Documento di Università sul Rinascimento Esame (storia del Giardino). Il Pdf esplora il Rinascimento italiano, trattando temi come l'Umanesimo, l'architettura rinascimentale con esempi di Brunelleschi e Michelangelo, e lo sviluppo urbanistico di città come Pienza e Roma, con un focus sui giardini rinascimentali e progetti iconici come il Campidoglio e Palazzo Farnese, per la materia Arte.
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Alla fine del Medioevo, mentre nazioni come la Francia e l'Inghilterra si erano consolidate in monarchie unificate, l'Italia rimaneva un mosaico di città-stato e feudi indipendenti. Questa frammentazione, tuttavia, non ostacolò lo sviluppo economico, anzi. La posizione geografica strategica dell'Italia, ponte tra l'Europa occidentale e l'Impero Bizantino (il principale hub commerciale con l'Oriente), permise al commercio di fiorire. I mercanti italiani esportavano beni di lusso e organizzavano il mercato tessile, accumulando enormi ricchezze.
Questa nuova economia portò a un cambiamento radicale nella società. Le principali città- stato italiane, in particolare Firenze (definita la "culla del Rinascimento"), videro emergere famiglie potenti, la cui influenza non derivava più dalla tradizionale eredità di terre, ma dai nuovi profitti mercantili. I Medici di Firenze ne sono l'esempio più lampante.
Gli stimoli economici innescarono un'esplosione culturale e urbana. Le famiglie di "nuovi ricchi" cercavano di elevare il proprio status e prestigio attraverso il mecenatismo, finanziando artisti, architetti e letterati. Questo portò a una nuova visione del mondo, l'Umanesimo, che celebrava la razionalità, l'individualità e la capacità dell'uomo di agire e comprendere il mondo attraverso l'osservazione empirica.
Gli studiosi e gli artisti umanisti si dedicarono al recupero e allo studio dei testi classici greci e romani, come il De architectura di Vitruvio. L'obiettivo era creare un mondo moderno che potesse rivaleggiare con la grandezza degli antichi. Erano convinti che l'ordine divino potesse essere espresso attraverso le proporzioni matematiche, legate anche alle misure del corpo umano (come illustrato nell'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci). Questo portò a un interesse per le forme geometriche "ideali" come il quadrato e il cerchio nell'architettura, con la chiesa a pianta centrale considerata la forma più perfetta, simbolo di armonia celeste.
La città divenne il banco di prova per queste nuove idee. L'antichità riviveva come passato glorioso a cui gli uomini del Rinascimento volevano ricollegarsi. Il concetto di "Città Ideale" divenne centrale, come dimostrano le pitture rinascimentali e i progetti teorici. Un esempio notevole è Sforzinda del Filarete, una città utopistica a pianta stellata con otto punte, pensata come una figura geometrica "perfetta" inscritta in un cerchio. Sebbene non fosse destinata a una realizzazione pratica (a differenza dei trattati più pragmatici di Alberti), Sforzinda rifletteva il distacco tra l'ideale artistico e la realtà, tipico della vita di corte.
A Firenze, Filippo Brunelleschi è riconosciuto come uno dei primi architetti a concretizzare questa visione rinascimentale. I suoi studi sui monumenti romani e la sua comprensione dei sistemi strutturali classici gli permisero di adattare questi principi a nuove esigenze. Un suo primo e significativo progetto fu lo Spedale degli Innocenti (1419), un orfanotrofio la cui loggia esterna, con archi a tutto sesto e colonne, richiamava l'antico foro romano. Brunelleschi riprese il concetto vitruviano della colonna come elemento portante e ornamentale, sebbene la sua applicazione (archi sostenuti da colonne) fosse una novità giustificata poi da Leon Battista Alberti.
Un altro architetto importante, Michelozzo, lavorò per Cosimo de' Medici al Palazzo Medici. Questo palazzo, pur inserendosi nella tradizione tardo-medievale toscana, introduceva elementi innovativi come la simmetria e l'enfasi sull'asse d'ingresso. La sua facciata, con il trattamento diversificato della muratura (bugnato rustico alla base, liscio in alto), dava l'impressione di una fortezza, riflettendo la necessità delle famiglie ricche di vivere in 1abitazioni semi-fortificate, dato il frequente malcontento e le rivolte della popolazione ("Popolo minuto") che non aveva potere politico.
