Teoria, Analisi e Composizione musicale dal Liceo Attilio Bertolucci

Documento dal Liceo Scientifico-musicale-sportivo Attilio Bertolucci su Teoria, Analisi e Composizione. Il Pdf, di Musica per la Scuola superiore, offre lezioni di teoria musicale, coprendo argomenti come il portato, il tenuto, il non legato, il ritmo, il metro e la pulsazione, con esempi ed esercizi.

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50 pagine

Stefano Pantaleoni
“TEORIA, ANALISI E COMPOSIZIONE”
Per i Licei musicali
Lezioni di Teoria musicale
2

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Anteprima

PREFAZIONE

Il presente quaderno tratta lo studio e la pratica della teoria musicale in forma di "Unità di apprendimento", in linea con le nuove "Indicazioni nazionali" e il "Profilo" dei nuovi licei musicali. L'impostazione strutturale della trattazione di tutti i contenuti previsti dalla disciplina sono suddivisi in quattro macro aree così articolate: elementi di semiografia musicale, elementi di organizzazione ritmica, elementi armonico-melodici ed elementi di stenografia musicale. Non mancano infine numerosi esempi articolati in schemi grafici e citazioni d'autore, oltre ad opportuni suggerimenti per espansioni disciplinari. Le esercitazioni (lettura a prima vista, canto, imitazione melodica, dettato musicale melodico e ritmico), opportunamente collegate alle quattro unità di apprendimento, mirano allo sviluppo dell'orecchio musicale in modalità "ear training" e vengono proposte unicamente nella versione digitale. A ciò si aggiungono graduate schede di verifica e la possibilità di operare con il programma "Musescore", software libero di composizione e notazione musicale affiancato al presente quaderno.

UNITA' DI APPRENDIMENTO N.1

ELEMENTI DI SEMIOGRAFIA MUSICALE

OBIETTIVI SPECIFICI

L'allievo:

  • Sperimenta e pratica, anche attraverso esercitazioni specifiche e mirate, gli elementi basilari del codice musicale in ordine alla semiografia musicale

NOTAZIONE DELL'ALTEZZA

Note

Sono segni puntiformi collocati in modo spaziale su di un supporto denominato pentagramma:

In una sequenza spaziale di note così espressa, possiamo solo notare potenziali alzamenti ed abbassamenti, ma mancano ancora informazioni fondamentali e determinanti per risalire con precisione alle altezze effettive dei suoni. Questi non possono avere una denominazione precisa.

Pentagrammi, tagli addizionali e segni di ottava

Pentagramma, o rigo musicale, è denominato il supporto su cui le note sono poste. Come si può osservare esso è un insieme di cinque linee parallele che, conseguentemente, generano quattro spazi. Si conta a partire dal basso:

5 lines 1 linea 4 spazio 3" spazio 2spazio 1º spazio

Quando i suoni superano l'estensione del pentagramma stesso si ricorre ai cosiddetti tagli addizionali, frammenti di linea che si aggiungono di volta in volta (come se il pentagramma continuasse) sopra e sotto il pentagramma:

0 O 10 110

Allo scopo di contenere una gamma di suoni più vasta si usa anche il doppio pentagramma (tipico della scrittura per pianoforte):

. . .. L'estensione del pentagramma può essere ampliata tramite i simboli di ottava superiore e ottava inferiore. In questo modo tutte le note poste sotto l'area delimitata dal simbolo 8.va vanno eseguite un'ottava sopra o un'ottava sotto rispetto a quella espressa dalle note nella loro posizione normale:

Effetto 8 6 Grafia Grafia Effetto (8

Simboli di chiave, nomi delle note e setticlavio

Tramite la chiave si definisce la corrispondenza di linee e spazi del pentagramma alle altezze musicali. Indicata all'inizio di ogni pentagramma, la chiave sviluppa il proprio effetto fino alla conclusione del brano. Nel corso della composizione possono intervenire sue sostituzioni con chiavi differenti o il ritorno a quella iniziale:

FA RE MI SI SOL LA MI FA

Come si può osservare nella figura suesposta, alle linee corrispondono le note di mi, sol (linea della chiave), si, re, fa; agli spazi corrispondono le note di fa, la, do, mi. Esistono sette tipi di chiavi che costituiscono un sistema denominato setticlavio. Si distinguono principalmente in tre segni grafici diversi e prendono il nome da tre note: sol, fa e do, per cui assumono la denominazione di chiave di sol, chiave di do e chiave di fa. Nell'ordine:

DO

Oltre alla chiave di violino abbiamo così due chiavi di fa, basso e baritono, e quattro chiavi di do, tenore, mezzosoprano, contralto e soprano. Le sette altezze diverse dipendono dalla diversa posizione in cui la chiave è posta sulle linee del pentagramma. Ciò permette di poter rispettare le diverse estensioni delle voci e degli strumenti, in modo che qualunque linea melodica, di qualunque estensione (registro) essa sia, possa essere contenuta il più possibile sul pentagramma di riferimento, utilizzando così il minor numero di tagli addizionali che complicano un po' la lettura per l'esecuzione.

