Documento dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Unimore) su Fondamenti di Gruppoanalisi. Il Pdf, utile per studenti universitari di Psicologia, esplora concetti chiave come relazione, circolarità e trasformazione, analizzando i tre vertici della gruppoanalisi e i contributi italiani alla disciplina.
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Psicologia dei Gruppi Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) 39 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: giulia-stefani (giuliastefani13@gmail.com)FONDAMENTI DI GRUPPOANALISI
GRUPPO: spazio in cui si inconrano la dimensione individuale e quella socio-relazionale permettendo di ripensare i legami tra individuo e società.
IL PENSARE DI GRUPPO>risultato della condivisone di pensieri individuali (a loro volta risultato dell'ascolto). È la capacità di seguire contemporaneamente 2 o più schemi di interpretazione della realtà anche se è in contrapposizione con quella vista dall'altro componente.
Il pensiero di gruppo si divide in 3 forme:
Alla base del pensiero gruppo analitico ci possono essere 2 idee: FLOUKES ("il sociale penetra l'essere più interno della personalità individuale") e FREUD ("la psicologia individuale è allo stesso tempo psicologia sociale").
La gruppo analisi (termine coniato da Burrow) è al contempo concepita come un FARE e un PENSARE> metodo di approccio a problemi individuali, tecnica terapeutica,strumento per ricerca scientifica che si sviluppa nella cornice della psicanalisi, ma intende esplorare, nel mondo interno del soggetto, i suoi rapporto tra i fatti psichici indivuali e collettivi (tentativo POLITICO> utile per la comprensione della polis).
4 concetti fondamentali su cui si regge un gruppo:
Si può inoltre leggere la gruppo analisi su 3 vertici:
Passaggio da teoria delle pulsioni>teoria delle relazioni oggettuali> teoria delle relazioni oggettuali ha favorito il transito da una visione di uomo chiuso in se stesso ad uno che si forma con le interazioni con il mondo esterno.
a. PSICANALISI: FREUD> psicanalisi ha sottolineato il primato delle pulsioni (biologicamente determinate)nello sviluppo dell'individuo ponendo sullo sfondo il mondo relazionale (conseguenza delle pulsuoni). Si sviluppa una riflessione che considera che senza un oggetto implicito o meno(fonte e meta della pulsioni) queste non possono esistere.
b. TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI: le pulsioni emergono nel contesto delle relazioni con il mondo esterno, dal quale non possono essere separate, e dall'elaborazione di queste ultime si struttura la personalità del soggetto (n.b. non viene interiorizzato l'oggetto, ma la relazione con esso). Le relazioni prototipiche interiorizzate gestiscono le interazioni tra soggetti esterni ed interni, il comportamento manifesto e il mondo affettivo del singolo. Relazioni oggettuali> interazioni tra i soggetti ed altri internilesterni e le relazioni tra i loro mondi oggettuali interni ed esterni.
c. TEORIA DELLE RELAZIONI SOGGETTUALI>" La prospettiva analitica sulle relazioni oggettuali non si è caratterizzata come autentico modello relazionale, poiché si è riferita soprattutto all'idea di 'mettere nell'altro' qualcosa piuttosto che alle relazioni inter-psichiche" (Giannone e Lo Verso). La teoria sostiene che il rapporto del soggetto con il mondo esterno e la relazione terapeutica stessa sono un fenomeno COMPLESSO + sottolinea come l'interiorizzazione delle relazioni non si ferma solo al contesto famigliare, ma si allarga a quello socio culturale (la soggettività è il prodotto di un processo che inizia nel campo mentale transegerazionale).
Importanti gli influssi della biologia>>GHELEN>NEOTENIA: la deficienza organica dell'uomo lo porta ad essere biologicamente predisposto ad apprendere dal proprio nucleo antropologico di appartenenza le modalità di adattarsi al mondo esterno.
Tuttavia è FLOUKES> il primo ad aver elaborato la teoria gruppo analitica> gruppo come matrice della vita mentale del soggetto.
*vedi capitolo su F.
3 concezioni per inquadrare il lavoro clinico e sociale con i piccoli gruppi:
1900\XX SECOLO> si costruiscono set (contesti) collettivi per sfruttare intenzionalmente alcune qualità curative dello stare insieme, sotto la guida di professionisti della terapia.
PRATT> primo caso di utilizzo del gruppo per fini terapeutici> integrò il trattamento dei pazienti tubercolotici con periodiche riunioni> tali incontri avevano esiti positivi sul morale dei pazienti e sul decorso della malattia (era positiva la condivisione e universalizzazione delle tematiche psicologiche collegate al disturbo.)
L'uso del gruppo a scopo terapeutico fu poi esteso a pazienti psichiatrici> prime terapie di gruppo.
BURROW> primo a coniare, negli anni '20, il termine"analisi di gruppo" ; sostenendo che si tratti della base dello sviluppo normale e patologico e di uno strumento terapeutico.
CONFLITTO NEVROTICO> La nevrosi si orgina per conflitto sociale (tra istinto naturale dell'uomo al legame e le relazioni sociali che non ne consentono lo stabilirsi) e il gruppo permette allora di mettere in discussione le immagini false di sé.
Il fine della terapia ha come destinatario l'individuo, quindi i primi psicoterapeuti usano il gruppo come ambiente dove aiutare il singolo. es. Freud> grandi interessi per fenomeni sociali, ma ha fatto mantenere alla psicanalisi carattere individuale.
Le prime esperienze risalgono agli ANNI '30 con Slavson, Wolf e Schwartz.
A. SLAVSON> Differenza tra gruppi terapeutici (non c'è uno scopo comune, ma i benefici sono prerogativa dei sinogli) e non terapeutici (obbiettivo ben definito e condiviso da tutti i membri). Al centro dell'interesse del setting analitico ci sono le relazioni affettive e il transfert multilaterale tra i pazienti (i gruppo per i pazienti inconsciamente è la riproduzione del nucleo d'origine). Considera la COESIONE come un ostacolo al lavoro analitico> bisogna bloccare sul nascere dinamiche interpersonali e interpretare il singolo in termini strettamente intrapsichici (ci si esprime attraverso monologhi nei quali può intervenire solo l'analista). Non attribuisce mai un valore terapeutico totale al gruppo come tale.
B. WOLF e SCHWARTZ> posizione più tollerante rispetto a Slavson, ma rimane il fatto che le dinamiche di gruppo non sono un fattore terapeutuico (si tratta di una somma di individui privo di caratteristiche specifiche e psicodinamiche extraindividuali), mentre le dinamiche interpersonali non sono un ostacolo al lavoro analitico, ma sono favorite nella loro spontaneità. SEDUTA ALTERNATA>seduta settimanale dei pazienti senza analista permettendo loro di esprimere liberamente sentimenti provati verso di lui.
WHITAKER e LIEBERMANN>CONFLITTO FOCALE DI GRUPPO (totalità che agisce su individui e i loro conflitti inconsci)> conflitto inconscio e condiviso dai componenti, che si determina all'interno del gruppo per contrapposizione del movente disturbante (desiderio) e quello reattivo (paura) che pervadono il gruppo e ne orientano le energie. SOLUZIONE>per cui è fondamentale il leader)> compromesso delle due forze opposte e può essere RESTRITTIVO(diminuzine delle paure senza espressione del desiderio) o PROGRESSIVO(diminuzione di paure ed espressione del desiderio).
*+ INFLUENZE ANCHE DI BION E EZERIEL
TEORIA PSICANALITICA ATTRAVERSO IL GRUPPO> FOULKES.