Documento di Università su Kant. Il Pdf esplora la vita, le influenze filosofiche e le opere principali di Kant, trattando temi come la metafisica, l'Empirismo e l'Illuminismo. Questi appunti di Filosofia, adatti per l'Università, approfondiscono le due Critiche (Ragion Pura e Ragion Pratica) e la teoria del sommo bene.
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"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente: il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me." (I. Kant, Critica della Ragion Pratica, "Conclusione")
Nasce a Konigsberg nel 1724 e quindi si trova nelle filosofie che si stanno sviluppando in questi anni: segue la Rivoluzione Scientifica e lui stesso ha studiato nella sua adolescenza le scienze. In concomitanza è stato un teorico di una spiegazione della nascita del corpo a partire da una nebulosa. Formula, inoltre, una teoria successiva ripresa da Laplace. Ecco la teoria si chiama da Kant a Laplace e viene attribuita ad entrambi. Era anche un ammiratore di Newton, un personaggio che nella fisica moderna ha contato molto. Kant ha una grandissima considerazione di quella che è la scienza con il suo rigore, che diventa un'esigenza e un modello essendo Kant una persona rigorosa come carattere. La sua vita è stata priva di grandi avventure e spostamenti. Di lui si racconta che fosse un personaggio molto metodico. Ha avuto un' educazione al pietismo, una religione, che accentuava, in particolare nel Nord Europa, il senso di colpa ed essa è una forma del protestantesimo. Fin da piccolo questa corrente filo protestante lo ha forgiato facendolo diventare una persona perfino rigida.
Lui ha avuto una formazione metafisica molto importante. Ha studiato la lunga tradizione filosofica anche al docente Wolf che lo ha iniziato alla metafisica e appassionato ad essa. Studiare metafisica significa interessarsi di anima nel suo triplice natura : psicologia, cosmologia e teologia . Anima, mondo e Dio sono i tre temi che Kant vuole esplorare attraverso la filosofia e quindi la metafisica. Lui sente essere l'esigenza principale dell'uomo, poiché esso ha bisogno di capire chi è e di indagare il suo ruolo del mondo. Tutta la sua filosofia sarà la tendenza ad interrogarsi su questi quesiti: anima, mondo e Dio. Essere un metafisico significa anche credere nelle idee innate, come fanno i Razionalisti. Quindi Kant è un Innatista. L'innatismo era tipico della corrente razionalista come ad esempio Cartesio, Leibniz. Lui ha dentro di se tutte queste istanze tra l'innatismo che si traduce nel Razionalismo.
Vive nel '700, ossia il secolo dell'Illuminismo tanto che avremo di Kant uno scritto che è una definizione di questa corrente, "Che cos'è chiaro". In questa dissertazione ha fatto una metafora "L'uscita dell'uomo nello stato di minorità" ossia diventare maggiorenni. Chi è minorenne ha qualcuno che pensa al posto suo, che decide. Essere maggiorenni significa essere autonomi e responsabili. Non è più l'epoca in cui gli uomini si fanno dirigere ma l'uomo si fa protagonista attraverso la propria capacità razionale. Quindi l'Illuminismo parla di autonomia del soggetto e di essere razionali, critici.
La persona critica è quella persona che sa valutare, discernere e sa avvalersi della sua ragione che , alla fine dei conti, è quello che sostiene l'Illuminismo. Ecco che questa necessità si traduce "sappi farti valere attraverso il tuo intelletto".L'illuminismo arriva in Prussia dalla Francia. Essere illuminati significa essere concreti, avere un impostazione materialistica, laica. La religione perde quota e così una visione laica si fa avanti.
A questo non basta poiché oltre alla sua formazione, della Rivoluzione Scientifica, si sta iniziando a diffondere l'Empirismo. Kant da metafisico incomincia a leggere in particolare Hume. Tutto si acquisisce tramite l'esperienza e l'osservazione. L'uomo non ha niente dentro ma riceviamo tutto con l'esperienza e se la sperimentiamo. Non conosco tutto e quindi la mia conoscenza ha dei limiti. Si torna così alle domande esistenziali di prima: faccio esperienza con l'anima? tocca veramente il mondo? Posso fare esperienza di Dio? Kant dice di Hume: " Lui mi ha svegliato da un sonno dogmatico".
La religione parla di dogmi, ossia credere per fede senza dimostrare, un contenuto che credi per fede senza eventuale dimostrazione. Kant nel momento in cui si imbatte in Hume comprende che la sua fiducia nei dogmi non erano fondati. Non esistono le idee innate. Kant dopo aver letto Hume non è più lo stesso: non si fida delle idee innate e diventa, di conseguenza, scettico e incomincia a farsi delle domande più profonde: non accetta più quello che era prima il mondo della sostanza, dell'io della causa, tutti concetti presenti anche in Locke.
Kant viene investito da questo mondo e da vecchio metafisico e da nuovo empirista scettico getta le basi per un compromesso. Il suo pensiero è un compromeso tra la Metafisica e l'Empirismo. L'uomo ha una sete insopprimibile di conoscenza. L'essere umano ha bisogno di conoscersi, di indignarsi. Più faccio fatica, più ho un limite più vorrei andare oltre. Lui vuole trovare il sistema per interrogarsi sulla psicologia, sulla cosmologia e sulla teologia. La domanda delle domande per Kant è " potremmo parlare di metafisica come scienza?" .
