Documento dall'Università degli Studi di Torino su "Studiare Pedagogia - introduzione ai significati dell'educazione. Giorgio Chiosso". Il Pdf esplora concetti chiave come l'educabilità umana, gli stili educativi e i contesti di apprendimento, presentando teorie di pedagogisti influenti come Freire, Milani, Arendt e Zambrano, utile per Psicologia universitaria.
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Educabilità dell'essere umano: processo che consente all'uomo di transitare dal potenziale al reale. Risorse, attitudini e caratteristiche proprie vengono forgiate e perfezionate per favorire il passaggio verso l'età adulta. La sua realizzazione è possibile sulla base della constatazione che il soggetto in formazione cambia e si trasforma nel tempo e nello spazio.
Stile educativo: modalità stabile di comportamento e di relazione tra educatore e soggetto in formazione che definisce il clima del contesto entro il quale si svolge l'azione educativa.
. indiretto/non direttivo/ della libertà: valorizzazione delle risorse della persona umana e del loro libero esercizio. L'educatore è organizzatore di esperienze
Contesti educativi: situazioni e luoghi in cui si svolge l'educazione:
. non formali: esterni ai sistemi di istruzione e formazione. Si perseguono scopi non intenzionalmente educativi e spesso sono scelti di proposito (volontariato, sport)
Caratteri dell'educazione:
Educazione non è: sviluppo, socializzazione, servizia favore delle persone, cura/cura terapeutica, addestramento.
Indaga le azioni pratiche che si svolgono nei luoghi dell'ed, della formazione, e dell'istruzione.
Lo specifico della pedagogia:
L'ambito sperimentale della pedagogia e della psicologia dell'educazione subì un processo di accelerazione a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
Sotto la spinta del confronto fra le due superpotenze del tempo, Stati Uniti e Unione Sovietica, e sollecitati da nuove esigenze produttive e da una concezione più realistica e meno romantica dell'infanzia uomini di scuola, 1 This document is available free of charge on StuDocu.com Scaricato da Camilla Staiano (camillastaiano81@gmail.com)politici, psicologi e pedagogisti cominciarono a chiedersi se non fosse necessario garantire al bambino anche la possibilità di padroneggiare conoscenze e saperi coerenti con la maggior complessità della cultura scientifica e tecnologica di metà Novecento (educazione nuova). Per venire incontro a questa esigenza si svilupparono due linee di pensiero .
Le due tendenze riprendevano orientamenti che si erano differenziati fin dall'inizio del secolo:
Skinner e Bloom: si impegnarono a pianificare le condizioni esterne dell'apprendimento, soprattutto le pratiche di insegnamento -> le conoscenze progrediscono nella misura in cui il soggetto produce comportamenti desiderati e questi sono rafforzati dall'effetto prodotto.
Su questa base Skinner innesta la teoria dell'istruzione programmata (gli studenti apprendono in modo graduale, lineare e sequenziale iniziando da pensieri semplici verso quelli complessi). L'insegnamento è semplicemente l'organizzazione delle contingenze rafforzative. Il comportamento desiderato è rafforzato a ciascun passo dal feedback (ricompensa o riconoscimento).
Bloom parte dal presupposto che le capacità potenziali del soggetto che apprende non sono statiche ma sono condizionate da tre fattori : 1) Tempo; 2) Assistenza didattica; 3) Controlli che si mettono in atto durante l'insegnamento. La padronanza di ciò che si apprende -> mastery learning dipende dalle forme con cui si attua l'insegnamento
T1: Burrhus Skinner; l'insegnamento e le contingenze di rinforzo; Opera: la scuola del futuro Skinner illustra la struttura interna del processo di insegnamento il meccanismo fondamentale cioè la contingenza di rinforzo da cui dipendono la sua rilevanza ed efficacia formative. Esempio del maestro di origami che ci mostra come procedere fermandosi nel momento in cui sbagliamo e continuando nel momento in cui facciamo come va fatto. Nel modellare il comportamento da imitare il maestro sollecita il nostro comportamento.
Bruner e Ausebel -> Si interessarono soprattutto all'indagine delle strutture mentali attraverso cui l'apprendimento si svolge e si moltiplica. Mentre Skinner non manifesta alcun interesse per quella che Piaget definì scatola nera, Bruner e Ausebel sono invece interessati ai processi che governano quanto entra nella scatola nera e quanto ne esce. Per Bruner la conoscenza più efficace è quella che riproduce il processo di scoperta scientifica mediante l'attivazione di uno sforzo intuitivo con il quale si procede oltre l'informazione fornita in modo diretto. L'intuizione favorisce la padronanza delle strutture mentali in grado di assicurare gli apprendimenti successivi. Mentre Bruner individua diverse modalità conoscitive che possono essere anche autonome fra loro, Ausebel privilegia l'aspetto della conoscenza pragmatica. Nella teoria di Ausebel risulta fondamentale la nozione di struttura cognitiva: l'insieme delle conoscenze che sono possedute dal soggetto in un determinato momento e influenzano il senso dei contenuti appresi. Per imparare bene bisogna saper collegare la nuova informazione con le proposizioni già possedute; senza riorganizzazione mentale si verifica soltanto apprendimento meccanico che trasferendo passivamente l'informazione in memoria da vita ad un sapere superficiale -> immagazzinato senza un criterio significativo.
