L'educazione come Paideia: analisi del concetto platonico per l'università

Slide da Pfse «Auxilium» – Roma su L'educazione come Paideia. Il Pdf analizza il concetto di 'Paideia' platonica, la condizione dell'individuo non educato e il processo di transizione verso l'educazione, con un focus sulla filosofia a livello universitario.

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25 pagine

L’educazione come
PAIDEIA
PLATONE, Repubbl ica VII 514a - 518c
PFSE «Auxilium» Roma
Anno accademico 2023-2024
Prof.ssa Maria SPOLNIK
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Ricordando che l’EDUCAZIONE…
È distinta dalla ISTRUZIONE e dalla FORMAZIONE, ma le INCLUDE
Riguarda l’EDUCAZIONE INTEGRALE della persona, vale a dire il suo:
SAPERE
SAPER FARE
SAPER ESSERE
SAPERSI RELAZIONARE
Oggi sempre più spesso è interpretata come PAIDEIA
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Anteprima

Anno accademico 2023-2024

PFSE «Auxilium» - Roma Anno accademico 2023-2024 Prof.ssa Maria SPOLNIK L'educazione come PAIDEIA

Platone e l'educazione

PLATONE, Repubblica VII 514a - 518c2 Ricordando che l'EDUCAZIONE ...

  • È distinta dalla ISTRUZIONE e dalla FORMAZIONE, ma le INCLUDE
  • Riguarda l'EDUCAZIONE INTEGRALE della persona, vale a dire il suo:
  • SAPERE
  • SAPER FARE
  • SAPER ESSERE
  • SAPERSI RELAZIONARE

Oggi sempre più spesso è interpretata come PAIDEIA3

Il termine PAIDEIA

Il termine PAIDEIA

  • è associato a due concetti distinti e complementari:
  • KALOS = bello = una PERSONA BELLA esteriormente, ma prima di tutto interiormente
  • AGATHOS = buono = una PERSONA BUONA, vale a dire che ha «espresso bene e nella totalità» la sua umanità
  • esprime il concetto di EDUCAZIONE INTEGRALE ed ECCELLENTE della persona umana4

Paideia: educazione integrale ed eccellente

PAIDEIA, come educazione integrale ed eccellente:

  • È rivolta al SINGOLO (non all'individuo, ma alla PERSONA in relazione!), mai alla «massa»
  • Consente di scoprire e celebrare il VALORE dell'UOMO visto nella sua individualità (singolarità) e potenzialità
  • Come KALOKAGATIA esprime:
  • L'IDEALE dell'educazione integrale dell'uomo (comprensiva di tutte le dimensioni essenziali della persona)
  • L'UOMO BUONO, colui che ha realizzato il valore dell'uomo in modo eccellente, ossia diventato VIRTUOSO (areté) attraverso la paideia
  • Si diventa eccellenti nell'umanità (virtuosi): mediante AZIONI BELLE, BUONE E CONCRETE, COERENTI con la PROPRIA NATURA e VOCAZIONE di essere PERSONE
  • nell'ARCO DELL'INTERA ESISTENZA (per tutta la vita: «L'anima non conosce i tempi morti», Platone)
  • ATTUANDO COMPIUTAMENTE la propria persona («Diventa ciò che sei»; raggiungi la TUA propria MISURA)5

Paideia e partecipazione

Paideia esige la PARTECIPAZIONE (metexis)

  • Il principio di PARTECIPAZIONE nell'educazione indica fondamentalmente due livelli:
  • PARTECIPAZIONE STRUTTURALE: come dice Platone e Kierkegaard: nell'uomo c'è una specifica CO-PRESENZA delle dimensioni-tendenze-bisogni-esigenze disomogenee, di cui prendere coscienza, che devono essere coinvolte, attuate tutte, nel giusto dosaggio, e senza mortificarne alcuna:
  • Co-presenza del trascendente nel sensibile (= il sensibile nell'uomo è aperto a ciò che è spirituale)
  • Co-presenza dell'eterno nel contingente (= il contingente nell'uomo è aperto all'eterno)
  • Co-presenza dell'infinito nel finito (= il finito nell'uomo è aperto all'infinito)
  • PARTECIPAZIONE MORALE: l'uomo deve lasciarsi coinvolgere attivamente nella propria crescita:
  • Perché la maturazione umana non è un processo spontaneo
  • Perché la maturazione umana non conosce «deleghe»: è un processo interiore che esige l'impegno in prima persona
  • Perché la maturazione umana avviene mediante AGIRE della persona: un agire libero e responsabile
  • La partecipazione è un'esperienza esistenziale, è vita nelle situazioni concrete6

