Riassunto di Didattica Generale per l'Università degli Studi della Basilicata

Documento dall'Università degli Studi della Basilicata su Riassunto Didattica Generale. Il Pdf analizza i concetti fondamentali della Didattica Generale, esplorando la sua evoluzione storica, i mediatori didattici e le dimensioni metodologiche dell'apprendimento, utile per studenti universitari.

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Riassunto Didattica Generale
Didattica Generale (Università degli Studi della Basilicata)
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Didattica Generale
I PARTE: LA DIDATTICA OGGI: PAROLE CHIAVE
1.1 Didattica
La DIDATTICA è una disciplina antica nata per trasmettere il patrimonio culturale.
La parola deriva dalla radice indoeuropea DAK “mostrare”, da cui traggono origine i
termini latini doceo "insegno" e disco imparo". Nacque nel 1600, ispirandosi a
COMENIO secondo cui tutto è insegnabile a tutte le età (educazione pansofica). Il
ruolo della didattica ha subito variazioni nel corso del tempo: da un’attenzione alla
didattica a una negazione della didattica. Per quanto riguarda la prima, essa è un
programma di Gabelli del 1888: in questi periodi di attenzione, la formazione
dell’insegnante si basa sul sapere didattico, che lo abilita al suo ruolo. Per quanto
riguarda la seconda, essa è un programma di Giovanni Gentile del 1923, in cui la
formazione del docente si basa sulla preparazione culturale ed umana (“sii uomo e
sarai maestro”). Al centro tra questi due periodi troviamo i modelli didattici
caratteristici della pedagogia, ovvero gli aspetti dell’insegnamento e della gestione
del processo educativo. Negli ultimi decenni il sapere didattico ha subito
trasformazioni che hanno modificato alcuni suoi aspetti:
- ESTENSIONE DEL CAMPO della didattica, prima solo nella scuola e poi in
campi quali lo scautismo, lo sport, la parrocchia;
- SPECIFICAZIONE DELL’OGGETTO della didattica in base all'ambito in cui
è attuata;
- PROLIFERAZIONE DI METODOLOGIE DIDATTICHE (apprend.
cooperativo, problem solving), in quanto non esiste un modello didattico unico,
ma esistono varie tecniche, metodi diversi e opportuni ai vari ambiti.
La DIDATTICA si colloca nelle SCIENZE DELL’EDUCAZIONE.
Mauro Laeng suddivide:
1. DISCIPLINE RILEVATIVE: analizzano l’evento educativo per comprenderlo
meglio (es. psicologia, sociologia, antropologia). Contesto dell’ESSERE;
2. DISCIPLINE PRESCRITTIVE: si occupano di capire lo scopo dell’evento
educativo, analizzando il sistema di valori. Un esempio è la filosofia educativa
che si occupa di analizzare il quadro valoriale. Linguaggio dell’evento
educativo: DOVER ESSERE;
3. DISCIPLINE OPERATIVE: sono volte all’azione educativa, al modo di
condurla, al contesto in cui deve avvenire, al suo scopo. In queste troviamo la
didattica che si occupa del COME EDUCARE.
OGGETTO DELLA DIDATTICA è l’AZIONE DI INSEGNAMENTO che si svolge
dentro la scuola con INTENZIONALITA’ (traguardi formativi) E
SISTEMATICITA’ (organizzazione dell’azione educativa).
Si possono distinguere 3 TIPI DI EDUCAZIONE:
- FORMALE: attuata dalla scuola che ha sia intenzionalità sia
sistematicità;
- INFORMALE: attuata da famiglia, comunità religiose e sportive che ha
intenzionalità;
- NON FORMALE: attuata dai mass-media che non ha intenzionalità
sistematicità.
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Riassunto Didattica Generale

Didattica Generale (Università degli Studi della Basilicata) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Eugenia Cribari (eugeniacribari@gmail.com)Didattica Generale

