La Chiesa tra decadenza e riforme: storia medievale

Documento sulla Chiesa tra decadenza e riforme. Il Pdf esplora la storia della Chiesa medievale, analizzando la sua evoluzione da un ruolo forte alla decadenza morale, i movimenti di riforma spirituale e le crociate. Il materiale è utile per lo studio della storia per studenti di scuola superiore.

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La chiesa tra decadenza e riforme
Il ruolo forte della chiesa
Durante il periodo turbolento della costituzione dei regni il ruolo della Chiesa di Roma
si rafforzò.
nel medioevo occidentale la chiesa si affermò con un ruolo a tutto campo: non solo
come autorità spirituale ma anche culturale politica ed economica.
Il consolidamento del suo potere temporale fu favorito dall'ampliamento territoriale dei
suoi domini che nell'ottavo secolo costituirono il primo nucleo dello Stato della Chiesa.
La corruzione degli ecclesiastici
all'inizio dell'undicesimo secolo la chiesa però si trovò in una condizione di grave crisi
morale. I figli cadetti delle famiglie nobili, privi di vocazione e di un'adeguata
preparazione religiosa, aspiravano diventare vescovi per godere dei vantaggi materiali
legati a questo incarico.
Ormai le più alte cariche religiose erano talmente ambite che molti nobili pagavano
grosse somme di denaro pur di ottenerle macchiandosi così del peccato di simonia.
inoltre, spesso gli ecclesiastici violavano i voti di castità e di celibato molti erano Uniti a
donne virgola in regime di concubinato.
Il movimento di riforma spirituale: cluniacensi, camaldolesi e vallombrosani
Questa situazione finì per suscitare la protesta dei fedeli e di una parte dello stesso
clero punto dai monasteri parti la condanna più dura della corruzione che dominava gli
uomini di chiesa. Un impulso fondamentale venne da Cluny, in Francia, dove all'inizio
del decimo secolo era nato un ordine religioso chiamato, dal luogo di origine,
cluniacense, posto sotto la diretta dipendenza del pontefice.
Sull'esempio di Cluny nacquero nuovi ordini di moralità: i camaldolesi e i
vallombrosani.
Il popolo delle città sostegno della riforma
l'esigenza di una riforma della Chiesa era sentita anche dai laici. Soprattutto nell'Italia
settentrionale si scatenò così una violenta campagna contro i vescovi corrotti e
l'immoralità della Chiesa
La rivendicazione del primato del Papa
l'esigenza di una drastica riforma religiosa fu avvertita anche dai settori più sensibili
delle stesse gerarchie ecclesiastiche no uno dei problemi più gravi riguardava la
nomina del Papa, che era divenuta una prerogativa degli imperatori.
Nel 1058 il partito riformatore riuscì a far nominare Papa uno dei propri esponenti,
Nicolò II. Appoggiato da un monaco benedettino, Ildebrando di Soana, Nicolò II non
esitò a rivendicare l'autonomia del papato dall'autorità imperiale e a svincolare le
elezioni del pontefice dal condizionamento imperiale. Ribadì la supremazia politica del
Papa su qualsiasi autorità terrena, in quanto direttore rappresentante di dio sulla terra,
gettando così le basi di una vera e propria teocrazia.
Il Concilio lateranense (1059)
Il primo atto di Nicolò II fu quello di convocare un Concilio nel palazzo Laterano a Roma
punto i vescovi stabilirono che l'elezione del pontefice spettava al solo collegio dei
cardinali appunto Nicolò II fece poi seguire altri decreti con i quali si condannavano la
simonia e il concubinato.
La rottura fra Chiesa di Roma e chiesa di Bisanzio.
nel 1054 il Papa di Roma e il patriarca di Costantinopoli (Bisanzio), Che erano le due
grandi guide del mondo cristiano, si comunicarono reciprocamente: Il patriarca si
rifiutò di riconoscere la superiorità del Papa e proclamò lo scisma da Roma (Scisma
d'oriente). da quel momento la chiesa greca si definì ortodossa (cioè custode della
giusta dottrina), mentre quella di Roma conservò l'appellativo di cattolica (ci
universale).
Lo scontro tra papato e impero e la lotta
per le investiture
l'origine del dissidio tra i due poteri universali ponendo la corona di imperatore sul capo
Di Carlo Magno, papa leone terzo aveva voluto manifestare pubblicamente la
preminenza del pontefice sull’imperatore. Sì e pontefici sia gli imperatori legittimavano
la propria autorità sulla base di un'ideale investitura divina: il loro potere derivava