Paideia secondo Platone: il Mito della Caverna

PAIDEIA secondo PLATONE Il testo programmatico: MITO DELLA CAVERNA (Repubblica VII 514a - 518c)

  • https://www.youtube.com/watch?v=KtNPulVo8Ng - lettore
  • Per approfondire:
  • https://www.youtube.com/watch?v=lo7qMEwjUgw - sottotitolato
  • Platone: Il Mito Della Caverna. Quello che vedo è davvero la realtà? - YouTube
  • Che cos'è la realtà?
  • The Profound Meaning of Plato's Allegory of the Cave - YouTube - in inglese7

Testo: Platone, Repubblica VII, 514a-518b

Testo: Platone, Repubblica VII, 514a-518b Il testo parafrasato sotto Nel trattato La Repubblica, Platone immagina un gruppo di uomini incatenati sul fondo di una caverna. Tale condizione impedisce loro di vedere direttamente ciò che avviene all' esterno della prigione. Possono solo intuirlo, interpretando una serie di ombre proiettate sul muro da alcune torce frapposte tra il loro giogo e l'apertura che conduce all'aria aperta. Il brutto è che nemmeno quelle ombre rappresentano compiutamente la vera realtà esistente allo esterno. Ne incarnano una porzione limitata e secondaria. Le figure che i prigionieri vedono proiettate sul muro, sulle quali basano la loro interpretazione della realtà - infatti - ritraggono solo le sagome di alcuni oggetti trasportati sulle spalle da gruppi di individui che transitano nei pressi della caverna. E' ovvio come i prigionieri in questa metafora rappresentino la maggioranza della umanità, alla quale il filosofo attribuisce non solo una sostanziale incapacità di conoscere e comprendere la realtà nella sua essenza più vera, ma anche un 'castrante' status di prigionia intellettuale. L'uomo comune in quanto 'prigioniero' non è dunque in grado di abbracciare la realtà nella sua complessità. Può solo limitarsi ad interpretare alla meno peggio una serie di elementi parziali, giungendo di conseguenza a conclusioni spesso fuorvianti. Nella prosecuzione del racconto uno dei prigionieri riesce a liberarsi dalle catene e risalire in superficie. La luce del sole risulta abbagliante e dolorosa per i suoi occhi assuefatti alla oscurità, al punto che è tentato di richiuderli e ritornare alla sua vecchia condizione. Lentamente però gli occhi si adattano alla nuova gradazione, e dopo molta sofferenza l'uomo può finalmente percepire la realtà nella sua autentica essenza. La verità può quindi rivelarsi così netta e sconvolgente rispetto alle idee accumulate nel corso di una vita di miopia 'sensoriale', da suscitare repulsione in colui il quale ne acquisisca la consapevolezza. . /.8

Il racconto di Platone: liberazione e rifiuto

Il racconto di Platone si conclude quando l'uomo - rammentando i suoi compagni di prigionia ancora incatenati nella caverna - ridiscende con l'intenzione di liberarli. Narra loro della sua esperienza alla luce del sole e di quanto la verità sia differente da ciò che quel limitato punto di vista, sotterraneo ed oscuro, inducesse a pensare. Ebbene, i compagni si rifiutano di credere alle sue parole, ed anzi finiscono per crederlo pazzo e addirittura lo aggrediscono ed uccidono quando tenta di liberarli. Anche qui la metafora è chiara. L'uomo comune farebbe qualsiasi cosa pur di non porre in discussione i capisaldi culturali sui quali ha fondato ogni certezza. Ammettere che la idea di realtà che ha guidato la nostra vita, le nostre scelte, sia parziale, fuorviante o addirittura fasulla, implicherebbe il dover prendere atto di essere fondamentalmente ignoranti e inconsistenti, in quanto costretti in una condizione di invisibile prigionia intellettuale. Il che per la maggior parte di noi è una idea che travalica ogni limite di sopportazione.9

Aspetti emergenti dal testo sulla Paideia

Alcuni aspetti emergenti dal testo

  • 1. Paideia si serve di un LINGUAGGIO EDUCATIVO particolare:
  • travagliato, inattuale, problematico ... . ... ma bello ed efficace
  • 2. Paideia richiede uno STILE di INTERVENTO EDUCATIVO che sollecita:
  • Una CULTURA ALTISSIMA in chi si accinge al mestiere di pedagogo, di educatore
  • Una TESTIMONIANZA di vita convinta, coraggiosa, capace di sacrifici, pronta ad agire nella solitudine e controcorrente
  • Un COINVOLGIMENTO e la TRASFORMAZIONE dell'esistenza che implica un paradosso:
  • educarsi e lasciarsi educare non è spontaneo
  • l'educazione è il bisogno primario della vita umana, ma non è percepito così né da parte dei singoli, ne dalle istituzioni
  • all'educazione bisogna quasi «essere costretti», come afferma Platone
  • 3. La paideia si esprime mediante le FASI10