Il giardino rinascimentale italiano si evolse dal giardino medievale, diventando un elemento chiave della villa e un luogo di piacere estetico, contemplazione e svago. Leon Battista Alberti, nel suo De Re Aedificatoria (circa 1450), teorizzò l'ideale di villa e giardino, che dovevano incarnare il concetto classico di otium (vita serena e contemplativa), funzionale alle esigenze della nuova borghesia mercantile.
Le caratteristiche principali del giardino rinascimentale, rispetto a quello medievale, includono:
La ricerca di una "felice posizione panoramica" e la disposizione geometrica e ordinata delle piante (bossi modellati, alberi allineati) erano elementi distintivi, con l'obiettivo di imporre la razionalità umana sulla natura. Esempi come la Villa Medicea di Poggio a Caiano (priva di fontane e sculture, con un focus sulla regolarità e la natura) o la descrizione del giardino dell'isola di Citera nell'Hypnerotomachia Poliphili ne sono testimonianza.
I grandi palazzi fiorentini vennero poi presi come modello per il resto d'Italia come per esempio Pienza. Quando Enea Silvio Piccolomini venne eletto Papa Pio II, iniziò a ricostruire il suo villaggio natale che poi prese il nome di Pienza in suo onore. Consigliato da Leon Battista Alberti, Pio II ordinò al Rossellino di progettare e costruire una chiesa e un palazzo Piccolomini e altri edifici necessari, che alla fine includevano un municipio cerimoniale e palazzi aggiuntivi per vescovi e cardinali. Il centro della città è stato consapevolmente progettato come un'unica unità basata sulla cattedrale. Il palazzo e la chiesa guardano di spalle la campagna che appare ormai dominata dalla capacità umana di controllare la Natura: una regolarizzazione dello spazio evidente nel disegno del palazzo. Così, dall'epoca romana, la piccola città di Pienza incarna uno dei primi esempi di pianificazione urbana regolare e sembra contenere anche il primo palazzo in cui la vista su un vasto paesaggio diventa una caratteristica importante nel progetto.
Il palazzo Piccolomini, a pianta regolare, è costruito attorno ad un cortile con un lato che si affaccia sulla Val d'Orcia e il Monte Amiata. Risulta importante poiché si assiste ad una perfetta compenetrazione tra architettura e natura. Nella preparazione del terreno furono adottate alcune precauzioni per non far penetrare le acque piovane attraverso le volte della stalle sottostanti. Sul fondo il giardino è chiuso da un muro ricoperto di edera. Il giardino diventa quindi anche un luogo di contemplazione nella perfetta fusione tra uomo e natura tipica dell'età umanistica.
Pienza si trova su una collina che domina la spettacolare Val d'Orcia. Le strutture pubbliche come la Cattedrale, il Palazzo Comunale e la piazza centrale compongono la configurazione architettonica della città. Col tempo, il centro storico di Pienza ha mantenuto la sua autenticità linguistica, negli spazi, negli edifici storici nei materiali da costruzione. Tali caratteristiche hanno permesso al paesaggio agricolo circostante di preservarsi. Difatti, camminando per le strade, si può percepire l'estrema perfezione e le proporzioni 2dell'urbanistica rinascimentale che creano una combinazione sorprendente tra paesaggio e città.
Il Palazzo Ducale di Urbino costruito nel corso degli anni 60 del Quattrocento per il condottiero Federico da Montefeltro. Non si sanno con certezza ancora datazione ed attribuzione ma quest'ultima sembra essere attribuita a Luciano Laurana (architetto). Il palazzo fu poi completato da Francesco di Giorgio Martini che lavorò molto per il Duca di Urbino. Compose un trattato di architettura "Trattato di architettura civile e militare".
Il palazzo fu il progetto più ambizioso promosso dal Duca, situato sopra una montagna con ingresso che si affaccia sulla piazza e sulla cattedrale. Molto importante risulta il panorama, infatti, sul lato più ripido, furono costruite due torri che formano una loggia su ciascuno dei piani che si affaccia sulle montagne. Ospita inoltre anche un giardino pensile, una corte trapezoidale circondata da una cinta muraria le cui finestre si affacciano sul Colle delle Vigne. Per quanto riguarda la superficie del giardino, è divisa in piazze da ampi viali lastricati con grandi pietre squadrate con al centro una fontana in pietra. Gli elementi del cortile, il quale è caratterizzato da volte a crociera sostenute da colonne con un piano nobile al di sopra chiuso, sono simili a quelli del palazzo fiorentino e prendono spunto, ad esempio, dal Palazzo dei Medici ma in questo caso sono stati trattati con raffinatezza molto in anticipo rispetto agli esempi fiorentini.