Ogni disciplina ha un suo metodo e un suo rigore che erano già le parole di Aristotele nell'etica Nicomachea: ogni oggetto di ricerca ha un suo metodo e un suo grado di scientificità, ogni ambito della conoscenza ha uno statuto epistemologico (episteme:conoscenza fissa, solida). Quinta la metafisica può avere un grado di solidità e di conoscibilità uguale alla scienza fisica e matematica? "La mia filosofa stravolgerà il mondo e farò una rivoluzione copernicana." La sua filosofia è una sintesi della vecchia filosofia condita assieme le tendenze e l'incursione delle influenze europee.
Bacone dice "gli scienziati possono avere tre tipi di metodo: le formiche raccolgono dati e li immagazzinano (empiristi), i ragni tessono la tela che hanno già dentro e qui di basano sul a priori (razionalisti), le api con dei propri enzimi (a priori, innatista) rielabora i dati (esperienza come le formiche) che ha raccolto (polline). Le api riassumono e sintetizzano la figura delle formiche e quella dei ragni, di chi usa l'esperienza e di chi usa l'a priori".Per conoscere non mi basta solo avere le idee innate. La conoscenza deve prendere parte dell'innatismo e parte dell'empirismo. Bisogna usare tanto il metodo dei razionalisti quanto quello degli empiristi.
Kant si sente un innovatore poiché spiegando la metafora degli insetti di Bacone realizza che il metodo razionalista e empirista hanno entrambi dei limiti e quindi li combina. Egli ribalta il rapporto tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto: l'oggetto si adatta alle capacità del soggetto che le percepisce. Non siamo soggetti passivi ma conosciamo attivamente.
Kant si chiede perché una certa cosa appaia proprio così all'uomo. Le fonti delle conoscenza sono quindi sia l'esperienza e sia le forme innate (a priori). La nostra mente ha delle tracce al suo interno e sono importanti perché aiutano l'esperienza ad ordinarsi. Queste tracce sono come occhiali con lenti colorate che filtrano ciò che vediamo e che ogni uomo possiede. La nostra conoscenza è condizionata dalla presenza della nostra mente di alcune forme a priori. Le chiama conoscenza trascendentale: condizioni a priori della nostra conoscenza.
Kant ha una visione dualistica e quindi definisce e suddivide due dimensioni:
Il mondo che vediamo è solo il mondo che siamo in grado di vedere che è l'esperienza che facciamo unita alle nostre forme a priori. Siamo schiavi delle forme trascendentali. Nel fenomeno risiede la conoscenza . Il noumeno è pensabile ed è al livello di un'ipotesi ma non è sullo stesso piano dell'esperienza poiché è sempre filtrata dalle forme a priori. La conoscenza soggettiva, oggettiva e anche universale La conoscenza da un lato è soggettiva e non corrisponde a come è oggettivamente la realtà. Dall'altro lato è universale poiché tutti osservano le cose allo stesso modo (quindi oggettiva). Una volta i filosofi avevano formato la teoria degli effluvi , secondo cui noi vedevamo la realtà poiché delle particelle delle superfici delle cose si staccavano dalle cose e entravano nel nostro occhio. L'uomo era specchio della realtà.
La Critica alla ragion pura è sostanzialmente un'analisi critica dei fondamenti del sapere. E poiché ai tempi di Kant l'universo del sapere si articolava in scienza (matematica e fisica) e metafisica, essa prende la forma di un'indagine valutativa su queste due attività conoscitive. La modalità con cui Kant concepisce la conoscenza implica che ci siano due piani: a priori e quello dell'esperienza. Solo se si combinano le forme trascendentali con l'esperienza c'è una piena conoscenza di come avviene nell'estetica trascendentale.
Si articola in Dottrina degli elementi che studia le forme a priori della conoscenza:
Poi la critica della ragion pura si suddivide anche nella Dottrina del Metodo che studia come devono essere usate le forme a priori della conoscenza.
Parlare di giudizi significa parlare delle nostre modalità conoscitive, andando a recuperare le tradizioni empiristiche e razionaliste.
Indipendentemente dall'esperienza si può giungere a questa affermazione. Questi giudizi sono universali necessari: se io parlo di un corpo è universale necessario che sia esteso. Essi sono i più sicuri e affidabili perché seguono la logica del sillogismo. Sono giudizi sicuri ma allo stesso tempo sono tautologici ossia che dicono la stessa cosa. Sono sterili dal punto di vista di aumentare le mie conoscenze. Kant vede che gli empiristi a posteriori hanno nuove conoscenze. Per avere una conoscenza sicura, ma anche che aumenta le mie conoscenze, devo combinare questi due metodi. Kant combina il Razionalismo e l'Empirismo ed è così che usa i giudizi sintetici a priori dei razionalisti. Praticamente si tratta di un giudizio analitico ma che prende il sintetico e la modalità dell' analitico. Cosi gode della necessità dell' a priori senza essere però tautologica. Attraverso questa combinazione abbiamo piena conoscenza. I giudizi sintetici a priori si basano sulle categorie a priori e quindi il trascendentale che viene prima dell'esperienza.