La Rivoluzione Agricola e le civiltà mesopotamiche: appunti di Storia

Documento sulla Rivoluzione Agricola. Il Pdf, utile per la Scuola superiore, esplora la nascita dell'agricoltura, la sedentarizzazione e le innovazioni del Neolitico, per poi analizzare le civiltà mesopotamiche, il ruolo del tempio, l'economia, lo sviluppo della scrittura e il sapere astronomico.

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14 pagine

LA RIVOLUZIONE AGRICOLA
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La nascita dell'agricoltura come fenomeno di grande rilevanza
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La Mezzaluna ferle come luogo di origine dell'agricoltura
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L'importanza delle innovazioni tecniche per l'agricoltura
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L'agricoltura nel periodo del maggese
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L'introduzione dell'aratro e della ruota
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La ceramica e la tessitura
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L'agricoltura e la complessità sociale
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Il villaggio come nuovo modello di vita
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Gerico e Çatal Hüyük
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Anteprima

Il Neolitico e la Rivoluzione Agricola

LA RIVOLUZIONE AGRICOLA Il Neolitico come ultima fase della preistoria Intorno all'8000 a.C. iniziò il Neolitico, definito come "età della pietra nuova" per la nuova tecnica di lavorazione della pietra, che non veniva più solo scheggiata ma levigata. Questa fase si concluse verso il 3000 a.C. nel Vicino Oriente, ma in altre regioni del mondo si protrasse per altri millenni.

La nascita dell'agricoltura

La nascita dell'agricoltura come fenomeno di grande rilevanza Durante il Neolitico si verifico un importante cambiamento: la nascita dell'agricoltura. Questa tecnica e pratica sviluppata dall'uomo per lavorare la terra al fine di produrre beni alimentari ebbe enormi conseguenze nei millenni a venire, influenzando l'economia, la demografia, il rapporto con la natura, l'evoluzione sociale e la nascita delle prime istituzioni politiche.

Il passaggio dalla raccolta alla coltivazione

Il passaggio dalla raccolta alla coltivazione Durante il Neolitico si passò dalla raccolta delle risorse naturali alla coltivazione delle piante. Questo cambiamento ebbe un impatto significativo sulla vita umana, poiché l'uomo iniziò a intervenire sulla natura per ottenere risorse alimentari invece di limitarsi a sfruttare ciò che essa offriva spontaneamente.

La Mezzaluna fertile

La Mezzaluna fertile come luogo di origine dell'agricoltura Si ipotizza che i primi centri di origine dell'agricoltura siano stati diversi e indipendenti tra loro. Tuttavia, i più antichi ritrovamenti che attestano la pratica dell'agricoltura si concentrano nella regione chiamata Mezzaluna fertile, che va dall'Egitto all'Iraq e comprende parte dell'Anatolia e delle regioni affacciate sul Mediterraneo orientale. Qui erano presenti spontaneamente molte delle piante utili all'alimentazione umana, rendendo questa zona più propensa allo sviluppo dell'agricoltura rispetto ad altre regioni del mondo.

Dal nomadismo alla sedentarizzazione

Il passaggio dal nomadismo alla sedentarizzazione Con la nascita dell'agricoltura, molti gruppi umani abbandonarono il nomadismo e divennero sedentari, stabilendosi permanentemente in un determinato territorio. Tuttavia, questo passaggio fu graduale e inizialmente l'agricoltura era itinerante, poiché gli uomini non erano in grado di ricostituire le risorse minerali del terreno e dovevano spostarsi periodicamente per trovare nuove terre coltivabili.

Innovazioni tecniche per l'agricoltura

L'importanza delle innovazioni tecniche per l'agricoltura Per risolvere il problema dell'esaurimento dei terreni, furono adottate diverse innovazioni tecniche durante il Neolitico. Tra queste, la concimazione e la rotazione delle colture furono fondamentali per restituire alla terra le sue proprietà organiche e garantire una produzione sostenibile. Inoltre, l'agricoltura itinerante fu sostituita da un'agricoltura più intensiva, cherichiedeva meno terreno ma richiedeva anche maggiori conoscenze e abilità da parte degli agricoltori.

