Marconi
La filosofia arabo-islamica ed ebraica
nel Medioevo
Studi Guglielmo®
Argomenti
- Il recupero della filosofia greca nel mondo arabo-islamico del VIII e IX secolo
- Il problema del rapporto tra fede islamica e filosofia
- Neoplatonismo ed aristotelismo nella cultura islamica: Al-Kindi, Al-Farabi,
Avicenna e Averroè
- La questione dell'intelletto (potenziale ed agente) e la connessa problematica
dell'immortalità individuale
- Il fideismo di Al-Gazali e l'opposizione alla filosofia razionalistica da parte del
tradizionalismo islamico
- La filosofia ebraica medievale tra platonismo ed aristotelismo: le sintesi di
Avicebron e di Mose Maimonide
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UniverObiettivi
Obiettivi della lezione
- Gli obiettivi della lezione sono:
- comprendere il ruolo della filosofia di matrice greca all'interno della cultura
islamica: l'esigenza di una chiarificazione razionale della fede;
- conoscere le principali problematiche filosofiche sorte nella cultura islamica
medievale;
- comprendere le problematiche fondamentali suscitate dal commento dei
filosofi arabi al De anima di Aristotele: lo statuto ontologico dell'intelletto;
- conoscere la posizione anti-intellettualistica e fideistica di Al-Gazali;
- comprendere gli elementi fondamentali della filosofia ebraica medievale.
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Studi Gugl
Le molteplici filosofie del Medioevo
- Nell'età medievale (per convenzione: 476 d.C. anno della caduta definitiva
dell'Impero romano d'Occidente - 1492, scoperta dell'America) si affermano
una molteplicità di centri di indagine filosofica. Il tema fondamentale delle
filosofie medievali, pur nelle loro differenze e peculiarità, è quello del rapporto
tra fede e ragione, ovvero la ricerca di una possibile conciliazione tra
religione rivelata (ebraica, cristiana, islamica) e la ragione filosofica
tipicamente greca: per tutte le filosofie medievali è sempre di essenziale
importanza la riflessione su Platone, Aristotele, Plotino e il neoplatonismo.
- Per quel che riguarda l'aspetto geografico bisognerà considerare 4 ambiti
socio-culturali ben distinti:
- La filosofia greco-bizantina fiorita nell'Impero romano d'Oriente che durò fino
al 1453 (anno della presa di Costantinopoli da parte dei turchi). Nonostante la
chiusura delle ultime scuole filosofiche pagane e neoplatoniche (529 d.C. anno
della chiusura della Scuola di Atene), gli studi filosofici non scomparvero mai del
tutto nell'impero bizantino che si esprimeva in lingua greca.
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Univerarconi
Filosofia bizantina, islamica, ebraica e scolastica del Medioevo latino
La filosofia a Bisanzio ha un carattere essenzialmente neoplatonico: i maggiori
esponenti del "platonismo bizantino" sono Michele Psellos (XI sec.) e
Gemisto Pletone (XV sec.). Quest'ultimo venne anche a Firenze, dove ebbe
contatti con Marsilio Ficino, contribuendo alla diffusione del platonismo nell'Italia
del Quattrocento.
- La filosofia arabo-islamica.
- La filosofia ebraica: nei territori conquistati dagli arabi tra il VII e il XII secolo
(dalla Persia, al bacino del Mediterraneo e alla Spagna), le comunità ebraiche
espressero un loro proprio pensiero filosofico-teologico, cercando una conciliazione
tra fede biblica e verità di ragione. Molti filosofi ebrei medievali (come Avicebron
e Mosè Maimonide) hanno scritto le loro opere in arabo e poi le hanno tradotte
in ebraico.
- La scolastica del Medioevo latino: dalla scuola benedettina di Anselmo d'Aosta
(XI sec.) alle scuole dei domenicani (Alberto Magno e Tommaso d'Aquino: secolo
XIII) e dei francescani (Bonaventura da Bagnoregio, Duns Scoto, Guglielmo
d'Ockam: secoli XIII e XIV).
