Documento dall'Università degli Studi eCampus su L'apprendimento 1. Il Pdf, un materiale didattico di Psicologia per l'Università, esplora il concetto di apprendimento, il condizionamento classico di Ivan Pavlov e il condizionamento operante di Skinner, inclusi rinforzi e punizioni.
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Corso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche (D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 Dispensa n.18. L'apprendimento 1 La presente dispensa inizia la trattazione sistematica e approfondita del centrale tema dell'apprendimento.
Nello specifico, si prenderanno in esame i seguenti aspetti:
18.1 Che cos'è l'apprendimento? L'apprendimento può essere definito come un cambiamento relativamente permanente del comportamento, determinato dall'esperienza. Il cambiamento di un comportamento dipende in alcuni casi dall'esperienza; in altri, si realizza attraverso la maturazione, entrano cioè in gioco fattori genetici ed ereditari.
18.2 Il condizionamento classico Il primo studio sistematico sull'apprendimento è stato portato avanti da un fisiologo russo, il notissimo Ivan Pavlov. Egli stava svolgendo alcuni esperimenti sulla digestione, quando scoprì qualcosa di fondamentale per quanto riguarda l'apprendimento. I suoi studi sono considerati la prima ricerca sistematica in questo campo. Nello specifico, stava studiando la secrezione di succhi gastrici e la salivazione nei cani. Fece però una scoperta molto interessante: in alcune circostanze, i cani secernevano succhi gastrici e salivavano, ancora prima di ingerire il cibo. Era sufficiente la vista dello sperimentatore o udire il suono dei suoi passi, affinché la salivazione avesse inizio. Con un'intuizione brillante, Pavlov capì che la salivazione compariva non soltanto in base a un bisogno biologico (la fame), ma anche come conseguenza dell'apprendimento. A partire da questa osservazione, formulò il condizionamento classico, secondo il quale uno stimolo neutro (quale poteva essere il passo dello sperimentatore) causa una risposta (ad esempio la salivazione), dopo che è Pag. 1 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.itCorso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche(D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 stato abbinato a uno stimolo che normalmente causa quella risposta (la presentazione del cibo). In questa sezione si proverà a spiegare la complessa terminologia utilizzata da Pavlov per illustrare il condizionamento classico. Nel suoi esperimenti, egli suonava un campanello e, qualche secondo dopo, presentava il cibo al cane. Ripeteva più volte quest'associazione, facendo intercorrere lo stesso intervallo di tempo fra la presentazione del suono del campanello e della carne. Prima del condizionamento, quindi, esistevano due stimoli che non erano associati fra di loro: il suono di un campanello e il cibo. Nello specifico egli definì il suono del campanello, stimolo neutro, vale a dire uno stimolo che prima del condizionamento non causa la risposta di interesse (nell'esperimento, la salivazione): nello specifico, quando un cane sente il suono di un campanello, tipicamente rizza le orecchie e non saliva. Il cibo fu invece definito stimolo incondizionato, vale a dire uno stimolo che causa naturalmente una specifica risposta. Tale risposta viene definita incondizionata, si tratta della risposta naturale che non deve essere appresa: nell'esperimento è appunto la salivazione all'odore del cibo. In Figura 18.1 sono descritti gli stimoli e le rispettive risposte presenti nella situazione precedente il condizionamento.
STIMOLO NEUTRO: suono del campanello STIMOLO INCONDIZIONATO: cibo RISPOSTA NON CORRELATA CON LA CARNE: il cane drizza le orecchie RISPOSTA INCONDIZIONATA: salivazione Figura 18.1. Situazione precedente il condizionamento Pag. 2 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.itCorso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche(D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 Ma che cosa avviene durante il condizionamento? Prima della presentazione del cibo, come accennato in precedenza, viene sempre fatto suonare un campanello. Il suono del campanello si associa così allo stimolo incondizionato (la carne) e riesce a provocare la stessa risposta (salivazione) che viene naturalmente prodotta dallo stimolo incondizionato. In Figura 18.2 è possibile osservare visivamente questa fase del condizionamento.
