Carlo V e l'ideale di Impero universale: sfide e contesto storico

Documento di Università su Carlo V e l'ideale di Impero universale. Il Pdf esplora il regno di Carlo V, focalizzandosi sulla formazione del suo impero universale e sulle principali sfide affrontate, come i conflitti con la Francia e l'Impero Ottomano, e la crisi religiosa che portò alla Riforma protestante. Questi appunti di Storia sono utili per lo studio autonomo.

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12 pagine

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Anteprima

Carlo V e l'Impero Universale

Nella prima metà del Cinquecento, si formò in Europa una grande monarchia universale sotto il giovane principe Carlo d'Asburgo, nipote di Massimiliano d'Asburgo. Questa monarchia, che includeva territori in Europa e nelle Americhe, derivo dalle politiche matrimoniali di Massimiliano che aveva sposato Maria di Borgogna (erede ducato di Borgogna) e aveva fatto sposare il figlio Filippo con Giovanna figlia dei sovrani di Spagna erdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Carlo è nato a Gand( Paesi Bassi) nel 1500 da Filippo e Giovanna. Alla morte del padre nel 1506, ereditò a soli 6 anni i possedimenti borgognoni e alla morte del nonno materno Ferdinando II nel 1516, quelli spagnoli e, infine, alla morte del nonno paterno Massimiliano d'Asburgo, la corona austriaca nel 1519, risultando alla guida di un vasto impero che abbracciava diversi gruppi economici e religiosi.

L'elezione a Imperatore

La morte di Massimiliano d'Asburgo avviò la competizione per la successione imperiale, con un giovane Carlo in lizza, nonostante la concorrenza del re di Francia Francesco I Francesco I, re di Francia, vedeva Carlo V come una minaccia per i suoi piani di espansione dato che i suoi domini circondavano la Francia. Per contrastarlo ed ottenere la corona imperiale, cercò alleanze e il supporto economico di principi elettori dell'impero anche pagando. Tuttavia, Carlo riuscì a comprare i voti degli elettori con aiuti finanziari e venne incoronato imperatore nel 1519 con il nome di Carlo V.Questa elezione suscitò timore non solo in Francia, ma tra tutti i protagonisti politici europei.

I Caratteri dell'Impero di Carlo V

Con l'ascesa di Carlo V, riprese vigore in Europa il progetto di restaurare l'impero romano. Il nuovo imperatore si auto-proclamava il "nuovo Carlo Magno" e aspira a instaurare una monarchia universale. Era devoto ai valori cristiani e basandosi sugli insegnamenti del suo precettore Adriano di Utrecht, Carlo considerava la religione cattolica come una dottrina basata sulla giustizia e sulla compassione delle sofferenze altrui. Ma alla corte di Borgogna dove era cresciuto era stato educato come tutti gli aristocratici all'arte della guerra e alla cultura cortese e pertanto aveva la passione per la cavalleria e la gloria militare. Carlo V pensava di avere una missione: creare un impero unito (esteso a tutta o quasi la terra) sotto la religione cristiana e governato in pace con sotto il suo controllo. Ma si trovò coinvolto presto in imprese belliche in una Europa divisa in Stati Nazionali che non volevano sottostare all'imperatore e quindi ostacolando i suoi ideali di unificazione religiosa e politica.

I Nemici dell'Unità Imperiale

L'imperatore governò dal 1519 al 1556 (quasi 40 anni), affrontando tre principali sfide politiche, militari e religiose contro:

  • il re di Francia,
  • il sultano ottomano Solimano I
  • principi tedeschi della Riforma protestante.

La Rivolta dei Comuneros in Spagna

Ma prima di questi conflitti Carlo, dopo la sua ascensione al trono nel 1516, dovette affrontare l'opposizione interna in Spagna, poiché era percepito come distante dalle tradizioni e politiche spagnole. La sua assenza e la nomina di funzionari borgognoni di sua fiducia, fecero aumentare il malcontento che portò alla rivolta dei comuneros nel 1520. I comuneros chiedevano un governo più equo con meno tasse e il rispetto delle autonomie locali che Carlo aveva eliminato. La ribellione fu sedata nel 1522 grazie all'aiuto della nobiltà terriera locale, ma Carlo, consapevole del malessere, rimase in Spagna fino al 1529 e sposò Isabella del Portogallo nel 1526

