Lineamenti di Filosofia: il concetto di natura in Aristotele

Documento dall'Università su Lineamenti di Filosofia 2023/24. Il Pdf, di Filosofia per l'Università, analizza il concetto di natura nella filosofia, la distinzione tra natura estensiva e intensiva, e la relazione tra filosofia della natura, scienza e teologia.

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lineamenti di filosofia 2023/24
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Il termine "natura" ha molteplici significati e viene usato frequentemente in vari contesti quotidiani. In
filosofia, è fondamentale precisare il significato dei termini per evitare equivoci che ostacolano il
ragionamento e il dialogo.
Il termine latino "natura" e il greco "physis" derivano da verbi che indicano dinamismi naturali, come nascita
e generazione. Aristotele, partendo dall'etimologia, elenca diversi significati di "natura": la generazione delle
cose, il principio di crescita e movimento, e il principio materiale delle cose naturali. Tommaso d'Aquino
estende questi significati, sottolineando che "natura" inizialmente indicava la "nascitura" e poi è andata a
significare qualsiasi principio intrinseco di cambiamento.
Le cose naturali si distinguono per avere un principio interno di generazione e attività. Due significati
principali di "natura" sono: 1) l'insieme delle cose naturali, che hanno attività dipendenti da un principio
interno, e 2) il principio dei movimenti propri delle cose naturali, ossia la loro essenza.
Vendemiati distingue tra "natura in senso estensivo" (l'insieme delle cose non fatte dall'uomo) e "natura in
senso intensivo" (il principio nativo o essenza di una realtà). La riflessione antica e medievale tendeva a
utilizzare il termine in senso intensivo, mentre la modernità predilige l'uso estensivo. Entrambi i significati si
implicano reciprocamente: riflettere sulla natura estensiva porta a interrogarsi sull'essenza delle cose e
viceversa.
Aristotele e altri filosofi usano vari termini per indicare la natura in senso estensivo, come "cosmo" e
"universo", evidenziando l'ordine e l'unità nella diversità della realtà naturale. Il termine "mondo" ha un uso
simile, riferendosi all'ordine.
La natura estensiva include le cose non fatte dall'uomo e materiali. Nel Medioevo, si intendeva che la natura
comprendesse tutta la realtà, inclusi Dio e gli angeli, ma per chiarezza filosofica, la natura estensiva è limitata
alle cose materiali non fatte dall'uomo, includendo l'uomo stesso come parte della natura.
In sintesi, il termine "natura" può indicare sia l'insieme delle cose naturali e i loro principi interni, sia l'essenza
delle realtà naturali. Questa doppia accezione è fondamentale nella filosofia per comprendere la realtà in modo
completo e preciso.
La filosofia, secondo la tradizione platonico-aristotelica, si divide in tre dimensioni fondamentali: teoretica,
pratica e produttiva, in base alla finalità del sapere filosofico. La dimensione teoretica è speculativa e
finalizzata alla conoscenza per se stessa. Aristotele considera questa dimensione come la sapienza più elevata.
Il sapere pratico, invece, è orientato alla prassi, cioè alle azioni umane, che ricadono nel campo della morale
e della politica. Le azioni umane hanno un impatto sull'uomo stesso, modificandone la natura. La dimensione
produttiva riguarda il "facere", ovvero la produzione di oggetti esterni, ed è finalizzata all'utilità pratica,
producendo opere d'arte e tecniche.
Aristotele distingue chiaramente tra sapere pratico e produttivo: il primo riguarda l'azione (praxis), il secondo
la produzione (poiesis). La filosofia della natura, o "fisica", rientra tra i saperi teoretici e si focalizza sulla
conoscenza della natura per se stessa, senza finalità pratiche o produttive. Questa teoreticità garantisce la
libertà di ricerca, in quanto la conoscenza è fine a se stessa.
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Tuttavia, la modernità ha spesso contestato questa prospettiva, come evidenziato da Francesco Bacone, che
considerava la conoscenza della natura finalizzata alla sua trasformazione per il beneficio e l'utilità della vita
umana. Nonostante questa visione sia diventata prevalente, esistono contributi contemporanei che riaffermano
l'importanza di una riflessione filosofica teoretica sulla natura, come quella di Hans Jonas, che ha evidenziato
l'importanza di considerazioni etiche e bioetiche nella comprensione della natura.
La filosofia della natura è quindi principalmente teoretica, ma le sue implicazioni pratiche e produttive non
sono trascurabili. Questo approccio classico è stato approfondito da Tommaso d'Aquino, che distingue la
physica (scienza naturale) dalla matematica e dalla metafisica in base al loro rapporto con la materia e il
movimento. La physica si occupa di oggetti materiali, la matematica di aspetti quantitativi astratti dalla
materia, e la metafisica di oggetti separati dalla materia, come Dio e gli angeli.
In sintesi, la filosofia della natura, pur essendo una disciplina teoretica, ha rilevanza pratica e produttiva, e la
sua ricerca della verità è fondamentale per affrontare le problematiche ecologiche e bioetiche contemporanee.
### Riassunto di "La Filosofia della Natura" di Aristotele
Il termine "metafisica" viene dal titolo dell'opera di Aristotele, composta da quattordici libri raccolti in epoche
diverse, redatti principalmente da Aristotele stesso e dai suoi discepoli. Questo titolo, che significa "dopo" e
"sopra" la fisica, implica uno studio delle realtà superiori e successive a quelle fisiche. La fisica è quindi un
passo preliminare e necessario per la metafisica, rappresentando la base della filosofia della natura.
La filosofia della natura, o physica, è essenzialmente uno studio dell'essere corporeo e si configura come una
forma di ontologia. Essa si occupa delle realtà materiali, dei loro mutamenti, e dei principi che le governano.
Aristotele distingue i corpi viventi dagli inorganici, sottolineando che i viventi, o organismi, possiedono un
principio interno di vita, rendendoli l'oggetto primario di studio nella filosofia della natura.
La filosofia della natura si articola come scienza teoretica, fisica e ontologica, e ha come oggetto principale il
"corpo", inteso come realtà materiale e sensibile, caratterizzata dalla mutabilità e dal cambiamento interno.
Essa include lo studio delle proprietà dei corpi, del loro divenire e delle cause che ne determinano l'essenza.
La filosofia della natura si distingue dalla filosofia delle scienze, che riflette su cosa siano le scienze e su come
l'uomo conosca scientificamente. Mentre la filosofia della natura fa parte dell'ontologia, la filosofia delle
scienze appartiene alla gnoseologia, o teoria della conoscenza. La filosofia delle scienze è una disciplina
recente, nata dalla necessità di riflettere sulle nuove modalità di conoscenza introdotte dalle scienze moderne.
Infine, la filosofia della natura e la filosofia delle scienze, pur essendo distinte, sono connesse nel grande corpo
della filosofia, e una corretta comprensione della filosofia delle scienze dovrebbe includere una riflessione
sulla filosofia della natura come scienza filosofica.