T2: Jerome Bruner; Come insegnare qualcosa a un bambino; Opera: alcuni elementi del processo di scoperta L'apprendimento del linguaggio è molto vicino all'invenzione e ha poco in comune con ciò che comunemente chiamiamo processo di scoperta. Il problema di come insegnare ad un bambino in modo tale che userà appropriatamente il materiale si suddivide in sei sotto problemi: attitudine, compatibilità, necessità che il bambino sia attivo, pratica nelle capacità strumentali, problema del nodo scorsoio ( i ragazzi non sono in grado di dire a parole quello che fanno e di convertire l'azione meccanica in una notazione compatta che potrebbero tenere in mente) e capacità di trattare convenientemente il flusso di informazioni.
Le tesi di Skinner/Bloom e di Bruner/Ausebel sono accomunate dalla dipendenza dalle discipline psicologiche secondo un modello pedagogico che trova la sua giustificazione nelle leggi dello sviluppo fisico e intellettuale.
Le differenze tra le due posizioni sul piano delle applicazioni didattiche:
. Skinner e Bloom -> si svolge un intervento didattico principalmente interessato a perfezionare le procedure 2 Scaricato da Camilla Staiano (camillastaiano81@gmail.com)dell'insegnamento
Nel primo caso è un modello pedagogico che privilegia la trasmissione del sapere, nel secondo è un modello che sostiene il processo di costruzione della conoscenza.
Pedagogie dell'insegnamento (Skinner/Bloom) -> puntano alla razionalizzazione e ottimizzazione dell'organizzazione scolastica e dell'azione didattica, articolazione di unità didattiche, predisposizione di materiali idonei a suscitare interessi nell'allievo -> miglioramento della prestazione scolastica, riduzione del numero degli insuccessi e contenimento degli sprechi organizzativi. Questa linea di intervento si è legata alle cosiddette "strategie del rinforzo" -> che si sono tradotte nella realtà quotidiana in un incremento delle attività scolastiche, nell'infittimento delle esercitazioni e nell'accumulo di nozioni. Il pensiero dell'uomo è concepito come concatenarsi di passaggi logico-lineari.
Nella categoria delle pedagogie dell'apprendimento rientrano tutti i modelli centrati sui processi di apprendimento del soggetto in formazione (Bruner, Ausebel).
La finalità di queste pedagogie è quella di portare l'allievo alla capacità di apprendere in modo personale.
Ruolo dell'insegnante -> da esperto organizzatore di conoscenze predefinite a guida esperta per stimolare l'attività creatrice. Mutano anche gli strumenti valutativi -> non più di natura quantitativa ma a struttura descrittiva- comprensiva. Non si tratta di misurare i contenuti appresi, quanto di delineare le caratteristiche del cambiamento personale.
Due tipologie di intervento (messe a punto da Bruner):
. Didattica della ricerca -> problem solving. Si propone di far sperimentare all'allievo i passaggi essenziali dell'indagine scientifica.
. Strutturalismo didattico -> strutture disciplinari, strutture cognitive, strutture didattiche. Non conta insegnare e apprendere molte cose, ma capire come i prodotti della cultura sono stati raggiunti. Conoscere comporta attribuire significati socialmente rilevanti.
Il costruttivismo è una teoria del soggetto che si autocostruisce, integrando contemporaneamente i prodotti culturali e i processi mentali. Il costruttivismo non ammette che esista qualcosa nella mente definibile come un'immagine del mondo esterno.
La cognizione -> è un processo di riorganizzazione delle proprie esperienze che non permettono di rappresentare lo stato del mondo. Il centro di controllo risiede all'interno delle persone e gli atteggiamenti vengono costruiti di volta in volta in modo originale.
Questa impostazione è stata arricchita dai costruttivisti sociali -> la conoscenza si svolge sempre entro un contesto che essa influenza e da cui è influenzata. Sono perciò interessati alle relazioni cognitive che intercorrono fra il soggetto e il contesto in cui questo è implicato.
Sulla base di questi presupposti generali scaturiscono alcune linee guida circa la gestione pedagogica e delle attività didattiche:
. Principio del contesto -> l'apprendimento è favorito dall'immersione degli alunni entro contesti di vita reale ancorati a compiti autentici.
. Principio della collaborazione tra chi apprende e l'insegnante -> a quest'ultimo spetta non solo sovraintendere sull'acquisizione degli apprendimenti ma anche predisporre gli ambienti più consoni allo scopo.
T3: Von Glasersfeld; Costruttivismo e insegnamento La conoscenza umana è un processo continuo di riorganizzazione dell'esperienza, indotto da perturbazioni esterne che non pretendono di rappresentare in alcun modo la situazione obiettiva del mondo. Conoscere significa costruire ipotesi interpretative della realtà valide ed efficaci per orientarsi nelle diverse situazioni 5 comportamenti virtuosi degli insegnanti che vogliono opporre il sapere concettualizzato (esito di una costruzione personale) alla routine del sapere abitudinario.