Un Impero da Difendere

Lo Scontro con Francesco I

Carlo V dovette concentrarsi sulle sfide internazionali, affrontando minacce da Francia (Francesco I) e Impero Ottomano (Solimano). Francesco I di Francia era un uomo impetuoso e violento che aveva portato prestigio alla sua dinastia diventando un mecenate d'arte e cultura. Aveva stretto alleanze con i protestanti, con i turchi pur di proteggere a Francia dall'invadenza dell'impero. Le tensioni tra la corona francese e l'imperatore Carlo V portarono a un conflitto armato in diverse regioni europee (fiandre, Borgogna,, Pirenei), con l'Italia come teatro principale della lotta tra Francesco I e Carlo V. Entrambi i monarchi volevano il controllo sugli stati italiani per diversi motivi : Francesco I per avere più lustro e rafforzare la Francia in EuropaPer Carlo per la sua missione universalistica e per protegger l'Europa dai Turchi ottomani Francesco I credeva molto nella fede cristiana e con il controllo dell'Italia poteva rinsaldare i propri legami con il papa e recuperare il titolo di "Sua Maestà

Riprendono le Guerre d'Italia: la Battaglia di Pavia

I sovrani combatterono per il controllo del Ducato di Milano che era sotto il dominio francese grazie al trattato di Lione del 1504, che segnò la conclusione della prima fase delle guerre d'Italia. Nel 1512, il duca Massimiliano Sforza riconquistò Milano con l'aiuto dei soldati svizzeri. Tuttavia, nel 1515, dopo la battaglia di Marignano, la Francia con al comando Francesco I riconquistò Milano. La pace di Noyon nel 1516 ristabilì il controllo francese nel Settentrione e spagnolo nel Meridione dell'Italia Dopo essere diventato imperatore, Carlo V volle conquistare la Lombardia per collegare meglio la penisola iberica all'Italia e all'Austria, creando così la "via asburgica". Francesco I si oppose e nel 1525 ci fu lo scontro definitivo che vide vincitore Carlo nella battaglia di Pavia del 1525. Molti francesi nobili morirono e Francesco I fu fatto prigioniero. Dopo pochi anni però riuscì a riorganizzarsi subì e formò la Lega di Cognac nel 1527 (Stato della Chiesa , Venezia, Genova, Milano) per opporsi a Carlo Gli Stati Italiani cercavano un alleato per non perdere la loro autonomia. Nonostante le sue promesse, l'alleanza si rivelò disunita e scoordinata

Il Sacco di Roma del 1527

La reazionedi Carlo V al fronte anti-imperiale fu molto dura: mandò le sue ruppe verso il centro Italia e lasciò che i lanzichenecchi invadessero Roma e la saccheggiarono (sacco di Roma) nel 1527, causando ingenti devastazioni e affronti alla popolazione. Il papa Clemente VII si rifugiò a Castel Sant'Angelo mentre la città venne saccheggiata senza resistenza per mesi. Questo evento scatenò profonde preoccupazioni tra intellettuali cattolici e umanisti, evocando immagini del saccheggio dei Visigoti nel 410 ed evidenziò la frattura creatasi tra Chiesa di Roma e cristiani tedeschi. Il sacco di Roma consolidò anche l'egemonia imperiale in Italia.

La Vittoria di Carlo V

A Firenze, approfittando della debolezza del Papato, si proclamò una nuova Repubblica. Il papa (Clemente VII) dovette cedere dei territori pontifici e per proteggersi si alleò nuovamente con Carlo V firmando il trattato di Barcellona nel 1529: in cambio del suo appoggio a Carlo , il papa avrebbe riottenuto le terre perse e il ritorno dei Medici a Firenze. Francesco I, intanto, firmò con Carlo V la pace di Cambrai sempre nel 1529, mediatrici le due madri. Il trattato prevedeva anche il matrimonio tra il Francesco I e la sorella di Carlo : Eleonora d'Asburgo. Carlo V otteneva in modo definitivo il Ducato di Milano e rinunciava alla Borgogna mentre Francesco I rinunciava al regno di Napoli.Nel 1530, Carlo V fu incoronato re d'Italia, diventando il padrone della penisola.

