La filosofia arabo-islamica ed ebraica nel Medioevo, Università Guglielmo Marconi

Slide dall'Università degli Studi Guglielmo Marconi sulla filosofia arabo-islamica ed ebraica nel Medioevo. Il Pdf esplora il rapporto tra fede e ragione, il recupero della filosofia greca e l'aristotelismo, con figure come Averroè e Maimonide. Questo materiale di Filosofia è utile per studenti universitari.

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19 pagine

La filosofia arabo-islamica ed ebraica
nel Medioevo
Argomenti
Il recupero della filosofia greca nel mondo arabo-islamico del VIII e IX secolo
Il problema del rapporto tra fede islamica e filosofia
Neoplatonismo ed aristotelismo nella cultura islamica: Al-Kindi, Al-Farabi,
Avicenna e Averroè
La questione dell’intelletto (potenziale ed agente) e la connessa problematica
dell’immortalità individuale
Il fideismo di Al-Gazali e l’opposizione alla filosofia razionalistica da parte del
tradizionalismo islamico
La filosofia ebraica medievale tra platonismo ed aristotelismo: le sintesi di
Avicebron e di Mosé Maimonide
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Università degli Studi Guglielmo Marconi
Obiettivi
Gli obiettivi della lezione sono:
comprendere il ruolo della filosofia di matrice greca all’interno della cultura
islamica: l’esigenza di una chiarificazione razionale della fede;
conoscere le principali problematiche filosofiche sorte nella cultura islamica
medievale;
comprendere le problematiche fondamentali suscitate dal commento dei
filosofi arabi al
De anima
di Aristotele: lo statuto ontologico dell’intelletto;
conoscere la posizione anti-intellettualistica e fideistica di Al-Gazali;
comprendere gli elementi fondamentali della filosofia ebraica medievale.
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Le molteplici filosofie del Medioevo
Nell’età medievale (per convenzione: 476 d.C. anno della caduta definitiva
dell’Impero romano d’Occidente 1492, scoperta dell’America) si affermano
una molteplicità di centri di indagine filosofica. Il tema fondamentale delle
filosofie medievali, pur nelle loro differenze e peculiarità, è quello del rapporto
tra fede e ragione, ovvero la ricerca di una possibile conciliazione tra
religione rivelata (ebraica,cristiana,islamica)e la ragione filosofica
tipicamente greca: per tutte le filosofie medievali è sempre di essenziale
importanza la riflessione su Platone, Aristotele, Plotino e il neoplatonismo.
Per quel che riguarda l’aspetto geografico bisognerà considerare 4 ambiti
socio-culturali ben distinti:
1. La filosofia greco-bizantina fiorita nell’Impero romano d’Oriente che durò fino
al 1453 (anno della presa di Costantinopoli da parte dei turchi). Nonostante la
chiusuradelleultimescuolefilosofichepaganeeneoplatoniche(529d.C.anno
della chiusura della Scuola di Atene), gli studi filosofici non scomparvero mai del
tutto nell’impero bizantino che si esprimeva in lingua greca.
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Anteprima

Marconi

La filosofia arabo-islamica ed ebraica nel Medioevo Studi Guglielmo®

Argomenti

  • Il recupero della filosofia greca nel mondo arabo-islamico del VIII e IX secolo
  • Il problema del rapporto tra fede islamica e filosofia
  • Neoplatonismo ed aristotelismo nella cultura islamica: Al-Kindi, Al-Farabi, Avicenna e Averroè
  • La questione dell'intelletto (potenziale ed agente) e la connessa problematica dell'immortalità individuale
  • Il fideismo di Al-Gazali e l'opposizione alla filosofia razionalistica da parte del tradizionalismo islamico
  • La filosofia ebraica medievale tra platonismo ed aristotelismo: le sintesi di Avicebron e di Mose Maimonide

2 UniverObiettivi

Obiettivi della lezione

  • Gli obiettivi della lezione sono:
    • comprendere il ruolo della filosofia di matrice greca all'interno della cultura islamica: l'esigenza di una chiarificazione razionale della fede;
    • conoscere le principali problematiche filosofiche sorte nella cultura islamica medievale;
    • comprendere le problematiche fondamentali suscitate dal commento dei filosofi arabi al De anima di Aristotele: lo statuto ontologico dell'intelletto;
    • conoscere la posizione anti-intellettualistica e fideistica di Al-Gazali;
    • comprendere gli elementi fondamentali della filosofia ebraica medievale.