I PARTE: LA DIDATTICA OGGI: PAROLE CHIAVE

1.1 Didattica

La DIDATTICA è una disciplina antica nata per trasmettere il patrimonio culturale. La parola deriva dalla radice indoeuropea DAK "mostrare", da cui traggono origine i termini latini doceo "insegno" e disco imparo". Nacque nel 1600, ispirandosi a COMENIO secondo cui tutto è insegnabile a tutte le età (educazione pansofica). Il ruolo della didattica ha subito variazioni nel corso del tempo: da un'attenzione alla didattica a una negazione della didattica. Per quanto riguarda la prima, essa è un programma di Gabelli del 1888: in questi periodi di attenzione, la formazione dell'insegnante si basa sul sapere didattico, che lo abilita al suo ruolo. Per quanto riguarda la seconda, essa è un programma di Giovanni Gentile del 1923, in cui la formazione del docente si basa sulla preparazione culturale ed umana ("sii uomo e sarai maestro"). Al centro tra questi due periodi troviamo i modelli didattici caratteristici della pedagogia, ovvero gli aspetti dell'insegnamento e della gestione del processo educativo. Negli ultimi decenni il sapere didattico ha subito trasformazioni che hanno modificato alcuni suoi aspetti:

  • ESTENSIONE DEL CAMPO della didattica, prima solo nella scuola e poi in campi quali lo scautismo, lo sport, la parrocchia;
  • SPECIFICAZIONE DELL'OGGETTO della didattica in base all'ambito in cui è attuata;
  • PROLIFERAZIONE DI METODOLOGIE DIDATTICHE (apprend. cooperativo, problem solving), in quanto non esiste un modello didattico unico, ma esistono varie tecniche, metodi diversi e opportuni ai vari ambiti.

La DIDATTICA si colloca nelle SCIENZE DELL'EDUCAZIONE. Mauro Laeng suddivide:

  1. DISCIPLINE RILEVATIVE: analizzano l'evento educativo per comprenderlo meglio (es. psicologia, sociologia, antropologia). Contesto dell'ESSERE;
  2. DISCIPLINE PRESCRITTIVE: si occupano di capire lo scopo dell'evento educativo, analizzando il sistema di valori. Un esempio è la filosofia educativa che si occupa di analizzare il quadro valoriale. Linguaggio dell'evento educativo: DOVER ESSERE;
  3. DISCIPLINE OPERATIVE: sono volte all'azione educativa, al modo di condurla, al contesto in cui deve avvenire, al suo scopo. In queste troviamo la didattica che si occupa del COME EDUCARE.

OGGETTO DELLA DIDATTICA è l'AZIONE DI INSEGNAMENTO che si svolge dentro la scuola con INTENZIONALITA' (traguardi formativi) E SISTEMATICITA' (organizzazione dell'azione educativa). Si possono distinguere 3 TIPI DI EDUCAZIONE:

  • FORMALE: attuata dalla scuola che ha sia intenzionalità sia sistematicità;
  • INFORMALE: attuata da famiglia, comunità religiose e sportive che ha intenzionalità;
  • NON FORMALE: attuata dai mass-media che non ha né intenzionalità né sistematicità.

This document is available on studocu Scaricato da Eugenia Cribari (eugeniacribari@gmail.com)L'AZIONE DI INSEGNAMENTO è la relazione educativa volta all'apprendimento di un patrimonio culturale in un determinato contesto, fatto di regole, vincoli organizzativi. Questa è spiegata dal TRIANGOLO DIDATTICO (INSEGNANTE-ALLIEVO- CONTENUTI CULTURALI), che hanno un rapporto reciproco, circolare. L'INSEGNAMENTO avviene in diverse DIMENSIONI:

  1. RELAZIONALE-COMUNICATIVA: attenta alla dinamica tra insegnante e alunno;
  2. METODOLOGICO-DIDATTICA: attenta alla modalità di trasmissione del patrimonio culturale e alla gestione di essa tra gli allievi e i contenuti culturali;
  3. ORGANIZZATIVA: attenta al setting (contesto) entro cui avviene l'azione educativa.

OGGI la scuola sta cambiando il suo COMPITO FORMATIVO, che non è più quello di trasmettere saperi, ma insegnare ad affrontare le situazioni che si creano nel contesto di vita, quindi il TRIANGOLO DIDATTICO DIVENTA QUADRILATERO nel quale si aggiungono le SITUAZIONI DI VITA, che si trovano tra l'insegnante e l'allievo e sono collegate anche ai contenuti. Didattica è anche RICERCA DELL'INSEGNAMENTO: l'insegnante è fonte del sapere, elabora le conoscenze da trasmettere.