La Pace di Cateau-Cambrésis

Lo scontro tra gli Asburgo e i Valois per il dominio in Europa proseguì dopo la pace di Cambrai, con Francesco I che si alleò con i principi protestanti e gli ottomani. La guerra fu così lunga che entrambi i leader, Francesco I e Carlo V, non ne videro la sua conclusione:

  • Francesco morì nel 1547
  • Carlo V abdicò nel 1556, intuendo la difficoltà di gestire il suo vasto impero

Carlo V cedette:

  • il titolo imperiale e le terre a suo fratello Ferdinando
  • la corona spagnola, i territori americani, quelli in Italia al figlio Filippo II.

Successivamente, si ritirò nel convento di San Jeronimo a Yuste per meditare, dove morì nel 1558. La divisione dell'Impero pose fine all'accerchiamento della Francia e la guerra fra Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna continuò con episodi sempre più stancanti. L'ultima grande battaglia nel 1557 a San Quintino vide la vittoria spagnola grazie al duca di Savoia Emanuele Filiberto. Venne firmata a Cateau-cambrésis nel 1559 una nuova pace . Gli accordi stabilirono che gran parte dell'Italia restasse sotto il controllo degli Asburgo di Spagna (Ducato di Milano Regno di Napoli ecc.).La corona spagnola si alleò con il Granducato di Toscana, la Repubblica di Genova e il Ducato di Savoia. A livello europeo, la monarchia francese non subì una sconfitta decisiva, poiché mantenne molti dei suoi confini e li espanse verso Est, includendo aree come Metz, Toul e Verdun.

La Fine delle "Libertà Italiane"

Dopo sessant'anni di guerra, gli Stati italiani persero la loro indipendenza, finendo sotto il controllo delle principali dinastie europee per oltre due secoli. Questa situazione determina la perdita del ruolo centrale economico e politico dell'Italia, e molti Stati italiani furono annessi al dominio spagnolo come il Regno di Napoli e della Sicilia. Le repubbliche di Venezia e Genova rimasero indipendenti, ma non ebbero nuova fortuna economica. Nel 1532, la Toscana divenne ufficialmente un Ducato e poi divenne un Granducato nel 1569 sotto il controllo della famiglia Medici. Tuttavia questo non comportò gloria economica o politica come in passato.

Contro gli Ottomani

Durante il regno di Carlo V si svolse uno nuovo scontro tra cattolici europei e musulmani, motivato sia da interessi economici che religiosi. Carlo V si impegno a fermare l'espansione degli Ottomani, guidati da Solimano il Magnifico, che erano dei concorrenti nel controllo delle rotte commerciali mediterranee. Nel 1526 gli Ottomani avevano vinto contro gli l'esercito ungherese e arrivarono alle porte di Vienna nel 1529, mal'intervento di Carlo riuscì a fermarli senza però cancellare il pensiero che erano una minaccia per l'Europa. Carlo V dovette affrontare il dominio militare dei Turchi nel Mediterraneo che grazie al Grand'Ammiraglio Khair al-Din, detto il Barbarossa avevano conquistato territori in Africa settentrionale tra cui la Tunisia e l'Algeria, danneggiando gli interessi commerciali degli Asburgo e provocando incursioni di pirati sulle coste italiane. Gli Stati italiani, come Venezia e Genova, non furono in grado di opporre resistenza a questa minaccia.

La Battaglia di Tunisi

Carlo V intervenne con decisione dopo che Hayreddin Barbarossa aveva conquistato Tunisi nel 1535, minacciando la vicina Sicilia e la Sardegna. Dopo aver stretto alleanze con il papa e la Repubblica di Genova e il re del Portogallo e preparato una grande flotta, l'imperatore assediò la città di Tunisi. Barbarossa a difesa utilizzò gli schiavi cristiani come scudi umani, ma riuscirono a ribellarsi costringendo il Barbarossa a fuggire ad Algeri, permettendo a Carlo V di entrare trionfalmente a Tunisi il 21 luglio 1535 La conquista di Tunisi, vista come un grande successo dai contemporanei, si rivelò essere un risultato temporaneo che non alterò gli equilibri di potere nel Mediterraneo : ben presto ricominciarono le incursioni ottomane, inclusa la conquista di Nizza e dell'isola d'Elba nel 1543.

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