3 Studi Gugl

Le molteplici filosofie del Medioevo

  • Nell'età medievale (per convenzione: 476 d.C. anno della caduta definitiva dell'Impero romano d'Occidente - 1492, scoperta dell'America) si affermano una molteplicità di centri di indagine filosofica. Il tema fondamentale delle filosofie medievali, pur nelle loro differenze e peculiarità, è quello del rapporto tra fede e ragione, ovvero la ricerca di una possibile conciliazione tra religione rivelata (ebraica, cristiana, islamica) e la ragione filosofica tipicamente greca: per tutte le filosofie medievali è sempre di essenziale importanza la riflessione su Platone, Aristotele, Plotino e il neoplatonismo.
  • Per quel che riguarda l'aspetto geografico bisognerà considerare 4 ambiti socio-culturali ben distinti:
  1. La filosofia greco-bizantina fiorita nell'Impero romano d'Oriente che durò fino al 1453 (anno della presa di Costantinopoli da parte dei turchi). Nonostante la chiusura delle ultime scuole filosofiche pagane e neoplatoniche (529 d.C. anno della chiusura della Scuola di Atene), gli studi filosofici non scomparvero mai del tutto nell'impero bizantino che si esprimeva in lingua greca.

4 Univerarconi

Filosofia bizantina, islamica, ebraica e scolastica del Medioevo latino

La filosofia a Bisanzio ha un carattere essenzialmente neoplatonico: i maggiori esponenti del "platonismo bizantino" sono Michele Psellos (XI sec.) e Gemisto Pletone (XV sec.). Quest'ultimo venne anche a Firenze, dove ebbe contatti con Marsilio Ficino, contribuendo alla diffusione del platonismo nell'Italia del Quattrocento.

  1. La filosofia arabo-islamica.
  2. La filosofia ebraica: nei territori conquistati dagli arabi tra il VII e il XII secolo (dalla Persia, al bacino del Mediterraneo e alla Spagna), le comunità ebraiche espressero un loro proprio pensiero filosofico-teologico, cercando una conciliazione tra fede biblica e verità di ragione. Molti filosofi ebrei medievali (come Avicebron e Mosè Maimonide) hanno scritto le loro opere in arabo e poi le hanno tradotte in ebraico.
  3. La scolastica del Medioevo latino: dalla scuola benedettina di Anselmo d'Aosta (XI sec.) alle scuole dei domenicani (Alberto Magno e Tommaso d'Aquino: secolo XIII) e dei francescani (Bonaventura da Bagnoregio, Duns Scoto, Guglielmo d'Ockam: secoli XIII e XIV).

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L'Islam: il monoteismo assoluto

  • Nel 571 d.C. a La Mecca nasce il profeta Maometto, il fondatore di una religione che riunì in un sol popolo le differenti tribù di beduini del mondo arabo. Maometto (in arabo Muhammad /4) scrisse il contenuto della rivelazione che Dio (Allah) gli dettò nel Corano: le 114 sure (cioè capitoli) del Corano furono ordinate e pubblicate in forma definitiva dal terzo successione di Maometto, il califfo Othman.

. Già dalla prima sura del Corano - la cosiddetta "Sura aprente" - Maometto sostiene che Allah (nome arabo del Dio della Bibbia) viene a completare la rivelazione parziale che Egli aveva fatto nei secoli precedenti ai patriarchi e ai profeti dell'Antico testamento ebraico (Abramo e Mosé) e al "profeta" Gesù di Nazareth. Allah rivela a Maometto che esiste un solo Dio - monoteismo assoluto - e che questo Dio, verità e bene, esige la completa sottomissione alla sua volontà: islam (>>_) in arabo indica appunto "sottomissione"; "musulmano" è termine che deriva dalla radice araba «slm» di islàm ed indica perciò "il sottomesso alla volontà divina". IL CORANO E Il Corano nella traduzione italiana - ormai classica - dell'arabista ed islamista Alessandro Bausani (1921-1988).

6 Univers

L'Islam: i 5 pilastri e la Sharia

  • La predicazione di Maometto si compendia nei cosiddetti 5 pilastri della fede islamica:
    1. la professione di fede per la quale "non c'è Dio all'infuori di Allah" e Maometto ne è il suo profeta. Allah ha creato il mondo dal nulla: è l'onnipotente, il misericordioso ed è trascendenza assoluta rispetto alla natura creata; Egli è infinito, nessuna cosa del mondo può essere simile a Lui e non può essere rappresentato dall'uomo. La trascendenza assoluta di Dio/Allah è il motivo essenziale dell'aniconismo (mancanza di immagini) che caratterizza l'arte arabo-islamica.
    2. L'obbligo di pregare 5 volte al giorno;
    3. l'obbligo di dare in elemosina un decimo dei propri guadagni;
    4. l'obbligo di digiunare per tutto il mese di Ramadan;
    5. l'obbligo di recarsi almeno una volta nella vita in pellegrinaggio alla Mecca.

7 Studi Gud8

La Sharia nell'Islam

  • L'Islam è una religione sobria nei contenuti dogmatici ed è attenta a legiferare la vita dei fedeli. I comandamenti etici, religiosi e politici si compendiano tutti nella Legge di Dio: la Sharia/ indica in arabo "la via da percorrere".
  • La Sharìa è Legge sacra dell'islamismo, basata principalmente sul Corano e sulla sunna o consuetudine: raccoglie le norme che riguardano il culto e i più differenti aspetti della vita etico-giuridica. Nella cultura islamica religione e politica devono essere sempre unite.