Le fasi della Paideia

Le FASI della paideia

  • Le FASI della paideia esprimono i GRADI PROGRESSIVI di presa di coscienza:
  • dello stato attuale del proprio essere (l'autocoscienza del proprio Sé)
  • del livello della maturazione personale raggiunta (non solo delle conoscenze acquisite!)
  • del livello raggiunto della formazione/autoformazione (come persone e come professionisti)
  • Le fasi sono ESSENZIALMENTE due:
  • Lo stato iniziale chiamato PRE-EDUCATIVO:
  • si caratterizza per l'ASSENZA della SOSTANZA dell'educazione: alla persona manca l'educazione
  • Lo stato di EDUCAZIONE11

1º fase: lo stato pre-educativo

1º fase: lo stato PRE-EDUCATIVO («uomo prigioniero-incatenato) = uomo non educato) La persona non educata non ha CRITERI per valutare la propria situazione perché non conosce la VERITÀ

  • ALETHEIA= verità che c'è e si svela, perché esiste oggettivamente nella realtà, nelle persone, negli eventi; non la creiamo noi
  • Può valutare la situazione solo chi si trova già nella verità, chi si è lasciato interrogare dalla realtà
  • Solo la verità può definire caverna il soggiorno e la situazione apparente e falsificata in cui l'uomo prigioniero si trova

L'ALETHEIA diventa VERITÀ SU DI NOI, sulla situazione in cui ci si trova

  • È «incatenato», ossia prigioniero delle proprie OPINIONI
  • DOXA: conoscenza solo del mondo sensibile; manca la conoscenza intellettuale del mondo soprasensibile
  • Immerso nelle opinioni che assolutizza, non conosce il contrasto con la verità, non si lascia illuminare dalla verità che si svela nelle cose, nelle persone, negli eventi ...
  • Non sa distinguere ciò che è vero, bello, buono e giusto: non ha criteri per farlo, perché la sua conoscenza rimane soggettiva, non dialogica: non si confronta con la realtà e con gli altri12

Condizione esterna dell'uomo non educato

Condizione ESTERNA dell'uomo non educato L'uomo nasce non educato «FIN DALL'INFANZIA sono stretti da catene alle gambe e al collo» (514a 5) [ ... ] in modo da non poter muovere se stessi e da NON VEDERE che dinanzi a sé, impotenti a girare inforno la testa a causa delle catene» (514b 1-2)

  • Per non rimanere nella A-PAIDE-USIA (= l'assenza della sostanza dell'educazione) deve:
  • essere educato
  • lasciarsi educare per tutta la vita
  • L'a-paideusìa impedisce all'uomo non educato di RENDERSI CONTO:
  • della situazione di non-verità esistenziale in cui si trova
  • del disagio interiore
  • di assolutizzare (o accomodarsi) nelle proprie opinioni (i punti di vista parziali che non intende di modificare)
  • della mancanza di uno SGUARDO SINOTTICO (uno sguardo d'insieme, di sintesi vitale)13

Condizione interiore dell'uomo non educato

Condizione INTERIORE dell'uomo non educato

  • PRECEDENTEMETNE ad una azione educativa, l'uomo non educato:
  • VEDE di se stesso, degli altri e delle cose che lo circondano SOLTANTO PARVENZE, paragonabili a ombre (fenomeni, non essenza)
  • Non conosce la verità, ma solo APPARENZE
  • Il suo modo di interrogare la realtà (dialogare) rispecchia questa ristrettezza e inadeguadezza di visione:
  • DIALOGO rimane fasullo, finto, un monologo
  • Dialogo non è finalizzato a scoprire come stanno le cose (la verità), all'imbattersi nell'essere, a incontrare la realtà (se stesso, persone, cose, assoluto ... )
  • Si esaurisce in una realtà fittizia, lasciandosi commisurare dal finito, contingente:
  • sia nel rapporto con se stesso
  • sia nel suo inserimento sociale (relazioni con gli altri)
  • sia nel suo inserimento cosmico (rapporto con la natura, con l'Assoluto) Es. «io sono i miei pantaloni firmati», la mia macchina, la mia casa. Valgo per il vestito che porto, non per quello che realmente sono Non si rende conto della propria situazione, non ne è consapevole!

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