La crisi del 1929 e il New Deal: cause e conseguenze della Grande Depressione

Slide di Storia sulla crisi del 29 e il New Deal. Il Pdf esplora le cause del boom economico degli anni Venti, il crollo di Wall Street e le conseguenze della Grande Depressione, inclusi fallimenti bancari e disoccupazione, utile per studenti della scuola superiore.

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La crisi del 29 e
il New Deal
Il primo dopoguerra
Le cause del boom economico che si ebbe in
America nei “ruggenti anni Venti“

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Il primo dopoguerra

Le cause del boom economico che si ebbe in America nei "ruggenti anni Venti" Il boom economico: i ruggenti anni Venti Nel periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale al 1929: negli Stati Uniti d'America grande sviluppo economico "Ruggenti anni Venti" (in inglese Roaring twenties): anni caratterizzati da una intensa ed euforica ricerca di successo e di emozioni. I simboli dei ruggenti anni Venti furono infatti lo sviluppo dell'aviazione, del cinema muto, della musica jazz e del ballo del charleston. The Jazz Age The 20s

Le cause del boom economico

  • Sviluppo industriale: all'allargamento dei consumi, grazie alla diffusione della produzione in serie (taylorismo e fordismo) e a nuovi stili di vendita (pubblicità e vendite rateali).
  • Sviluppo agricolo e crescita delle esportazioni agricole: durante la Guerra, l'Europa impegnata nel conflitto non poteva produrre per il proprio fabbisogno ed allora ricorreva alle importazioni soprattutto dagli USA, dove il settore agricolo era meccanizzato ed era diventato molto produttivo.
  • Sviluppo degli investimenti in borsa: le azioni sono piccole quote di imprese di cui, come azionisti, si diventa in parte proprietari: se queste imprese venderanno bene i propri prodotti, le azioni aumenteranno di valore e perciò aumenteranno anche i guadagni degli azionisti. Prevedendo che le imprese si sarebbero sviluppate, durante gli anni Venti, gli azionisti aumentarono. Tutti investivano in borsa i propri risparmi: comprare le azioni di una certa industria - e cioè giocare in borsa i propri risparmi prevedendo che quell'azienda avrebbe aumentato il proprio fatturato e perciò anche il rendimento delle proprie azioni - era diventata una cosa comune e diffusa.

La società e la politica negli anni Venti

Il benessere e lo sviluppo ebbero come conseguenza una politica di chiusura degli USA agli altri Paesi. Dopo la guerra infatti gli Usa erano diventati la prima potenza mondiale e desideravano conservare il proprio benessere; rifiutavano perciò ogni coinvolgimento nelle relazioni internazionali per paura di essere nuovamente coinvolti in altre guerre europee:

  • i repubblicani vinsero le elezioni e perseguirono una politica di isolazionismo, secondo la quale il paese avrebbe dovuto badare solo alle proprie questioni interne
  • dal punto di vista economico si diffuse una politica di chiusura e di protezionismo

Intolleranza e proibizionismo

La volontà di difendere il benessere raggiunto portò all'intolleranza verso il diverso, soprattutto verso gli stranieri:

  1. si accentuò il fenomeno della xenofobia (cfr. il caso Sacco e Vanzetti: due anarchici ita liani condannati e giustiziati per omicidio, ma in realtà innocenti, il cui processo ebbe una valenza politica e si svolse in un clima di isteria collettiva antisovversiva e xenofoba);
  2. la società segreta del Ku Klux Klan infierì contro afroamericani, cattolici, socialisti e comunisti;
  3. si diffuse il proibizionismo (dal 1920 al 1933) cioè il divieto di produrre, trasportare e vendere bevande alcoliche (contro la piaga dell'alcolismo che affliggeva i ceti più poveri); il proibizionismo generò però il commercio illegale e la malavita gangsterismo (sono questi gli anni del gangster Al Capone).