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Anteprima

Il ruolo forte della Chiesa nel Medioevo

Durante il periodo turbolento della costituzione dei regni il ruolo della Chiesa di Roma si rafforzò. nel medioevo occidentale la chiesa si affermò con un ruolo a tutto campo: non solo come autorità spirituale ma anche culturale politica ed economica. Il consolidamento del suo potere temporale fu favorito dall'ampliamento territoriale dei suoi domini che nell'ottavo secolo costituirono il primo nucleo dello Stato della Chiesa.

La corruzione degli ecclesiastici all'inizio dell'XI secolo

all'inizio dell'undicesimo secolo la chiesa però si trovò in una condizione di grave crisi morale. I figli cadetti delle famiglie nobili, privi di vocazione e di un'adeguata preparazione religiosa, aspiravano diventare vescovi per godere dei vantaggi materiali legati a questo incarico. Ormai le più alte cariche religiose erano talmente ambite che molti nobili pagavano grosse somme di denaro pur di ottenerle macchiandosi così del peccato di simonia. inoltre, spesso gli ecclesiastici violavano i voti di castità e di celibato molti erano Uniti a donne virgola in regime di concubinato.

Il movimento di riforma spirituale: cluniacensi, camaldolesi e vallombrosani

Questa situazione finì per suscitare la protesta dei fedeli e di una parte dello stesso clero punto dai monasteri parti la condanna più dura della corruzione che dominava gli uomini di chiesa. Un impulso fondamentale venne da Cluny, in Francia, dove all'inizio del decimo secolo era nato un ordine religioso chiamato, dal luogo di origine, cluniacense, posto sotto la diretta dipendenza del pontefice. Sull'esempio di Cluny nacquero nuovi ordini di moralità: i camaldolesi e i vallombrosani.

Il popolo delle città e il sostegno alla riforma

l'esigenza di una riforma della Chiesa era sentita anche dai laici. Soprattutto nell'Italia settentrionale si scatenò così una violenta campagna contro i vescovi corrotti e l'immoralità della Chiesa

La rivendicazione del primato del Papa

l'esigenza di una drastica riforma religiosa fu avvertita anche dai settori più sensibili delle stesse gerarchie ecclesiastiche no uno dei problemi più gravi riguardava la nomina del Papa, che era divenuta una prerogativa degli imperatori. Nel 1058 il partito riformatore riuscì a far nominare Papa uno dei propri esponenti, Nicolò II. Appoggiato da un monaco benedettino, Ildebrando di Soana, Nicolò II non esitò a rivendicare l'autonomia del papato dall'autorità imperiale e a svincolare le elezioni del pontefice dal condizionamento imperiale. Ribadì la supremazia politica del Papa su qualsiasi autorità terrena, in quanto direttore rappresentante di dio sulla terra, gettando così le basi di una vera e propria teocrazia.

Il Concilio Lateranense (1059)

Il primo atto di Nicolò II fu quello di convocare un Concilio nel palazzo Laterano a Roma punto i vescovi stabilirono che l'elezione del pontefice spettava al solo collegio dei cardinali appunto Nicolò II fece poi seguire altri decreti con i quali si condannavano la simonia e il concubinato.

La rottura fra Chiesa di Roma e chiesa di Bisanzio

nel 1054 il Papa di Roma e il patriarca di Costantinopoli (Bisanzio), Che erano le due grandi guide del mondo cristiano, si comunicarono reciprocamente: Il patriarca si rifiutò di riconoscere la superiorità del Papa e proclamò lo scisma da Roma (Scisma d'oriente). da quel momento la chiesa greca si definì ortodossa (cioè custode della giusta dottrina), mentre quella di Roma conservò l'appellativo di cattolica (cioè universale).