1.2 Ricerca

La RICERCA è la didattica costituita da un rapporto circolare tra teoria e azione, gli insegnanti lavorano con i ricercatori (ogni situazione didattica è diversa). DONALD SCHON ne "il professionista riflessivo", distingue DUE PARADIGMI CONOSCITIVI: RAZIONALITA' TECNICA: in cui la conoscenza è significativa solo se è resa valida da osservazioni del campo: in modo relazionale applico una teoria a problemi concreti; RIFLESSIONE IN AZIONE (RIFLESSIVITA'): permette di riflettere su ciò che accade. Attribuisco un significato a ciò che sto facendo e, in base a ciò che sto facendo, modifico i mezzi ei fini. Per SCHON il SAPERE DIDATTICO è PRATICO e TACITO (interno all'azione del docente). Il docente diventa un INSEGNANTE RICERCATORE, un PROFESSIONISTA RIFLESSIVO, colui che passa da un sapere tacito ad uno esplicito (CONSAPEVOLE DEL PROPRIO SAPERE). Il suo ruolo cambia e diventa un ruolo assistenziale, consulenziale. Un esempio di consulente è il RICERCATORE, che aiuta l'insegnante a gestire e rivedere la propria esperienza formativa. Riguardo la FORMAZIONE DEI DOCENTI ci sono tre tipi:

  • formazione come ALIMENTAZIONE: produce una conoscenza che l'insegnante poi usa in classe (APPRENDERE PER L'AZIONE);
  • formazione come SOCIALIZZAZIONE: l'insegnante fa propria la conoscenza che acquisisce (APPRENDERE DELL'AZIONE);
  • formazione come RICERCA: l'insegnante a prende una conoscenza che poi attua (APPRENDERE CON L'AZIONE).

Ci sono TRE VISIONI DELLA RICERCA DIDATTICA:

  • visione GRAMMATICALE: funzione regolativa della didattica in rapporto all'azione di insegnamento. La didattica presenta modelli di insegnamento volti a guidare l'insegnante nel suo compito. I programmi indicano cosa e come insegnare;

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  • visione SINTATTICA: la didattica propone gli strumenti utili per comprendere lo sviluppo dell'insegnamento;
  • visione SEMANTICA: la didattica ha una funzione narrativa e chi la vive narra le esperienze formative, infatti lo strumento usato è la storia della vita.

1.3 Innovazione

L'INNOVAZIONE è la rielaborazione continua dell'azione didattica volta al miglioramento della stessa. Questo cambiamento è definito "momento antropologico" perché assume importanza il soggetto e il dialogo, la comunicazione. In questo processo di cambiamento troviamo diversi PRINCIPI DI FONDO:

  1. STORICITA': sono eventi che si sviluppano e modificano nel tempo (non si può studiare l'innovazione se non si tiene conto del passato);
  2. SOGGETTIVITA' di chi compie l'azione, ovvero le preoccupazioni, gli interessi, le esperienze passate che lo caratterizzano. È molto importante nella scuola dove la persona ha un ruolo centrale;
  3. CONTESTUALITA': l'azione didattica subisce un'innovazione in base al contesto in cui è inserita. L'unità scolastica è il fulcro su cui si concentra il cambiamento;
  4. GLOBALITA': coinvolgimento totale del sistema educativo;
  5. RECIPROCITA': rapporti tra ambiente esterno e scuola;
  6. RIFLESSIVITA': bisogna usare una razionalità riflessiva che porti a riconoscere il cambiamento.

I CRITERI che rendono un'INNOVAZIONE EFFICACE sono:

  • CONTRATTUALITA': i soggetti coinvolti nel cambiamento devono seguire delle regole che definiscono responsabilità, tempi di lavoro;
  • GRADUALITA': il miglioramento avviene per progressione;
  • CONDIVISIONE: le azioni di miglioramento devono essere parte del soggetto che le metterà in pratica (deve farle proprie);
  • NEGOZIAZIONE: nei dialoghi in cui si prendono le varie decisioni sui programmi, bisogna ascoltare tutte le opinioni;
  • SUPPORTO: un processo innovativo deve essere guidato dal promotore;
  • PRATICITA': il piano creato deve descrivere chiaramente le attività da svolgere;
  • RIVEDIBILITA': il processo migliorativo deve essere riformulato e rielaborato in itinere, in corso d'opera, contemporaneo all'attività.