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L'Islam: il monoteismo assoluto
- Nel 571 d.C. a La Mecca nasce il profeta Maometto, il fondatore di una
religione che riunì in un sol popolo le differenti tribù di beduini del mondo
arabo. Maometto (in arabo Muhammad /4) scrisse il contenuto della
rivelazione che Dio (Allah) gli dettò nel Corano: le 114 sure (cioè capitoli) del
Corano furono ordinate e pubblicate in forma definitiva dal terzo successione di
Maometto, il califfo Othman.
.
Già dalla prima sura del Corano - la cosiddetta "Sura aprente" - Maometto
sostiene che Allah (nome arabo del Dio della Bibbia) viene a completare la
rivelazione parziale che Egli aveva fatto nei secoli precedenti ai patriarchi e ai
profeti dell'Antico testamento ebraico (Abramo e Mosé) e al "profeta" Gesù di
Nazareth. Allah rivela a Maometto che esiste un solo Dio - monoteismo
assoluto - e che questo Dio, verità e bene, esige la completa sottomissione
alla sua volontà: islam (>>_) in arabo indica appunto "sottomissione";
"musulmano" è termine che deriva dalla radice araba «slm» di islàm ed indica
perciò "il sottomesso alla volontà divina".
IL
CORANO
E
Il Corano
nella
traduzione
italiana -
ormai classica
- dell'arabista
ed islamista
Alessandro
Bausani
(1921-1988).
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Univers
L'Islam: i 5 pilastri e la Sharia
- La predicazione di Maometto si compendia nei cosiddetti 5 pilastri della fede
islamica:
- la professione di fede per la quale "non c'è Dio all'infuori di Allah" e Maometto ne è
il suo profeta. Allah ha creato il mondo dal nulla: è l'onnipotente, il misericordioso
ed è trascendenza assoluta rispetto alla natura creata; Egli è infinito,
nessuna cosa del mondo può essere simile a Lui e non può essere
rappresentato dall'uomo. La trascendenza assoluta di Dio/Allah è il motivo
essenziale dell'aniconismo (mancanza di immagini) che caratterizza l'arte
arabo-islamica.
- L'obbligo di pregare 5 volte al giorno;
- l'obbligo di dare in elemosina un decimo dei propri guadagni;
- l'obbligo di digiunare per tutto il mese di Ramadan;
- l'obbligo di recarsi almeno una volta nella vita in pellegrinaggio alla Mecca.
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Studi Gud8
La Sharia nell'Islam
- L'Islam è una religione sobria nei contenuti dogmatici ed è attenta a legiferare
la vita dei fedeli. I comandamenti etici, religiosi e politici si compendiano tutti
nella Legge di Dio: la Sharia/ indica in arabo "la via da percorrere".
- La Sharìa è Legge sacra dell'islamismo, basata principalmente sul Corano e
sulla sunna o consuetudine: raccoglie le norme che riguardano il culto e i più
differenti aspetti della vita etico-giuridica. Nella cultura islamica religione e
politica devono essere sempre unite.
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Universarconi
Le traduzioni dal greco e la filosofia in lingua araba
- Maometto unificò il popolo arabo sotto il profilo religioso e politico: questa forza spirituale del
popolo unito spiega le enormi conquiste territoriali dei califfi, i successori del profeta alla guida
della comunità (la umma / aal). Dall'VIII secolo gli arabi formano un impero che dai confini
dell'India giunse fino al bacino mediterraneo, al Marocco e alla Spagna del sud (Andalusia).
BCE
DEN
ANTIG
....