A Urbino, la fabbrica che inizialmente era stata avviata come una fortezza divenne un monumento all'ottimismo umanistico. Celebra la capacità dell'uomo di osservare, di ragionare, di agire efficacemente nel mondo fisico e di creare una società civile. Il palazzo vive con la città, in sinergia. Lo spazio aperto della piazza, che ora rappresenta luogo di discussione e celebrazione del potere, è parte integrante del paesaggio urbano. Urbino è quindi considerato il più grande esperimento urbanistico dell'età moderna.
Il periodo del Papato di Avignone (1309-1376) vide sette papi risiedere in Francia, portando a un grave deterioramento della situazione politica dello Stato Pontificio e a lotte interne a Roma.
3Il primo a iniziare una significativa trasformazione di Roma fu Niccolò V. Egli avviò l'ampliamento della Basilica di San Pietro e, nel suo testamento spirituale, espresse la sua visione di una Chiesa ricca e potente per consolidare il suo ruolo internazionale. Il suo programma di interventi mirò a rafforzare le mura della città, in particolare le Mura Leonine e Castel Sant'Angelo, oltre a pavimentare alcune strade e ripristinare l'approvvigionamento idrico, che era stato gravemente compromesso dalla distruzione degli acquedotti durante la Guerra Greco-Gotica.
L'immagine del papa rinascimentale si consolidò con l'elezione di Sisto IV nel 1471. Sisto IV, pur provenendo da una famiglia modesta, fu un fervente promotore del nepotismo, arricchendo i suoi nipoti e usandoli come emissari politici. Continuò il programma di rinnovamento architettonico di Niccolò V, con l'obiettivo di rafforzare il prestigio temporale del Papato attraverso grandi interventi edilizi e urbanistici a Roma. Sotto il suo pontificato furono restaurati Castel Sant'Angelo e fu migliorata la riscossione delle tasse. Diede inizio al Tridente, una rete di strade strategiche per la sicurezza e il controllo della città. Sisto IV è ricordato come il "restaurator urbis" per il suo impegno nella sistemazione di strade esistenti, l'apertura di nuove, la realizzazione di Ponte Sisto e Via Sistina, e l'erezione della Cappella Sistina e il riadattamento dell'Ospedale di Santo Spirito.
La vera rivoluzione urbanistica e politica avvenne con papa Giulio II (1503-1513), soprannominato il "Papa Guerriero" o il "Papa Temibile". Nipote di Sisto IV, Giulio II continuò la politica dello zio con straordinaria energia. La sua intenzione era quella di restaurare il potere universale della Chiesa, agendo su due fronti: l'urbanistica e l'immagine del papato.
Giulio II promosse importanti interventi urbanistici, come la Via della Lungara (per collegare San Pietro a Trastevere) e Via Giulia, destinata ad ospitare gli uffici papali. Il suo obiettivo era trasformare Roma in un instrumentum regni, uno strumento per il controllo della città e per garantire la sopravvivenza del Vaticano.
Giulio II si dedicò a migliorare l'immagine del Papa come erede di San Pietro e Costantino. Per questo avviò due grandi "fabbriche": il Cortile del Belvedere e la ricostruzione della Basilica di San Pietro. Commissionò a Donato Bramanteil progetto per il Cortile del Belvedere, un complesso che doveva rivaleggiare con le ville imperiali romane, caratterizzato da scale monumentali e una scenografica organizzazione dello spazio, ispirata al Santuario della Fortuna Primigenia a Praeneste e al Colosseo. Sebbene il progetto originale di Bramante subì modifiche successive (come l'inserimento della biblioteca di Sisto V), esso fu fondamentale per l'idea di un giardino come "teatro politico" rappresentativo del potere papale.
La Basilica di San Pietro preesistente era una chiesa del IV secolo, fatta costruire da Costantino sul luogo di sepoltura di San Pietro, e rappresentava il simbolo del cristianesimo. 4