8 Universarconi

Le traduzioni dal greco e la filosofia in lingua araba

  • Maometto unificò il popolo arabo sotto il profilo religioso e politico: questa forza spirituale del popolo unito spiega le enormi conquiste territoriali dei califfi, i successori del profeta alla guida della comunità (la umma / aal). Dall'VIII secolo gli arabi formano un impero che dai confini dell'India giunse fino al bacino mediterraneo, al Marocco e alla Spagna del sud (Andalusia). BCE DEN ANTIG .... cimquiste arabe alla morte di Maometto (632) conquiste dei primi quattro califfi (632-461) conquiste dri califfi emayyedi (661-750) scrivo espansione incursioni arabe L'espansione dell'Islam tra VII e VIII secolo Nel secolo VIII Bagdad, sotto la dinastia degli Abbassidi (che governò il mondo islamico dal 750 al 1258), divenne la capitale dell'impero: i califfi cercarono di superare i bizantini sia sotto il profilo militare che culturale e di accreditarsi, quindi, come i veri eredi della civiltà greca. Iniziò quindi una vasta opera di traduzione della filosofia greca in lingua araba (spesso mediata attraverso la lingua siriaca). Nella "Casa della Sapienza" (Bayt al-Hikma | بيت الحكمة ) di Bagdad e in altri centri del Medio Oriente furono tradotte le opere di Platone (come la Repubblica), Aristotele, i matematici e i medici dell'antica Grecia (Euclide, Ippocrate, Galeno) e il Liber de causis. quest'ultima è una raccolta di estratti dagli Elementi di Teologia del neoplatonico Proclo. Il Liber de causis e il relativo neoplatonismo influì tantissimo nella filosofia araba e nella Scolastica latina medievale.

9 Studi G

Il kalàm, la teologia razionale

  • La conoscenza dei filosofi greci determinò il nascere, nel mondo islamico, di una filosofia di ispirazione ellenizzante, tesa a coniugare la rivelazione coranica con la ragione. Ciò avvenne all'interno del movimento dei cosiddetti "Mutaziliti", una corrente di Sunniti che si dedicò allo studio del Corano, cioè della "Parola divina" (in arabo kalima / åals). All'interno della corrente dei mutaziliti si formarono quindi i primi mutakallimun (UsKis), i teologi tesi a spiegare in termini razionali i contenuti della fede islamica.

. Sotto il califfato abbaside di Bagdad prese forma, tra i musulmani, la letteratura del kalàm.

. Con il termine kalam (2)S, in arabo, alla lettera "parola, discorso, linguaggio") si intende la produzione teologica islamica medievale, opera dei mutakallimùn, intenti ad una difesa kalam Allah (cioè della "Parola di Dio"), l'equivalente - in ambito cristiano - del Logos di cui parla il Vangelo di Giovanni. Il kalàm è perciò una sorta di "teologia speculativa o razionale": si tratta di una apologia dei contenuti della fede musulmana, condotta con un metodo razionale, logico-dimostrativo, sullo stile della filosofia greca.

Unive, 10

La falsafa: i primi passi della filosofia arabo-islamica

. In generale, le filosofie greche ad essere più riprese nel mondo islamico medievale furono il neoplatonismo e l'aristotelismo:

  • dal neoplatonismo di Plotino e Proclo gli arabi ripresero il mondo di concepire la Causa Prima (Dio), interpretata come unica, trascendente, ineffabile ed irrappresentabile;
  • dal neoplatonismo ripresero anche la visione gerarchica che concepisce la realtà come una processione dall'Uno (Dio) alla materia, passando per le gerarchie angeliche e per l'uomo;
  • da Aristotele ripresero il modo di concepire la tripartizione dell'anima umana (vegetativa, sensitiva, razionale) e la concezione di Dio come "motore immobile" dell'universo.

11 Studi Gugli

La falsafa e le concezioni islamiche

  • Dalla fede islamica derivano delle concezioni che impegnano anche la filosofia (in arabo falsafa / Aaula; il filosofo è detto faylsuf / saulė, mentre i filosofi sono detti falásifa /Aawball : tutti termini che derivano dal greco pidocopia).
  • La fede ebraica, quella cristiana e quella islamica devono accordarsi con la ragione filosofica su questi elementi essenziali:
    1. l'idea della creazione del mondo dal nulla;
    2. l'identificazione di Dio con l'essere puro e con la fonte stessa di tutto l'esistente;
    3. la visione che Dio, causa prima, è un Dio provvidente, normativo (stabilisce norme di condotta) e remuneratore (dispensa premi e castighi, in base ai meriti individuali, nella vita eterna dopo la morte fisica dei fedeli);
    4. l'immortalità dell'anima individuale.

La filosofia araba si sviluppo dapprima in Medio Oriente (dall'VIII al XII secolo) con figure come quelle di Al-Kindi, Al-Farabi, Avicenna e Al- Gazali; nei secoli XII e XIII si sviluppò soprattutto in Occidente, nella Spagna andalusa, e la figura di maggior rilievo è senz'altro Averroè.

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