UNA RICERCA SENZA CAMBIAMENTO È VUOTA, UN CAMBIAMENTO SENZA RICERCA È CIECO. In un processo di cambiamento il momento della ricerca è fondamentale poiché permette di capire al meglio l'azione che si sta svolgendo. Questi RAPPORTI TRA RICERCA E CAMBIAMENTO possiamo visualizzarli su tre prospettive:

  • Ricerca SUL miglioramento: ricerca utile per gestire l'azione didattica (tiene sotto controllo il sistema);
  • Ricerca PER il miglioramento: ricerca che attiva il processo di cambiamento, utile a guidare l'azione innovativa (diagnosi: analisi del processo);
  • ricerca COME miglioramento: la ricerca produce comportamenti professionali volti all'auto innovamento (SPECCHIO: nella scuola devono esserci specchi per permettere agli insegnanti di osservare il loro compito da un'altra prospettiva).

This document is available on studocu Scaricato da Eugenia Cribari (eugeniacribari@gmail.com)La RICERCA-AZIONE è RICERCA PER AGIRE ed è caratterizzata dalla ridefinizione dei ruoli dei soggetti, coinvolti nella ricerca, importanti per capire meglio i problemi professionali, mentre i ricercatori hanno il compito di accompagnare i soggetti nel risolvere i problemi.

1.4 Documentazione

DOCUMENTARE L'AZIONE DIDATTICA, significa trasformarla in documento, e quindi in qualcosa di duraturo. L'AZIONE DIDATTICA è formata da una RELAZIONE MOLTO COMPLESSA (insegnante-allievo). Documentare significa passare dall'azione del soggetto alla teorizzazione, dal sapere tacito a quello esplicito, rendere dicibile l'azione, raccontarla e descriverla. Attualmente se parliamo di documentazione in una scuola, si pensa a REGISTRI, PAGELLE ... strumenti che l'insegnante non usa per raccontare la propria esperienza, bensì per seguire un regolamento. La SCUOLA è un SOGGETTO PRIVO DI MEMORIA: non si è mai preoccupata di documentare il proprio di vista. L'impiego burocratico della documentazione svalorizza l'esperienza didattica dell'insegnante e fa sì che il docente tenga due registri linguistici per descrivere la sua didattica: quello burocratico appunto da tenere nei documenti ufficiali e quello privato invece registrato nella sua agenda personale per esempio. Manca quindi, nell'ambito burocratico, una documentazione di tipo professionale trasmissibile tra gli insegnanti che possono trasferire e confrontare le esperienze didattiche. Il singolo docente è la memoria individuale della propria esperienza; il gruppo docente è la tesaurizzazione delle esperienze condivise; il livello regionale e nazionale è la raccolta delle esperienze didattiche di qualità. Bisogna decidere le forme della documentazione: come comunicare l'esperienza didattica? Sono stati individuati due criteri: un primo criterio è relativo alle funzioni affidate alla documentazione: regolativa, nel senso di puntare a indirizzare l'azione dell'insegnante; esplicativa, nel senso di mirare a fornire le chiavi di lettura per la comprensione dell'esperienza didattica; e narrativa, nel senso di tendere a raccontare l'esperienza e i suoi significati. Un secondo criterio distingue tra fasi temporali: nella fase ex ante, preparatoria alla stessa; una fase contestuale, di svolgimento dell'azione; una fase ex post, successiva all'azione nella quale ricostruire il percorso. L'incrocio dei due criteri dà origine a nove combinazioni differenti, ciascuna espressione di una tipica forma di documentazione:

  1. Piani: precede l'azione. Funzione regolativa, di guida all'azione stessa.
  2. Criteri di qualità: documenta l'azione didattica nei suoi principi ispiratori. Svolgono una funzione di indirizzo.
  3. Prototipi: seguono l'azione. Resoconto strutturato. Funzione regolativa.
  4. Teorie: documentazione che precede l'azione. Strumento di formalizzazione dell'azione, di generalizzazione della prassi.
  5. Categorie di analisi: documentazione che accompagna l'azione. Ha lo scopo di fornire strumenti di comprensione dell'esperienza.
  6. Tipologie didattiche: documentazione che segue l'azione. Intende riconoscerne i tratti salienti.
  7. Simulazioni: ricostruzione dell'esperienza, reso particolare dalla modalità della simulazione.

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