L'agricoltura nel periodo del maggese

L'agricoltura nel periodo del maggese Nel periodo del maggese, una parte del terreno veniva lasciata a riposo e adibita a pascolo per un certo periodo. Questo sistema, introdotto intorno al 3500 a.C., permise di aumentare notevolmente la produttività dell'agricoltura grazie all'utilizzo di attrezzi come l'aratro, che rendeva la terra più fertile e facilitava l'attecchimento dei semi.

L'introduzione dell'aratro e della ruota

L'introduzione dell'aratro e della ruota L'introduzione dell'aratro e della ruota, rispettivamente intorno al 3500 a.C. e al 3500 a.C., ha portato a un notevole aumento della produttività dell'agricoltura. L'aratro ha permesso di dissodare la terra e rendere più fertile, mentre la ruota è stata utilizzata per i mezzi di trasporto, come i carri.

La ceramica e la tessitura

La ceramica e la tessitura La ceramica e la tessitura sono state due importanti attività sviluppate dall'uomo fin dal Paleolitico. La scoperta che l'argilla cruda, esposta al fuoco, diventava particolarmente resistente ha portato alla creazione di contenitori per conservare i prodotti agricoli. Inoltre, la lavorazione del lino e della lana ha permesso di ottenere tessuti utilizzando un telaio rudimentale.

L'agricoltura e la complessità sociale

L'agricoltura e la complessità sociale L'introduzione dell'agricoltura ha portato a conseguenze non solo dal punto di vista delle abitudini di vita e dell'alimentazione, ma anche a cambiamenti profondi nella struttura dei gruppi umani. Grazie alla possibilità di conservare ampie quantità di cibo, alcune persone hanno potuto liberarsi dalla necessità di lavorare la terra e specializzarsi in altre attività, come l'artigianato, la difesa armata, il governo e il culto degli dei.

Il villaggio come nuovo modello di vita

Il villaggio come nuovo modello di vita Verso la metà dell'VIII millennio a.C., sono sorti in tutta la Mezzaluna fertile villaggi permanenti, caratterizzati da una struttura ben definita e costruiti con mattoni di fango. Questi insediamenti hanno segnato l'inizio di un nuovo modello di vita, in cui le persone vivevano in comunità più numerose e per più generazioni sullo stesso sito.

Gerico e Çatal Hüyük

Gerico e Çatal Hüyük Gerico, in Palestina, e Çatal Hüyük, nell'Anatolia sud-orientale, sono due importanti insediamenti neolitici sorti nel VII millennio a.C. con caratteristiche che prefigurano una struttura urbana. Entrambi avevano dimensioni notevoli, opere difensive e un livello culturale più elevato rispetto ad altri villaggi dell'epoca. Si ipotizza che al vertice di queste comunità potesse esserci un sovrano o un sacerdote.

La nascita delle città

La nascita delle città La nascita delle città è stata un fenomeno di grande importanza nella storia dell'uomo, considerata una vera e propria rivoluzione urbana. Le prime città sono nate in due aree geografiche, la valle del Nilo in Egitto e la Mesopotamia, grazie alla presenza di fiumi che rendevano fertili i terreni circostanti ma richiedevano anche la costruzione di opere di canalizzazione delle acque. Questo ha portato alla formazione di insediamenti stabili e organizzati, con una forte interdipendenza tra città e campagna.

Le funzioni della città

Le funzioni della città Le città avevano diverse funzioni, tra cui quelle amministrative ed economiche. In esse si organizzavano e coordinavano i lavori di canalizzazione delle acque, si immagazzinavano e redistribuivano le eccedenze agricole e si concentravano le attività artigianali e commerciali. Grazie alla divisione del lavoro, si svilupparono le prime forme di specializzazione produttiva e di divisione del lavoro. Inoltre, le città avevano anche funzioni difensive, accogliendo la popolazione della campagna in caso di pericolo.

Il potere del tempio e del palazzo

Il potere del tempio e del palazzo Nelle città della Mesopotamia, il potere si imperniava su due edifici-istituzione: il tempio e il palazzo. Il tempio era il luogo di culto delle divinità riconosciute da tutti e il cui culto era affidato ai sacerdoti. Il palazzo, invece, era la sede del potere politico e militare detenuto dal sovrano. Insieme, tempio e palazzo controllavano le attività essenziali alla sopravvivenza della città e garantivano l'ordine e il disciplinamento sociale.

