Documento universitario sull'estetica, i media e il cinema. Il Pdf esplora l'estetica, i media e il cinema, partendo dalla storia della filosofia e analizzando concetti chiave come la percezione e il ruolo del soggetto, l'evoluzione del cinema e l'impatto dei nuovi media e di Internet, con un focus sulla digitalizzazione della cultura.
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Esame parziale solo sulle lezioni 2 3 e 4 -> 30% -> 4 dicembre Esame finale orale -> 70%
Il corso analizza, da una parte, i concetti principali legati ai media e all'estetica nella cultura occidentale; dall'altra interpreta i nuovi media e il cinema di oggi con la rilettura del testo "Il linguaggio dei nuovi media" di Lev Manovich.
L'Estetica, nel linguaggio comune, a volte coincide con il significato filosofico mentre altre volte no. L'estetica può essere intesa come:
Movimento dell'Estetismo. Fu un movimento letterario e artistico di fine '800 basato sul culto della bellezza e dell'arte. La vita come ricerca e culto del bello.
Le parole aisthetikós (=che concerne la sensazione) e aísthesis (=percezione, sensazione) hanno la stessa radice greca del termine di anestetico, ovvero che ha la capacità di abolire la sensibilità, specialmente al dolore.
Nel dibattito contemporaneo l'estetica è intesa o come percettologia o come filosofia e teoria dell'arte.
L'estetica ha a che fare con il corpo e la sfera sensibile dell'esperienza.
Stile: strumento utilizzato dai romani per scrivere. Permetteva di identificare il modo di scrivere di un autore.
Per Ernst Gombrich (=storico dell'arte): "Lo stile è qualsiasi modo distintivo, e quindi riconoscibile in cui un atto è performato o un artefatto viene realizzato."
Quindi stile ed estetica possono essere sinonimi tra di loro.
Fino al 1700 la percezione sensibile veniva considerata inferiore rispetto al pensiero razionale e logico.
Per Aristotele la percezione è un processo fisico per il quale il corpo che sta percependo riceve la forma dell'oggetto che sta per percepire. Spiegato attraverso la metafora della cera.
Phantasia sensibile: immaginazione sensibile profondamente legata ai nostri sensi.
Cartesio fu il principale esponente del razionalismo moderno. Razionalità: "Io penso quindi sono". Secondo lui non possiamo fare affidamento ai sensi perché ci ingannano al punto di non distinguere sogno e realtà e dunque anche le qualità oggettive conoscibili (grandezza, colore, dimensione ecc ... ) e le qualità estetico soggettive (colore, sapore, odore ecc ... ).
È stato il padre della disciplina dell'estetica.
Nel 1735 scrive "Riflessioni sulla poesia" e nel 1750 "Estetica". Trasforma l'aggettivo estetico in un sostantivo e nasce l'estetica come una vera e propria disciplina filosofica autonoma.
"L'estetica è la scienza della conoscenza sensibile"
Durante l'epoca illuminista nasce il dibattito sul tema della soggettività (centralità del soggetto). Baumgarten prende ispirazione da Leibniz e chiama in causa la distinzione tra sensazione e percezione. Per la percezione il soggetto ha un ruolo attivo fondamentale per innescarne il processo perché elabora le sensazioni attribuendole all'azione esercitata sul corpo da un oggetto esterno. Mentre nella sensazione il soggetto ha un ruolo passivo, singolare e soggettivo, anche fisiologicamente connotato (esempio: sento caldo).
Quindi:
Nella sua opera "Critica della ragion pura" (1781 e 1787) analizza l'estetica trascendentale, che indica la scienza di tutti principi a priori della sensibilità. Questi principi sono lo spazio ed il tempo che non possono essere derivati da esperienze precedenti e rappresentano la condizione di possibilità dell'esperienza.
Solo nello spazio e nel tempo può darsi per noi umani un'intuizione sensibile.
Nella "Critica del giudizio" analizza il:
Il giudizio estetico si può considerare universalmente valido: definizione di universale e soggettivo. Secondo Kant i giudizi estetici, pur essendo soggettivi, sono universalmente validi perché "le condizioni soggettive di ogni uomo funzionano alla stessa maniera, rendendo in tal modo comunicabile il piacere."
Il senso comune non deriva dalla nostra esperienza ma dalla condizione a priori dell'universalità del giudizio estetico e funziona da norma ideale.
Perché è importante Kant? Perché pone per primo il soggetto come elemento fondamentale del giudizio estetico.
"La bellezza non è una proprietà ontologica delle cose, ma è frutto dell'incontro del nostro spirito con esse."
"Le porte della percezione" (1954) libro di Aldous Huxley dove racconta la sua esperienza nel sperimentare un grande cambiamento nella sua percezione del mondo esterno attraverso droghe psichedeliche quali la mescalina.