STIMOLO NEUTRO: suono del campanello STIMOLO INCONDIZIONATO: cibo RISPOSTA INCONDIZIONATA: salivazione Figura 18.2. Situazione durante il condizionamento Quando il condizionamento è completo, lo stimolo neutro (il suono del campanello) si è evoluto in stimolo condizionato, vale a dire uno stimolo che viene accoppiato stabilmente a uno stimolo incondizionato per evocare una risposta che in precedenza era causata soltanto da esso. La salivazione è ora considerata una risposta condizionata che corrisponde alla risposta che, dopo il condizionamento, fa seguito a uno stimolo precedentemente neutro. La Figura 18.3 Illustra che cosa avviene al termine del condizionamento.
Pag. 3 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.itCorso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche (D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 STIMOLO CONDIZIONATO: suono del campanello RISPOSTA CONDIZIONATA: salivazione Figura 18.3. Situazione dopo il condizionamento Nello specifico, gli esperimenti di Pavlov hanno dimostrato che uno stimolo neutro presentato immediatamente prima dello stimolo incondizionato ha la massima possibilità di suscitare condizionamento; il timing perfetto è compreso fra 0,5 secondi e qualche secondo. Alcuni concetti importanti si legano al condizionamento classico. Proseguendo con i suoi esperimenti, Pavlov si accorse che se il campanello veniva fatto ripetutamente suonare senza fornire il cibo al cane, inizialmente l'animale continuava a salivare, ma dopo alcune mancate associazioni, la quantità di salivazione diminuiva e alla fine il cane smetteva di produrre saliva quando sentiva il suono del campanello. In questa situazione, si era prodotta estinzione, vale a dire la risposta precedentemente condizionata (la salivazione) diminuiva in frequenza e alla fine scompariva, quando veniva ripetutamente a mancare l'associazione dello stimolo condizionato con lo stimolo incondizionato. Qualche giorno dopo l'estinzione del comportamento, al suono del campanello, il cane tornò tuttavia a salivare. Si tratta del fenomeno del recupero spontaneo che corrisponde alla ricomparsa di una risposta condizionata estinta dopo un periodo di riposo e senza un ulteriore condizionamento.
18.2.1 Non soltanto animali I principi del condizionamento classico non riguardano soltanto gli animali. Molti comportamenti umani possono essere spiegati secondo questo modello, anche aspetti complessi come le risposte emotive. Pag. 4 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.itCorso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche (D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 Per dimostrare questo assunto, lo psicologo Watson (1920) condusse un esperimento, diventato celeberrimo, che aveva per protagonista un bambino di 11 mesi di nome Albert. Come si capirà a breve, la fama di questo studio dipende anche dalle importanti implicazioni etiche per cui lo sperimentatore è stato condannato. Fortunatamente, oggi, studi di questo tipo non potrebbero essere più attuati. Prima dell'esperimento il bambino, come quasi tutti i piccoli, aveva paura dei rumori forti, ma non dei ratti. Nello studio, lo sperimentatore emetteva un rumore forte (stimolo incondizionato) subito prima di mostrare un ratto (stimolo neutro) ad Albert. Lo stimolo incondizionato provocava nel bambino la risposta incondizionata (la paura). Dopo pochi accoppiamenti di rumore e ratto, il piccolo presentava una risposta di paura anche davanti ai ratti (stimolo neutro trasformato in stimolo condizionato). Essi erano ora in grado di produrre la risposta condizionata di paura. L'effetto sembrava perdurare: dopo cinque giorni il bambino aveva ancora risposte di paura alla presentazione dei ratti. Non solo, la stessa reazione veniva mostrata anche di fronte a oggetti simili al ratto bianco e peloso con cui era stato condizionato, ad esempio un coniglio bianco, una pelliccia di foca e persino una maschera bianca di Babbo Natale. Questo è un altro principio chiave del condizionamento classico, noto come generalizzazione dello stimolo, vale a dire la tendenza a rispondere a uno stimolo che è simile, ma non identico, allo stimolo condizionato; più due stimoli sono simili, maggiore è la probabilità che avvenga la generalizzazione. Il principio opposto è la discriminazione degli stimoli: la capacità di distinguere fra stimoli simili, ma non identici, allo stimolo condizionato.