Lo scontro tra papato e impero e la lotta per le investiture

l'origine del dissidio tra i due poteri universali ponendo la corona di imperatore sul capo Di Carlo Magno, papa leone terzo aveva voluto manifestare pubblicamente la preminenza del pontefice sull'imperatore. Sì e pontefici sia gli imperatori legittimavano la propria autorità sulla base di un'ideale investitura divina: il loro potere derivavadirettamente dalle mani di Dio e, di conseguenza, si estendeva su tutti i cristiani punta la questione era sapere quale dei due poteri era superiore all'altro: attorno all'affermazione di questo primato si sviluppò un dissidio destinato a crescere nel tempo.

I vescovi-conti

oltre a essersi riservato il privilegio di intervenire nella scelta del Papa, ottone primo, per limitare l'autonomia dei grandi vassalli e imporre la sua effettiva autorità, si affidò a uomini di chiesa, scegliendo i suoi feudatari tra vescovi e abati no. il ricorso ai cosiddetti vescovi-conti offriva all'imperatore un vantaggio fondamentale: agli ecclesiastici non era permesso avere figli; perciò, alla loro morte il feudo tornava nelle mani del sovrano. da allora, infatti, gli imperatori si attribuirono al potere di conferire non soltanto l'investitura laica a un vescovo nominato dal pontefice, ma addirittura di designare autonomamente vescovi e abati: venne a mancare quindi la separazione fra potere temporale e potere spirituale.

Il Papa Gregorio e i dictatus papae

Nel corso dell'XI secolo le tensioni fra papato e impero finirono per generare un vero e proprio conflitto che prese il nome di lotta per le investiture. Il nuovo imperatore Enrico IV (1056- 1106) aveva assunto un atteggiamento di aperta sfida verso la chiesa. Gregorio VII (Indisse subito due concili e vieto all'imperatore di concedere ai vescovi l'investitura spirituale e agli ecclesiastici di accettare benefici dell'autorità laica. nello stesso riconfermo ufficialmente una raccolta di 27 proposizioni nota come dictatus papae, le prerogative fondamentali della Chiesa fra cui:

  1. L'assoluta infallibilità, irreprensibilità, superiorità del Papa su ogni altra autorità terrena
  2. Il diritto del pontefice di giudicare e deporre non solo i vescovi (che non avevano alcun potere autonomo), ma lo stesso imperatore, esonerando i sudditi da ogni vincolo di sottomissione e di obbedienza.

Lo scontro fra Papa e imperatore Enrico IV a Canossa

Enrico IV, nel gennaio del 1076 convocò la dieta di worms, doveva i vescovi tedeschi deposero Gregorio VII, dichiarandone illegittima l'elezione.Gregorio VII, lanciò la scomunica contro il sovrano, sciogliendo i sudditi dal giuramento di fedeltà. I feudatari tedeschi ostili all'imperatore non attendevano un'occasione migliore: accolsero con grande favore provvedimenti del papà che davano loro un'occasione per sbarazzarsi di Enrico IV. All'imperatore non rimase che affrettarsi a scendere in Italia. anche il Papa si era messo in viaggio, diretto in Germania per discutere la situazione con i pediatri tedeschi. Alla notizia che l'imperatore ha raggiunto nella pianura padana, Gregorio VII interruppe il viaggio e si rinchiuse nel castello di Canossa, dalla sua alleata più potente e fedele la contessa Matilde. Enrico IV, dopo essere stato costretto ad attendere l'udienza papale per ben tre giorni, ottenne dal Papa il perdono e la revoca della scomunica. L'episodio di Canossa virgola fu considerato come un evidente trionfo del potere ecclesiastico su quello laico. l'umiliazione era stata troppo grande per non provocare la violenta reazione dell'imperatore.