La funzione economica di tempio e palazzo

La funzione economica di tempio e palazzo Oltre alle funzioni religiose e politiche, il tempio e il palazzo avevano anche una forte funzione economica. In essi confluiva una parte consistente della ricchezza prodotta nella città e nella campagna, che veniva redistribuita o rimaneva nelle mani del sovrano e dei sacerdoti. Questo ha portato a una società molto più articolata e gerarchizzata rispetto al villaggio, dove la comunità gestiva le risorse in modo più egualitario.

L'Età dei Metalli

L'ETÀ DEI METALLI L'età dei metalli L'età dei metalli è un periodo compreso tra la fine del VI e gli inizi del V millennio a.C. fino ai secoli VI e V a.C. Durante questo periodo si diffuse l'estrazione dei minerali e la lavorazione dei metalli, soprattutto nel Medio Oriente. La scoperta dei primi forni intorno all'8000 a.C. permise di essiccare i cereali e di cuocere il pane, ma successivamente furono utilizzati anche per la produzione di ceramica. Con l'avvento dei primi forni fusori, costituiti da buche nel suolo, si riuscì a separare il metallo dal materiale inerte.

L'età del rame

L'età del rame, databile tra il 5000 e il 3000 a.C., rappresenta la fase più antica della metallurgia. Il rame fu il primo metallo ad essere utilizzato grazie alle sue caratteristiche fisiche che lo rendevano facilmente lavorabile. Tuttavia, le prime tecniche di estrazione erano primitive e il prodotto ottenuto non era di alta qualità. Nonostante ciò, il rame veniva utilizzato per la creazione di armi, utensili e oggetti decorativi.

L'età del bronzo

L'età del bronzo, che va dal 3000 al 1100-1000 a.C., è caratterizzata dalla fusione di rame e stagno per creare una nuova lega: il bronzo. Questo metallo era più resistente e veniva utilizzato per la creazione di utensili e armi più efficaci. Grazie alla lavorazione del bronzo, si assistette anche ad una maggiore specializzazione produttiva e alla nascita della figura del fabbro.

L'età del ferro

L'età del ferro, che va dal XII al VI-V secolo a.C., rappresenta l'ultima fase di sviluppo della lavorazione dei metalli. In seguito ad una crisi di approvvigionamento di stagno e rame, si iniziò a produrre il ferro battuto. In Europa, questo metallo comparve solo nel X secolo a.C. e inizialmente veniva utilizzato per la creazione di oggetti preziosi. Solo successivamente si riuscì a ottenere armi e utensili resistenti grazie alle nuove tecniche di lavorazione.

I Sumeri e la Civiltà Mesopotamica

I Sumeri e l'origine della civiltà mesopotamica

I sumeri sono considerati i fondatori della civiltà mesopotamica, che si sviluppò nella regione compresa tra il Tigri e l'Eufrate. Questa zona, grazie alle sue caratteristiche fisiche, favorì le migrazioni e le invasioni di diverse popolazioni, che si susseguirono nel controllo del territorio. I nuovi conquistatori assorbivano aspetti della cultura dei popoli precedenti, contribuendo alla stratificazione della civiltà mesopotamica.

La rivoluzione urbana dei Sumeri

La rivoluzione urbana dei Sumeri I Sumeri, antichi abitanti della Mesopotamia meridionale, furono i primi a costruire città lungo i fiumi Tigri e Eufrate. Inoltre, realizzarono una rete di canali per l'irrigazione dei terreni e per evitare la formazione di paludi. Alcune delle città sumeriche più importanti sono Susa, Uruk e Tell Uqair. Nonostante l'urbanizzazione, la zona centrale rimase caratterizzata dalla presenza di piccoli villaggi. Le città sumeriche erano indipendenti e governate da un re, chiamato "lugal". Tuttavia, non riuscirono mai a formare uno stato unitario e spesso si scontravano in guerre per il controllo delle terre più fertili.

L'organizzazione politico-sociale dei Sumeri

L'organizzazione politico-sociale dei Sumeri Ogni città sumerica era governata da un re, che aveva anche compiti religiosi per garantire la benevolenza delle divinità. I diversi centri urbani non riuscirono a formare uno stato unitario e spesso si scontravano in guerre per il controllo delle terre più fertili. Oltre al tempio, un ruolo importante era giocato dal palazzo reale, che controllava l'economia e le funzioni

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