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Significato e Concetti di Natura

LINEAMENTI DI FILOSOFIA 2023/24 Il termine "natura" ha molteplici significati e viene usato frequentemente in vari contesti quotidiani. In filosofia, è fondamentale precisare il significato dei termini per evitare equivoci che ostacolano il ragionamento e il dialogo.

Il termine latino "natura" e il greco "physis" derivano da verbi che indicano dinamismi naturali, come nascita e generazione. Aristotele, partendo dall'etimologia, elenca diversi significati di "natura": la generazione delle cose, il principio di crescita e movimento, e il principio materiale delle cose naturali. Tommaso d'Aquino estende questi significati, sottolineando che "natura" inizialmente indicava la "nascitura" e poi è anda a significare qualsiasi principio intrinseco di cambiamento.

Le cose naturali si distinguono per avere un principio interno di generazione e attività. Due significati principali di "natura" sono: 1) l'insieme delle cose naturali, che hanno attività dipendenti da un principio interno, e 2) il principio dei movimenti propri delle cose naturali, ossia la loro essenza.

Vendemiati distingue tra "natura in senso estensivo" (l'insieme delle cose non fatte dall'uomo) e "natura in senso intensivo" (il principio nativo o essenza di una realtà). La riflessione antica e medievale tendeva a utilizzare il termine in senso intensivo, mentre la modernità predilige l'uso estensivo. Entrambi i significati si implicano reciprocamente: riflettere sulla natura estensiva porta a interrogarsi sull'essenza delle cose e viceversa.