cimquiste arabe alla morte di Maometto (632)
conquiste dei primi quattro califfi (632-461)
conquiste dri califfi emayyedi (661-750)
scrivo
espansione
incursioni arabe
L'espansione dell'Islam tra VII e VIII secolo
Nel secolo VIII Bagdad, sotto la dinastia degli Abbassidi (che
governò il mondo islamico dal 750 al 1258), divenne la capitale
dell'impero: i califfi cercarono di superare i bizantini sia sotto
il profilo militare che culturale e di accreditarsi, quindi, come
i veri eredi della civiltà greca. Iniziò quindi una vasta opera di
traduzione della filosofia greca in lingua araba (spesso
mediata attraverso la lingua siriaca). Nella "Casa della
Sapienza" (Bayt al-Hikma | بيت الحكمة ) di Bagdad e in altri
centri del Medio Oriente furono tradotte le opere di Platone
(come la Repubblica), Aristotele, i matematici e i medici
dell'antica Grecia (Euclide, Ippocrate, Galeno) e il Liber de
causis. quest'ultima è una raccolta di estratti dagli Elementi di
Teologia del neoplatonico Proclo. Il Liber de causis e il
relativo neoplatonismo influì tantissimo nella filosofia araba e
nella Scolastica latina medievale.
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Studi G
Il kalàm, la teologia razionale
- La conoscenza dei filosofi greci determinò il nascere, nel mondo islamico, di una
filosofia di ispirazione ellenizzante, tesa a coniugare la rivelazione coranica con la
ragione. Ciò avvenne all'interno del movimento dei cosiddetti "Mutaziliti", una corrente
di Sunniti che si dedicò allo studio del Corano, cioè della "Parola divina" (in arabo kalima
/ åals). All'interno della corrente dei mutaziliti si formarono quindi i primi mutakallimun
(UsKis), i teologi tesi a spiegare in termini razionali i contenuti della fede
islamica.
.
Sotto il califfato abbaside di Bagdad prese forma, tra i musulmani, la letteratura del
kalàm.
.
Con il termine kalam (2)S, in arabo, alla lettera "parola, discorso, linguaggio") si
intende la produzione teologica islamica medievale, opera dei mutakallimùn,
intenti ad una difesa kalam Allah (cioè della "Parola di Dio"), l'equivalente - in ambito
cristiano - del Logos di cui parla il Vangelo di Giovanni. Il kalàm è perciò una sorta di
"teologia speculativa o razionale": si tratta di una apologia dei contenuti della
fede musulmana, condotta con un metodo razionale, logico-dimostrativo, sullo
stile della filosofia greca.
Unive,
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La falsafa: i primi passi della filosofia arabo-islamica
. In generale, le filosofie greche ad essere più riprese nel mondo islamico
medievale furono il neoplatonismo e l'aristotelismo:
- dal neoplatonismo di Plotino e Proclo gli arabi ripresero il mondo di concepire la
Causa Prima (Dio), interpretata come unica, trascendente, ineffabile ed
irrappresentabile;
- dal neoplatonismo ripresero anche la visione gerarchica che concepisce la
realtà come una processione dall'Uno (Dio) alla materia, passando per le gerarchie
angeliche e per l'uomo;
- da Aristotele ripresero il modo di concepire la tripartizione dell'anima umana
(vegetativa, sensitiva, razionale) e la concezione di Dio come "motore
immobile" dell'universo.
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Studi Gugli
La falsafa e le concezioni islamiche
- Dalla fede islamica derivano delle concezioni che impegnano anche la filosofia
(in arabo falsafa / Aaula; il filosofo è detto faylsuf / saulė, mentre i filosofi sono
detti falásifa /Aawball : tutti termini che derivano dal greco pidocopia).
- La fede ebraica, quella cristiana e quella islamica devono accordarsi con la
ragione filosofica su questi elementi essenziali:
- l'idea della creazione del mondo dal nulla;
- l'identificazione di Dio con l'essere puro e con la fonte stessa di tutto l'esistente;
- la visione che Dio, causa prima, è un Dio provvidente, normativo (stabilisce norme di
condotta) e remuneratore (dispensa premi e castighi, in base ai meriti individuali, nella vita
eterna dopo la morte fisica dei fedeli);
- l'immortalità dell'anima individuale.
La filosofia araba si sviluppo dapprima in Medio Oriente (dall'VIII al XII
secolo) con figure come quelle di Al-Kindi, Al-Farabi, Avicenna e Al-
Gazali; nei secoli XII e XIII si sviluppò soprattutto in Occidente, nella Spagna
andalusa, e la figura di maggior rilievo è senz'altro Averroè.
Univer