Le cause dell'arresto dello sviluppo

Lo sviluppo si arresta a partire dal 1929 La grande fase di sviluppo attraversata dagli Usa durante i ruggenti anni Venti si interruppe nel 1929, quando il crollo della Borsa di Wall Street (Wall Street Crash) segnò l'inizio della Grande Depressione che interesserà l'America (e anche l'Europa) durante tutti gli anni Trenta.

Cause della crisi del 1929

  1. Arresto delle esportazioni agricole verso l'Europa, ormai in ripresa dopo anni di guerra. Crisi delle banche: gli agricoltori, cui esse avevano prestato il denaro per sviluppare e meccanizzare le proprie aziende, non potevano più pagare i loro debiti. Meccanizzazione dell'agricoltura: ha creato disoccupazione e disagi per i braccianti. Problema ambientale: per avere nuovi terreni da sfruttare, era accaduto che l'agricoltura si era sviluppata anche in zone non adatte, dove si erano prodotti notevoli squilibri ecologici il cui aspetto più evidente era la desertificazione di queste zone: nelle grandi pianure si era infatti formata un'area desertica, il cosiddetto Dust Bowl, "conca della polvere" A2) saturazione del mercato con i beni di consumo durevoli che restavano invenduti La depressione economica investì anche il settore dei consumi di beni durevoli, che a un certo punto non venivano più acquistati sia perché il mercato ne era saturo sia per la generale diminuzione delle possibilità di acquisto. Il ristagno economico generale causò il crollo della fiducia nelle prospettive di sviluppo del mercato. Crollò il valore delle azioni e perciò crollò la Borsa di New York (detta Wall Street, dal nome della via in cui sorge), il martedì 29 ottobre del 1929 (Black Tuesday). Il giorno più rovinoso per la storia dei mercati azionari.

La Grande Depressione degli anni Trenta in America

Caratteristiche della Grande Depressione

Il crollo di Wall Street segna l'inizio della Grande depressione che interesserà il paese per tutti gli anni Trenta. Immagini quasi apocalittiche illustrano che cosa sia stato questo periodo).

  • Crolla il valore delle azioni, che non valevano più niente: investitori e risparmiatori persero tutto quello che avevano.
  • Falliscono le banche (1/3 delle banche venne chiuso) che gestivano il risparmio e che non recuperavano i crediti.
  • Falliscono le industrie (che non vendevano più i propri prodotti a causa della saturazione del mercato) e falliscono gli uomini d'affari.
  • Diventarono enormi i livelli di disoccupazione (15 milioni di americani erano senza lavoro): le foto dell'epoca mostrano lunghissime code di disoccupati che fanno la fila per avere un lavoro.

Conseguenze sociali e economiche

  • Si verificano migrazioni di contadini allontanati dalle proprie terre dal Dust Bowl e dalle banche che sottraevano i terreni ipotecati quando essi non erano in grado di pagare i debiti. Essi andavano in cerca di fortuna in altre terre.
  • Aumentano le misure protezionistiche.

La crisi fuori dagli USA

Anche l'Europa soffre la crisi

La crisi economica americana, si ripercosse in tutti i paesi che avevano stretti rapporti economici e finanziari con gli USA, dall'America Latina alla Gran Bretagna, all'Austria e alla Germania (dove vengono ritirati i prestiti erogati dall'America per la ripresa nel dopoguerra con il piano Dawes) e anche in Francia e in Italia. Ovunque si registrò:

  • calo della produzione seguito da diminuzione dei prezzi
  • crolli di borsa
  • fallimenti e chiusura di industrie e banche
  • aumento della disoccupazione