Rigo di Canto Do 0 Rigo di Soprano Do Rigo di Mezzosoprano o Do Rigo di Contralto O Do Rigo di Tenore o Do Rigo di Baritono Do o Rigo di Basso Do

La tessitura delle voci è dunque articolata in:

  • Chiavi per voci femminili: soprano, mezzosoprano e contralto
  • Chiavi per le voci maschili: tenore, baritono e basso
  • Chiave strumentale: chiave di violino (o di sol)

Alterazioni cromatiche, toni e semitoni

Sono segni grafici che indicano l'innalzamento o l'abbassamento di una nota:

  • # (diesis) altera la nota di un semitono cromatico ascendente
  • x (doppio diesis) Altera la nota di due semitoni cromatici ascendenti
  • ৳(bemolle) Altera la nota di un semitono cromatico discendente
  • ৳(doppio bemolle) Altera la nota di due semitoni cromatici discendenti
  • 4(bequadro) Annulla ogni alterazione riportando il suono allo stato naturale
  • # (doppio bequadro) Annulla ogni doppia alterazione riportando il suono allo stato naturale

Le alterazioni possono essere collocate prima della nota cui si riferiscono, alla loro sinistra (momentanee o transitorie), o poste dopo la chiave, all'inizio del rigo. Nel secondo caso sono definite come armatura di chiave e, come si vedrà in seguito, individuano la tonalità del brano in quanto il loro effetto è costante per tutto il svolgimento del pezzo. Esiste un'altra tipologia edi alterazione detta di precauzione posta tra parentesi: segnalano situazioni in cui la loro eventuale omissione causerebbe errori. Con le alterazioni risulta naturale e indispensabile introdurre i concetti di tono e semitono:

Tono Distanza più grande fra due note vicine nell'ambito di una scala (grado congiunto). Possiamo suddividerlo in due semitoni: uno cromatico e uno diatonico. Semitono Distanza più piccola fra due gradi congiunti (sempre nell'ambito di una scala). E' la metà di un tono e può essere cromatico o diatonico.

6 0 0 Tono Semit. Semit. Cromatico Diatonico Semit. Semit. Cromatico Diatonico

NOTAZIONE DELLA DURATA

Figurazioni

Dobbiamo fare una distinzione fra due categorie di figurazioni: figure di valore e figure di durata. Con le prime si distinguono due sottoinsiemi: figure di durata e pause (simboli equivalenti alle figure di durata che esprimono i silenzi). Le seconde indicano il tempo occupato dalla produzione di ogni singolo suono, ovvero un sistema di simboli specifici codificato.

VALORI SIMBOLI PAUSE o SILENZI 4 o SEMIBREVE (Intero) 4 MINIMA (Metá) 1 4 SEMIMINIMA (Quarto) 1 1 8 CROMA (Ottavo) 1 16 SEMICROMA (Sedicesimo) 1 32 BISCROMA (Trentaduesimo) 1 64 SEMIBISCROMA (Sessantaquattresimo) La BREVE = vale due interi e si usa come unitá di misura nei Tempi: 2 1

Nella tabella sottostante possiamo verificare che i valori numerici relativi alle figure di durata sono tutti sottomultipli crescenti di 2:

0

E' importante considerare che le figure di durata esprimono in realtà una proporzione e non una durata assoluta: quest'ultima è legata al fattore temporale della velocità. Nella tabella sono esclusi i sottomultipli della semibiscroma (1/128, riscontrabile nella scrittura di passi virtuosistici) e i multipli della semibreve (breve, longa, uso assai raro nella notazione attuale). Nella grafia il gambo va collocato a destra se orientato in alto, a sinistra se orientato in basso, mentre le codette sono sempre rivolte alla destra rispetto alla testa della nota:

0 oppure 0 - oppure oppure 01 oppure ecc.

Le codette possono unirsi in tratti comuni (letteratura strumentale) o rimanere separate (ciò avviene nella letteratura vocale, in conformità alla sillabazione del testo poetico).

Battute o misure

Denominate anche spezzabattute, sono quegli spazi delimitati da stanghette poste verticalmente sul pentagramma:

Le stanghette possono essere semplici e doppie, con diversa funzione:

Semplice: separa le misure all'interno del discorso musicale. Doppia: separa due parti distinte. Doppia con barra finale in grassetto: viene utilizzata a conclusione del brano.

Negli spazi di battuta sono comprese un misurato numero di pulsazioni indicato da due numeri frazionari posti all'inizio di ogni brano musicale1. A tale proposito possiamo dire che il numeratore indica la quantità delle pulsazioni (due, tre, quattro, ecc.), mentre il denominatore la qualità, ovvero l'effettiva natura di queste (es. mezzi, quarti, ottavi, sedicesimi, ecc.):

Indica il numero di pulsazioni per ogni battuta 4 = 4 4 Ogni pulsazione vale % = una Semiminima = Indica il numero di pulsazioni per ogni battuta 11 Ogni pulsazione vale 2 = una Minima = d 3 8 3 Indica il numero di pulsazioni per ogni battuta Ogni pulsazione vale § = una Croma =

Segni di prolungamento

Sono elementi e procedure previste dal codice musicale atte a modificare il reale valore di durata delle note o delle pause:

Legatura di valore Somma (quindi prolunga) due o più suoni anche se di valore diverso purchè posti sulla stessa linea o spazio. Si utilizza solo tra note, mai tra pause. Punto di valore . Posto dopo una nota o una pausa, prolunga il loro valore esattamente della metà. Può essere anche doppio o triplo. Corona Provoca il prolungamento della durata del suono o di una pausa su cui è posta, a discrezione dell'esecutore e adeguatamente al contesto (velocità, ecc.).

Esempi con punto di valore semplice:

1 Per un adeguato approfondimento di questo argomento si rimanda all'U.A. 2 "Elementi dell'organizzazione ritmica"

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