Slide di Storia sulla crisi del 29 e il New Deal. Il Pdf esplora le cause del boom economico degli anni Venti, il crollo di Wall Street e le conseguenze della Grande Depressione, inclusi fallimenti bancari e disoccupazione, utile per studenti della scuola superiore.
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Le cause del boom economico che si ebbe in America nei "ruggenti anni Venti" Il boom economico: i ruggenti anni Venti Nel periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale al 1929: negli Stati Uniti d'America grande sviluppo economico "Ruggenti anni Venti" (in inglese Roaring twenties): anni caratterizzati da una intensa ed euforica ricerca di successo e di emozioni. I simboli dei ruggenti anni Venti furono infatti lo sviluppo dell'aviazione, del cinema muto, della musica jazz e del ballo del charleston. The Jazz Age The 20s
Il benessere e lo sviluppo ebbero come conseguenza una politica di chiusura degli USA agli altri Paesi. Dopo la guerra infatti gli Usa erano diventati la prima potenza mondiale e desideravano conservare il proprio benessere; rifiutavano perciò ogni coinvolgimento nelle relazioni internazionali per paura di essere nuovamente coinvolti in altre guerre europee:
La volontà di difendere il benessere raggiunto portò all'intolleranza verso il diverso, soprattutto verso gli stranieri:
Lo sviluppo si arresta a partire dal 1929 La grande fase di sviluppo attraversata dagli Usa durante i ruggenti anni Venti si interruppe nel 1929, quando il crollo della Borsa di Wall Street (Wall Street Crash) segnò l'inizio della Grande Depressione che interesserà l'America (e anche l'Europa) durante tutti gli anni Trenta.
Il crollo di Wall Street segna l'inizio della Grande depressione che interesserà il paese per tutti gli anni Trenta. Immagini quasi apocalittiche illustrano che cosa sia stato questo periodo).
La crisi economica americana, si ripercosse in tutti i paesi che avevano stretti rapporti economici e finanziari con gli USA, dall'America Latina alla Gran Bretagna, all'Austria e alla Germania (dove vengono ritirati i prestiti erogati dall'America per la ripresa nel dopoguerra con il piano Dawes) e anche in Francia e in Italia. Ovunque si registrò:
La Gran Bretagna (imitata subito dopo dai paesi scandinavi e poi da altri) abbandonò il "gold standard" ovvero la convertibilità in oro della sterlina perché le riserve auree della Banca d'Inghilterra si erano esaurite: fu un avvenimento che destò sensazione perché sancì la fine dell'Inghilterra come "banchiere del mondo". Interruzione della ripresa economica in Germania, la cui economia era strettamente integrata a quella statunitense. Ripercussioni politiche: accrescimento di consensi verso il nazismo (e il fenomeno non interessa solo la Germania: in vari Paesi toccati dalla crisi aumenta il consenso ai regimi totalitari) N.B .: i totalitarismi non sono generati dalla crisi - il fascismo, ad. es., nasce all'inizio degli anni '20 - ma la crisi economica rafforza il consenso politico verso essi: l'uomo forte e lo Stato forte sono uno strumento con cui si spera di uscire dalla crisi. Si pensava che l'uomo forte al comando avrebbe potuto assicurare ordine, prosperità e tranquillità. La sensibilità dei regimi totalitari ai problemi posti dalla crisi economica (già presente nel dopoguerra e aggravatasi nel '29) e alla loro soluzione, con il relativo consenso da essi riscosso in questa direzione, ha molti riscontri. Basta vedere alcune delle frasi di Mussolini. "Il solo pensiero di una famiglia senza il necessario per vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo." "La mia ambizione è questa: rendere forte, prosperoso, grande, libero il popolo italiano."
La risposta alla Grande depressione venne dal nuovo presidente americano Franklin Delano Roosevelt, democratico, che varò un vasto programma di riforme economiche che avevano il compito di risolvere la crisi. Tale programma prese il nome di New Deal ("nuovo patto" con gli americani), dalle parole dello stesso Roosevelt, che in un discorso così descriveva i propri obiettivi: "Ovunque nella nazione, uomini e donne, dimenticati dalla filosofia politica del nostro governo, ci guardano in attesa di guida e di opportunità per ricevere una più equa distribuzione della ricchezza nazionale ... lo impegno voi tutti -- impegno me stesso, a un nuovo patto [New Deal] per il popolo americano ... Questa è più di una campagna elettorale: è una chiamata alle armi." (Roosevelt) Roosevelt chiese maggiori poteri per fronteggiare la situazione di emergenza "come se l'America fosse invasa dallo straniero" e, avvalendosi della collaborazione di tecnici e di professori universitari, i migliori 'cervelli' (brain trust), mise a punto una nuova politica economica, il New deal (Nuovo corso), già preannunciato nella sua campagna elettorale. Vennero eseguiti una serie di lavori pubblici che permisero l'assunzione di migliaia di giovani e complessivamente di più di otto milioni di lavoratori. Vennero contestualmente approvate delle leggi a favore dei lavoratori, che tutelavano il diritto di sciopero, istituivano le pensioni di vecchiaia e ponevano le fondamenta per un sistema di previdenza. Era un esempio di Welfare state o stato sociale che per i sistemi democratici sarebbe diventato un modello.
Il New Deal ottiene risultati cospicui anche se non risolutivi e lascia trasformazioni importanti