Conseguenze della crisi in Europa

La Gran Bretagna (imitata subito dopo dai paesi scandinavi e poi da altri) abbandonò il "gold standard" ovvero la convertibilità in oro della sterlina perché le riserve auree della Banca d'Inghilterra si erano esaurite: fu un avvenimento che destò sensazione perché sancì la fine dell'Inghilterra come "banchiere del mondo". Interruzione della ripresa economica in Germania, la cui economia era strettamente integrata a quella statunitense. Ripercussioni politiche: accrescimento di consensi verso il nazismo (e il fenomeno non interessa solo la Germania: in vari Paesi toccati dalla crisi aumenta il consenso ai regimi totalitari) N.B .: i totalitarismi non sono generati dalla crisi - il fascismo, ad. es., nasce all'inizio degli anni '20 - ma la crisi economica rafforza il consenso politico verso essi: l'uomo forte e lo Stato forte sono uno strumento con cui si spera di uscire dalla crisi. Si pensava che l'uomo forte al comando avrebbe potuto assicurare ordine, prosperità e tranquillità. La sensibilità dei regimi totalitari ai problemi posti dalla crisi economica (già presente nel dopoguerra e aggravatasi nel '29) e alla loro soluzione, con il relativo consenso da essi riscosso in questa direzione, ha molti riscontri. Basta vedere alcune delle frasi di Mussolini. "Il solo pensiero di una famiglia senza il necessario per vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo." "La mia ambizione è questa: rendere forte, prosperoso, grande, libero il popolo italiano."

La risposta alla crisi in America: il "New Deal" del Presidente Roosevelt (1933-37)

Il New Deal come risposta alla crisi

La risposta alla Grande depressione venne dal nuovo presidente americano Franklin Delano Roosevelt, democratico, che varò un vasto programma di riforme economiche che avevano il compito di risolvere la crisi. Tale programma prese il nome di New Deal ("nuovo patto" con gli americani), dalle parole dello stesso Roosevelt, che in un discorso così descriveva i propri obiettivi: "Ovunque nella nazione, uomini e donne, dimenticati dalla filosofia politica del nostro governo, ci guardano in attesa di guida e di opportunità per ricevere una più equa distribuzione della ricchezza nazionale ... lo impegno voi tutti -- impegno me stesso, a un nuovo patto [New Deal] per il popolo americano ... Questa è più di una campagna elettorale: è una chiamata alle armi." (Roosevelt) Roosevelt chiese maggiori poteri per fronteggiare la situazione di emergenza "come se l'America fosse invasa dallo straniero" e, avvalendosi della collaborazione di tecnici e di professori universitari, i migliori 'cervelli' (brain trust), mise a punto una nuova politica economica, il New deal (Nuovo corso), già preannunciato nella sua campagna elettorale. Vennero eseguiti una serie di lavori pubblici che permisero l'assunzione di migliaia di giovani e complessivamente di più di otto milioni di lavoratori. Vennero contestualmente approvate delle leggi a favore dei lavoratori, che tutelavano il diritto di sciopero, istituivano le pensioni di vecchiaia e ponevano le fondamenta per un sistema di previdenza. Era un esempio di Welfare state o stato sociale che per i sistemi democratici sarebbe diventato un modello.

Bilancio e risultati del New Deal

Il New Deal ottiene risultati cospicui anche se non risolutivi e lascia trasformazioni importanti

  • dal punto di vista strettamente economico i risultati non furono entusiasmanti perché di fatto la disoccupazione venne riassorbita solo con la mobilitazione per la Seconda Guerra Mondiale (i nuovi posti di lavoro nelle industrie belliche servirono a risollevare completamente la disoccupazione).
  • ma il New Deal venne percepito come un programma che sapeva infondere ottimismo, anche grazie all'uso della radio da parte del presidente (sono rimaste famose le cosiddette "chiacchierate al caminetto" con le quali Roosevelt spiegava il New Deal agli americani)
  • si affermò il Welfare State (ovvero un sistema di previdenza sociale): lo Stato si assunse il compito di tutelare i diritti sociali dei cittadini (pensioni, ecc.)
  • Il welfare portò alla crescita dell'amministrazione pubblica e dei suoi impiegati - I sindacati non furono più considerati nemici pericolosi ma legittimi interlocutori del governo.

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