Aristotele e altri filosofi usano vari termini per indicare la natura in senso estensivo, come "cosmo" e "universo", evidenziando l'ordine e l'unità nella diversità della realtà naturale. Il termine "mondo" ha un uso simile, riferendosi all'ordine.

La natura estensiva include le cose non fatte dall'uomo e materiali. Nel Medioevo, si intendeva che la natura comprendesse tutta la realtà, inclusi Dio e gli angeli, ma per chiarezza filosofica, la natura estensiva è limitata alle cose materiali non fatte dall'uomo, includendo l'uomo stesso come parte della natura.

In sintesi, il termine "natura" può indicare sia l'insieme delle cose naturali e i loro principi interni, sia l'essenza delle realtà naturali. Questa doppia accezione è fondamentale nella filosofia per comprendere la realtà in modo completo e preciso.

Dimensioni della Filosofia

La filosofia, secondo la tradizione platonico-aristotelica, si divide in tre dimensioni fondamentali: teoretica, pratica e produttiva, in base alla finalità del sapere filosofico. La dimensione teoretica è speculativa e finalizzata alla conoscenza per se stessa. Aristotele considera questa dimensione come la sapienza più elevata.

Il sapere pratico, invece, è orientato alla prassi, cioè alle azioni umane, che ricadono nel campo della morale e della politica. Le azioni umane hanno un impatto sull'uomo stesso, modificandone la natura. La dimensione produttiva riguarda il "facere", ovvero la produzione di oggetti esterni, ed è finalizzata all'utilità pratica, producendo opere d'arte e tecniche.

Aristotele distingue chiaramente tra sapere pratico e produttivo: il primo riguarda l'azione (praxis), il secondo la produzione (poiesis). La filosofia della natura, o "fisica", rientra tra i saperi teoretici e si focalizza sulla conoscenza della natura per se stessa, senza finalità pratiche o produttive. Questa teoreticità garantisce la libertà di ricerca, in quanto la conoscenza è fine a se stessa.

1LINEAMENTI DI FILOSOFIA 2023/24 Tuttavia, la modernità ha spesso contestato questa prospettiva, come evidenziato da Francesco Bacone, che considerava la conoscenza della natura finalizzata alla sua trasformazione per il beneficio e l'utilità della vita umana. Nonostante questa visione sia diventata prevalente, esistono contributi contemporanei che riaffermano l'importanza di una riflessione filosofica teoretica sulla natura, come quella di Hans Jonas, che ha evidenziato l'importanza di considerazioni etiche e bioetiche nella comprensione della natura.

La filosofia della natura è quindi principalmente teoretica, ma le sue implicazioni pratiche e produttive non sono trascurabili. Questo approccio classico è stato approfondito da Tommaso d'Aquino, che distingue la physica (scienza naturale) dalla matematica e dalla metafisica in base al loro rapporto con la materia e il movimento. La physica si occupa di oggetti materiali, la matematica di aspetti quantitativi astratti dalla materia, e la metafisica di oggetti separati dalla materia, come Dio e gli angeli.

In sintesi, la filosofia della natura, pur essendo una disciplina teoretica, ha rilevanza pratica e produttiva, e la sua ricerca della verità è fondamentale per affrontare le problematiche ecologiche e bioetiche contemporanee.

La Filosofia della Natura

Riassunto di "La Filosofia della Natura" di Aristotele

Il termine "metafisica" viene dal titolo dell'opera di Aristotele, composta da quattordici libri raccolti in epoche diverse, redatti principalmente da Aristotele stesso e dai suoi discepoli. Questo titolo, che significa "dopo" e "sopra" la fisica, implica uno studio delle realtà superiori e successive a quelle fisiche. La fisica è quindi un passo preliminare e necessario per la metafisica, rappresentando la base della filosofia della natura.

La filosofia della natura, o physica, è essenzialmente uno studio dell'essere corporeo e si configura come una forma di ontologia. Essa si occupa delle realtà materiali, dei loro mutamenti, e dei principi che le governano. Aristotele distingue i corpi viventi dagli inorganici, sottolineando che i viventi, o organismi, possiedono un principio interno di vita, rendendoli l'oggetto primario di studio nella filosofia della natura.