Nel 1700 quindi l'estetica è contemporaneamente:
Con Hegel nasce la disciplina dell'estetica come teoria dell'arte. In "Estetica" (1835) spiega che la filosofia dell'arte avente per oggetto il bello artistico è superiore rispetto al bello naturale. Lo scopo dell'arte è rivelare la verità sotto forma di configurazione artistica sensibile. Il carattere sensibile dell'arte viene ribadito, ma è reinterpretato alla luce della concezione dell'arte come manifestazione della verità e presentazione dell'assoluto.
Nel bello artistico si ha la manifestazione sensibile della verità, la rivelazione concreta e individuale dell'universalità dello spirito (Spirito Assoluto).
Karl Marx, Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud Cercano di spiegare l'esperienza senza fare ricorso né alla logica né alla ragione. Sono tra i principali autori e fondatori della filosofia e dell'estetica moderna.
"Art as experience" (1935) è un testo in cui si parla di arte come evento e non come oggetto e diventa fondamentale lo sviluppo di un'esperienza artistica e non di un oggetto artistico. Sottolinea l'importanza di estendere l'arte al di là dei confini dei musei e che dovrebbe avere a che fare con la nostra vita quotidiana, enfatizzando l'importanza della nostra esperienza e relazione con gli oggetti artistici.
Fino al 1935 l'arte era caratterizzata da forme di avanguardie, il ritorno al figurativo e influenzata dalla presenza dei totalitarismi.
Nel 1945 Maurice Merleau-Ponty scrive "Fenomenologia della percezione" in cui pone enfasi sulla corporeità e le sue valenze conoscitive e comunicative.
Infatti pone il corpo in relazione con il mondo e rimarca la ricerca sul tema della percezione, iniziata negli anni 30 in cui rifiuta ogni dualismo (sui quali è basata la storia della filosofia), e considera corpo e coscienza come inscindibili.
La mente è legata alla corporeità nel momento in cui facciamo esperienza. La coscienza non è un elemento a priori e non può essere astratta, ma deve essere sempre coscienza di qualcosa, cioè coscienza conoscitiva.
"Noi siamo al mondo in virtù del nostro corpo, in quanto percepiamo il mondo con il nostro corpo. Ma riprendendo così contatto con il corpo e con il mondo, ritroveremo anche noi stessi, giacché, se si percepisce con il proprio corpo, il corpo è un io naturale e come il soggetto della percezione."
Fenomeno dell'embodiment, cioè della mente incarnata: esiste un rapporto biunivoco tra mente corpo: le due cose non sono mai slegate.
"Non facciamo esperienza di un film solo attraverso gli occhi. Vediamo e comprendiamo e sentiamo un film con il nostro intero corpo [ ... ]. I sensi sono a loro volta influenzati culturalmente.“
Alois Riegl 1893 (=storico dell'arte) che, con gli altri esponenti della scuola di Vienna, condivide il progetto di una storia dell'arte priva di nomi, quindi centrata sull'analisi delle correnti che improntano una determinata epoca, per la quale le leggi che definiscono lo sviluppo delle varie correnti stilistiche si fondono su specifiche modalità visive che chiama schemi di visibilità.
Lo stile di una determinata epoca è connesso a una determinata disposizione percettiva e rappresentativa dell'attività ottica, la storia del comportamento ottico, si accompagna all'evoluzione degli stili, dalle storie sono riscontrabili due fondamentali regimi di visibilità che schematizzano a priori le modalità percettive, le forme della visione e le scelte espressive dei singoli artisti:
Differenza tra
"Surface" 2014
Cognizione incarnata: parlare di cognizione incarnata (embodied cognition) significa affermare che parti corporee, azioni o rappresentazioni corporee svolgono un ruolo determinante nei processi cognitivi.
"Quando tocchiamo qualcosa o qualcuno siamo, inevitabilmente, toccati a nostra volta. Quando guardiamo, non è detto che il nostro sguardo venga ricambiato, ma quando tocchiamo, per la natura stessa della pressione della nostra mano o di qualsiasi parte del nostro corpo su un soggetto o oggetto, non possiamo sfuggire al contatto. Il contatto non è mai unidirezionale, non è in nessun caso una strada a senso unico."
"L'albero della conoscenza" 1987. Tratta della ricerca della natura incarnata e fenomenologia della mente umana secondo basi biologiche. Spiega come la natura della mente umana sia determinata dalle caratteristiche del corpo umano.
La neuroestetica indaga scientificamente e neurologicamente quei processi celebrali che determinano il godimento di un'opera d'arte.
Secondo le neuroscienze contemporanee, per creare le immagini mentali utilizziamo gli stessi percorsi neuronali dinamici che creano la percezione sensoriale materiale.
Neuroestetica -> Semir Zeki (1993 - 2003).
Neuroni specchio
Da degli studi del cervello del macaco, alla fine degli anni 90, si è scoperto che esistono dei meccanismi di rispecchiamento nel cervello umano quando si guarda una qualsiasi opera d'arte. Se osserviamo qualcuno compiere un'azione nel nostro cervello si attivano gli stessi neuroni che si attiverebbero se fossimo noi a compiere un'azione.