benessere\malessere, mentre dopo il superamento del distacco dalla figura materna verrà percepito il TEMPO LINEARE, come successione degli eventi che riempiono la vita, indipendentemente dalle connotazioni affettive. Dal dialogo tonico si passa alle esperienze senso-motorie, in cui l'attività motoria deve essere favorita dall'adulto assecondando l'agire naturale del bambino, verso situazioni che lo attraggono e interessano a scapito di situazioni che non stimolano la sua curiosità.

Tramite questa propensione all'azione e al movimento, il bambino si relaziona al mondo che lo circonda con elevata intensità: mai in nessun altro periodo i progressi nello sviluppo saranno così rapidi e gioiosi come nei primi anni di vita. In questa relazione con l'ambiente si realizza il paradigma fenomenologico del corpo vissuto, un corpo soggetto che sta alla base della relazione, immerso in un clima emozionale evidenziato dalla modulazione del tono muscolare ipertonico (attivazione) o ipotonico (quiete) .- > L'alternanza di questi stati tonici è continua perché continua è la relazione che integra il corpo e la mente nell'adattamento del bambino all'ambiente che lo circonda: se le condizioni ambientali corrispondono ai bisogni del bambino la situazione è soddisfacente, se esse invece si interpongono ai bisogni del bambino, il tono aumenta insieme all'attività.

Spesso se il bambino si trova in difficoltà con l'ambiente, si attiva uno stato di tensione che porta il bambino a chiedere un aiuto o semplicemente a trovare una soluzione. Il corpo vissuto è SOGGETTO dell'essere al mondo, dei suoi bisogni, desideri, sentimenti che attivano la relazione con l'ambiente. La continua relazione ricercata nell'ambiente, è tesa al raggiungimento dei bisogni primari e passa attraverso il sé corporeo.

Si ha quindi la relazione interpersonale e intrapersonale:

  • INTERPERSONALE >L'azione del bambino sull'ambiente circostante, gli permette di conoscere se stesso e il proprio corpo.
  • INTRAPERSONALE >Riguarda il riconoscimento del proprio se corporeo, consente al bimbo di relazionarsi a sé stesso.

Come sottolinea Spitz, il bambino sviluppa prima la relazione interpersonale (persone, spazi, oggetti) e poi la relazione intrapersonale (riconosce il proprio Se corporeo).

L'adulto deve incoraggiare e sostenere la libera iniziativa del bambino, all'interno di regole e ambienti sicuri, nel rispetto dei tempi dei ritmi propri che garantiscano la massima espressione del suo essere corpo al mondo nell'atto di esplorare, conoscere.

Il Bambino è Intelligenza Senso-Motoria ed Emotiva

Il bambino sviluppa la sua Intelligenza grazie all'azione senso-motoria sollecitata dalla curiosità di conoscenza e di appropriazione di spazi, oggetti, situazioni scelti tra quelli che l'ambiente offre. Più l'ambiente è ricco e vario, più il bambino ha la possibilità di trovare lo stimolo adeguato al livello di sviluppo intellettivo raggiunto in quella precisa fase evolutiva.

L' INTELLIGENZA è un prodotto della mente che si sviluppa attraverso un processo intenzionale a spese dell'ambiente circostante e diverso da bambino a bambino. > è il complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all'uomo di pensare, comprendere, spiegare le azioni o fatti, intendere, giudicare, adattarsi alle situazioni nuove. Mentre la mente è una funzione, l'intelligenza è un suo prodotto.

L'intenzionelità muove il bambino verso gli stimoli che l'ambiente gli offre, l'intelligenza gli consente di agire, usare comportamenti o azioni motorie in risposta a tali stimoli. L'adulto invasivo che pensa di guidare l'esperienza del piccolo, condizionando il suo agire per fargli apprendere più cose in fretta, potrebbe limitare la sua espressione intelligente. La pratica senso-motoria, nella fascia d'età 0-3 anni, diviene dispositivo fondamentale per assecondare lo sviluppo intellettivo del bambino grazie a esperienze da cui derivano conoscenze, abilità e competenze. L'esplorazione, il gioco, la manipolazione sono l'agire intelligente dell'essere in relazione con l'ambiente.

L'intelligenza è la manifestazione concrete dell'unità corpo-mente, per cui il bambino, nel periodo della intelligenza sensomotoria, integra l'agire-pensare con il pensare-agire cioè manifesta il pensiero mentre compie l'azione. La visione di oggetti sconosciuti guida la curiosità del bambino, ma è la successiva manipolazione che gli consente la conoscenza sensoriale di quegli oggetti, la memorizzazione delle loro caratteristiche e il loro successivo richiamo attraverso la sola osservazione. > motivo per cui i bambini quando non conoscono un oggetto hanno l'impulso irrefrenabile di doverlo afferrare.

Ogni comportamento intelligente ha una sua radice emotiva: esiste un cervello emozionale che elabora le sensazioni di agio-benessere e disagio-malessere derivanti da particolari esperienze vissute. La curiosità innata del bambino lo può ricondurre allo stupore, meraviglia, gioia, ecc. L'alternanza di emozioni positive e negativa è indispensabile per una crescita equilibrata del bambino. Il bambino come l'adulto memorizza ogni esperienza come piacevole, o spiacevole condizionando il comportamento successivo qualora si ripresentino esperienze uguali o simili. >fondamentali per incrementare la fiducia di se stessi. Si deve prendere in considerazione nella crescita anche la creatività del bambino è espressione intelligente e, attraverso il gioco, rappresentazione grafica, manipolazione, integra pensiero ed azione nella continua trasformazione dell'ambiente. L'adulto/educatrice quindi deve alimentare il piacere di creare del bambino che non deve essere soffocato o limitato da ambienti troppo strutturati o organizzati.

Il Bambino è un Professionista dell'Autoapprendimento

I bambini sono fortemente motivati verso l'apprendimento e mostrano straordinarie capacità di adattamento all'ambiente che li circonda. In particolare nei primi anni di vita essi apprendono molte conoscenze e abilità senza aiuto esterno. Relazionandosi al mondo attraverso il corpo, lo sviluppo più evidente è quello motorio, infatti i bambini apprendono rapidamente diverse abilità:

  • Strisciare
  • stare seduti
  • " gattonare, arrampicare,
  • camminare, correre ecc.

questi vengono considerati come una serie di processi cognitivi intelligenti , di adattamento e di conquista.

Tutte queste abilità vengono apprese attraverso l'agire intenzionale sull'ambiente e sono dunque parte di processi cognitivi (intelligenti) di adattamento e di conquista.

Vi sono una serie di meccanismi di AUTOAPPRENDIMENTO INFANTILE:

  1. OSSERVAZIONE-> l'esplorazione visiva è il primo meccanismo di autoapprendimento. Il bambino è un grande osservatore e l'osservazione innesca la relazione con gli oggetti che attivano la curiosità

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