Enrico IV attacca Roma

rientrato in Germania e vinti feudatari infedeli, nel 1080 l'imperatore Enrico IV scese di nuovo in Italia alla testa di un forte esercito, deciso a riprendere la lotta contro il Papa. fece deporre nuovamente Gregorio VII, e al suo posto fece eleggere un antipapa che prese il nome di Clemente III; si preparò quindi ad assediare Roma. nel giugno del 1083 Enrico IV potrà entrare in città. Gregorio VII si rifugio in Castel Sant'Angelo, da dove chiamo un aiuto i suoi alleati Normanni, stanziati nel sud della penisola; l'esercito normanno però intervenne solo un anno dopo, con effetti disastrosi per Roma virgola che subisse saccheggi e devastazioni. Gregorio VII fu così costretto a lasciare la città, rifugiandosi a Salerno, allora capitale del Ducato normanno, dove morì pochi mesi dopo.

Il concordato di Worms

solo nel 1122 Enrico V, figlie successore di Enrico IV, giunse un accordo con Papa Callisto II: il concordato di worms. Con questo atto venne stabilito che:

  • l'investitura spirituale dei vescovi, con il pastorale e l'anello, spettava solo al Papa;
  • l'imperatore poteva aggiungere l'investitura temporale con la spada;
  • In Germania la consacrazione temporale doveva precedere quella religiosa, mentre in Italia l'investitura temporale dovrà essere successiva a quella ecclesiastica;
  • L'imperatore rinunciava ogni intervento nell'elezione del pontefice.

Si trattò di un accordo di compromesso che poneva fine la lotta per le investiture e rendeva il papato indipendente dalle interferenze laiche e svincolando dalla tutelaimperiale no Il Papa poteva ristabilire il primato su tutta la gerarchia ecclesiastica ed esercitare di conseguenza un potere, diretto o indiretto, su un vasto territorio.

Le crociate

La Reconquista in Spagna

nel corso dell'XI secolo gli arabi persero progressivamente terreno nella parte occidentale del Mediterraneo e nella penisola iberica, dove i regni cristiani del nord (Leon, Castiglia, Navarra, Aragona) riconquistarono lentamente il territorio questo processo di liberazione della Spagna dai Mori detto reconquista fu in realtà molto lento. Una tappa fondamentale del processo di riconquista fu rappresentata dalla battaglia di Las Navas de Tolosa che, vinta dai cristiani, segnò l'inizio del declino del dominio arabo.

L'avanzata dei turchi Selgiuchidi

una minaccia ancora più seria per gli arabi giunse da Oriente. Qui i turchi, di religione musulmana, avevano approfittato dei contrasti interni al mondo arabo per creare regni autonomi nei territori appartenenti ai califfati di Baghdad ed Egitto punto nel 1055 un gruppo di turchi guidato dal capo Selgiuk, chiamati appunto selgiudichi, riuscì addirittura a impadronirsi di Baghdad punta da qui i turchi avanzarono progressivamente verso il Mediterraneo conquistando la Siria e la Palestina, con la città di Gerusalemme, meta dei pellegrinaggi dei cristiani fin dal IV secolo. a differenza degli arabi, che avevano avuto un atteggiamento di tolleranza verso i pellegrini cristiani, i turchi cominciarono a perseguitarli, impedendo loro l'accesso al Santo sepolcro e rendendo difficile ogni relazione commerciale fra l'oriente e l'occidente a subire le conseguenze più gravi era l'impero bizantino. Per questo l'imperatore di Costantinopoli si era rivolto ai cristiani d'occidente in cerca di aiuto militare e aveva avviato alcune trattative col Papa.

Verso la crociata: Pietro l'Eremita e Urbano II

i pressanti appelli rivolti dai bizantini al mondo cristiano non caddero nel vuoto. Notizie delle violenze inflitte ai cristiani dai turchi e racconti dei pellegrini, venivano amplificati dalle parole infuocate dai predicatori come il frate francese Pietro di Amiens detto l'eremita, che fra il 1093 è il 1094 aveva cominciato a incitare le folle alla lotta contro gli infedeli, al grido di "Dio lo vuole". fin dal 1074 Papa Gregorio VII, sollecitato dall'imperatore bizantino, aveva progettato una spedizione in Oriente l'idea fu ripresa a vent'anni più tardi dal Papa urbano II che invito solennemente tutti i cristiani a riunire le proprie forze per difendere l'impero d'oriente dalla pressione dei turchi e liberare il Santo sepolcro dagli infedeli l'appello

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