La filosofia della natura si articola come scienza teoretica, fisica e ontologica, e ha come oggetto principale il "corpo", inteso come realtà materiale e sensibile, caratterizzata dalla mutabilità e dal cambiamento interno. Essa include lo studio delle proprietà dei corpi, del loro divenire e delle cause che ne determinano l'essenza.

La filosofia della natura si distingue dalla filosofia delle scienze, che riflette su cosa siano le scienze e su come l'uomo conosca scientificamente. Mentre la filosofia della natura fa parte dell'ontologia, la filosofia delle scienze appartiene alla gnoseologia, o teoria della conoscenza. La filosofia delle scienze è una disciplina recente, nata dalla necessità di riflettere sulle nuove modalità di conoscenza introdotte dalle scienze moderne.

Infine, la filosofia della natura e la filosofia delle scienze, pur essendo distinte, sono connesse nel grande corpo della filosofia, e una corretta comprensione della filosofia delle scienze dovrebbe includere una riflessione sulla filosofia della natura come scienza filosofica.

2LINEAMENTI DI FILOSOFIA 2023/24 Il testo discute la distinzione tra filosofia della natura e scienze particolari della natura. La filosofia della natura, parte della filosofia teoretica, si occupa della natura con un approccio universale e astratto. Le scienze particolari, invece, studiano aspetti specifici della realtà naturale con un metodo proprio, pratico e produttivo, pur condividendo con la filosofia della natura l'oggetto materiale di studio.

Il testo poi esplora la rivoluzione scientifica e la nascita delle scienze moderne, evidenziando due approcci interpretativi: continuismo e discontinuismo. Il continuismo, rappresentato da Pierre Duhem, vede la scienza moderna come un'evoluzione delle conoscenze precedenti senza fratture, mentre il discontinuismo, rappresentato da Gaston Bachelard e Thomas Kuhn, considera la scienza moderna come il risultato di rotture epistemologiche e rivoluzioni paradigmatiche.

Il periodo della prima rivoluzione scientifica è delimitato dalla pubblicazione di "De revolutionibus orbium coelestium" di Copernico (1543) e "Philosophiae Naturalis Principia Mathematica" di Newton (1687). Questo periodo segna un cambiamento radicale sia nella conoscenza del mondo (eliocentrismo, gravitazione universale, ecc.) sia nei metodi di conoscenza (istituzione delle scienze sperimentali e matematiche). Galileo Galilei è visto come un riferimento chiave di questa innovazione metodologica, enfatizzando l'importanza della matematica e delle osservazioni empiriche.

In conclusione, la rivoluzione scientifica ha portato alla nascita di un nuovo campo del sapere, le scienze particolari, che si distaccano dalla filosofia naturale per il loro metodo e finalità.

Il Metodo Scientifico di Galileo

Il testo discute il contributo di Galileo al metodo scientifico, sottolineando il suo approccio matematico per comprendere la realtà fisica. Galileo ha integrato le certezze matematiche nelle scienze fisiche, assumendo che la realtà fosse intrinsecamente matematica. Questo ha portato alla costruzione di esperimenti controllati, come quello del piano inclinato, per studiare i fenomeni naturali isolando variabili specifiche e riducendo l'interferenza di elementi esterni.

L'esperimento galileiano è descritto come un modello semplificato della realtà, che consente una rappresentazione geometrica e numerica dei fenomeni studiati. Galileo sosteneva che la realtà fosse un libro scritto in linguaggio matematico, e che l'esperimento potesse chiarire la complessità del mondo attraverso questa semplificazione.

Tuttavia, il testo evidenzia che gli esperimenti non possono confermare definitivamente una teoria, ma possono solo falsificarla. Questo approccio, che si avvicina alla verità senza mai raggiungerla completamente, ha stimolato un progresso continuo nelle scienze, permettendo la formulazione e la verifica di nuove ipotesi.

Infine, il testo critica la riduzione del metodo scientifico alla sola verifica empirica, come proposto dal neopositivismo logico, sottolineando l'importanza di un approccio scientifico più complesso e integrato.

Il testo "Filosofia della natura e scienze della natura" discute la relazione tra la filosofia della natura e le scienze naturali, evidenziando come condividano lo stesso oggetto materiale ma differiscano per oggetto formale, finalità e prospettive. Mentre le scienze naturali sono viste come un'evoluzione della filosofia della natura, il testo chiarisce che questi due campi non sono né alternativi né concorrenziali.

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