18.3 Il condizionamento operante Si immagini di mettere in una gabbia un gatto affamato e di porre del cibo fuori da essa. Il micio in primo luogo cercherà dei modi per uscire. Si immagini però che sia stata posta una tavoletta che libera il chiavistello della porta della gabbia. Casualmente, girando, il gatto calpesterà la tavoletta che consentirà di uscire. Se rimettessimo il gatto nella gabbia, egli probabilmente impiegherebbe molto meno tempo per trovare l'uscita; dopo alcune prove l'animale calpesterebbe volontariamente la tavoletta per uscire il più presto possibile. Pag. 5 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.itCorso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche (D. M. 270/04) Insegnamento: Psicologia Generale nº Lezione: 19 Titolo: L'apprendimento 1 A partire da queste osservazioni, Thorndike formulò la legge dell'effetto che prende il suo nome, la quale afferma che le risposte che causano conseguenti soddisfacenti hanno maggiori possibilità di venire ripetute. A partire da queste ricerche, nacque la formulazione del condizionamento operante che può essere definito come una forma di apprendimento in cui una risposta volontaria viene rinforzata o indebolita (è stata cioè aumentata o diminuita la probabilità che ricorra regolarmente) a seconda che le sue conseguenze siano favorevoli o sfavorevoli. Il principale autore associato al condizionamento operante è Skinner che compì alcuni studi diventati almeno altrettanto celebri di quelli di Pavlov. Egli svolse i suoi esperimenti utilizzando dei ratti che poneva in una gabbia; il loro compito era quello di imparare ad ottenere cibo agendo sull'ambiente interno alla gabbia stessa. Nello specifico, egli metteva un ratto affamato in una gabbia nella quale era presente un dispensatore di cibo: ogni volta che il ratto premeva una leva, poteva ricevere una pallina di cibo. Dapprima l'animale si aggirava in maniera casuale nella gabbia, esplorandola. Ad un certo punto, casualmente, premeva la leva e riceveva la pallina di cibo. Dopo questo evento, non apprendeva subito la connessione tra la pressione della leva e l'erogazione del cibo. Con il trascorrere del tempo, capiva però l'associazione e finiva per premere la leva in continuazione fino a che aveva soddisfatto la fame. Apprendeva cioè che l'ottenimento del cibo era vincolato alla pressione della leva. Egli definì rinforzo il processo che porta il ratto a continuare a premere la leva. Si tratta, in altre parole, del processo con cui uno stimolo aumenta la probabilità che un comportamento precedente venga ripetuto. Lo stimolo che lo rende possibile è chiamato invece rinforzatore. Nel caso presentato si tratta del cibo. Una prima distinzione di rinforzatori è fra primari e secondari. Un rinforzatore primario opera naturalmente e soddisfa i bisogni biologici: esempi di rinforzatori primari sono il cibo per una persona che ha fame, il caldo per una persona che ha freddo, dell'acqua per chi ha sete. Un rinforzatore secondario è invece uno stimolo che diventa rinforzante quando si associa a un rinforzatore primario. Un esempio è il denaro che permette di acquistare altri oggetti desiderabili. I rinforzatori si distinguono anche in positivi e negativi. Si definiscono rinforzatori positivi quegli stimoli che vengono aggiunti all'ambiente e che determinano un aumento di una risposta precedente. Pag. 6 c 2014 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 90027520130 - Tel: 031.7942500 Fax: 031.792631 - Mail: info@uniecampus.it