Appunti sulla terapia familiare: fondamenti e modelli in Psicologia

Documento di Università sulla terapia familiare. Il Pdf, un appunto di Psicologia, esplora i fondamenti e i principali filoni teorici della terapia familiare, inclusi modelli come EFT e ORFT, con un focus sull'approccio sistemico e strutturale.

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1) Cosa si intende per terapia familiare?
La terapia familiare è una forma di psicoterapia che coinvolge l'intero nucleo familiare, basandosi
sull'approccio sistemico-relazionale. Essa considera la famiglia come un sistema in cui i membri
sono interdipendenti, e il comportamento di ognuno influisce sugli altri.
Nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ’50 grazie a contributi provenienti da più ambiti teorici:
Psicoanalisti come Ackerman, Bowen e Whitaker iniziano a coinvolgere i familiari dei
pazienti per comprendere meglio l’origine dei disturbi.
Ricercatori sistemici come Bateson e il gruppo di Palo Alto analizzano la comunicazione
familiare e sviluppano concetti come la causalità circolare e il doppio legame.
Due grandi centri di sviluppo sono:
Palo Alto, con un approccio più tecnico e cibernetico;
New York e Filadelfia, con influenze psicoanalitiche (Ackerman, Minuchin).
Entrambi gli orientamenti concordano sul fatto che i disturbi individuali devono essere compresi e
trattati all'interno del contesto familiare.
2) Quali sono i principali loni teorici della terapia familiare secondo Bertrando e
Toanetti (2000)?
Bertrando e Toffanetti individuano diverse correnti di terapia familiare, classificate secondo il
modello teorico di riferimento:
Terapie sistemiche: nascono a Palo Alto, considerano la famiglia un sistema regolato da
regole e dinamiche comunicative. Tra i principali esponenti vi sono Jay Haley, Virginia
Satir, Mara Selvini Palazzoli.
Terapie strategiche: cercano cambiamenti rapidi e concreti tramite tecniche come
prescrizioni paradossali o compiti (Haley, de Shazer).
Terapie strutturali: sviluppate da Minuchin, pongono attenzione a confini, ruoli, gerarchie
e sottosistemi familiari.
Terapie intergenerazionali: pongono il focus sulle dinamiche familiari che si trasmettono
attraverso le generazioni (Bowen, Framo).
Terapie esperienziali: privilegiano la dimensione emotiva e l’autenticità dell’esperienza
terapeutica (Whitaker).
Approcci speciali: come quelli femministi (es. Satir), che pongono attenzione alla cura e
alle dinamiche di genere.
3) In cosa consistono le terapie sistemiche e qual è il contributo della Scuola di
Milano?
La terapia sistemica si basa sull’idea che i sintomi psicologici siano espressione di dinamiche
familiari e relazionali. I principi fondamentali sono:
Non-sommatività: il sistema è più della somma delle sue parti.
Causalità circolare: ogni comportamento è causa ed effetto degli altri.
La Scuola di Milano, fondata da Mara Selvini Palazzoli, ha sviluppato un metodo innovativo
basato sull’uso dell’ipotesi, della circolarità e della neutralità.
Le sedute si svolgono in équipe, con un osservatore dietro lo specchio unidirezionale, e si articolano
in fasi: pre-seduta, seduta, discussione, prescrizioni, post-seduta.
Negli anni ’80, la scuola si divide in due orientamenti:
Selvini e Prata: introducono la “prescrizione invariabile” e valorizzano la diagnosi nei casi
complessi.
Boscolo e Cecchin: si concentrano sul processo terapeutico e sulla creatività, abbandonando
la diagnosi clinica.
4) Qual è l’approccio delle terapie strutturali di Minuchin?
Minuchin concepisce la famiglia come un sistema regolato da una struttura implicita, fatta di ruoli,
confini e gerarchie. Un buon funzionamento si basa su:
una gerarchia chiara,
regole condivise,
confini adeguati tra i sottosistemi (genitoriale, coniugale, fraterno).
Disfunzioni possono derivare da:
confini troppo rigidi (isolamento),
troppo diffusi (invischiamento),
adattamento carente alle fasi del ciclo di vita.
Il terapeuta, spesso singolo, è attivo e direttivo. Le tecniche includono:
Sistemazione (accettare provvisoriamente la struttura),
Mimesi (imitare stili comunicativi),
Ristrutturazione (modificare le interazioni per favorire il cambiamento).
Il modello è molto usato con bambini e adolescenti, specie in contesti complessi.

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Cosa si intende per terapia familiare?

La terapia familiare è una forma di psicoterapia che coinvolge l'intero nucleo familiare, basandosi sull'approccio sistemico-relazionale. Essa considera la famiglia come un sistema in cui i membri sono interdipendenti, e il comportamento di ognuno influisce sugli altri. Nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni '50 grazie a contributi provenienti da più ambiti teorici:

  • Psicoanalisti come Ackerman, Bowen e Whitaker iniziano a coinvolgere i familiari dei pazienti per comprendere meglio l'origine dei disturbi.
  • Ricercatori sistemici come Bateson e il gruppo di Palo Alto analizzano la comunicazione familiare e sviluppano concetti come la causalità circolare e il doppio legame.

Due grandi centri di sviluppo sono:

  • Palo Alto, con un approccio più tecnico e cibernetico;
  • New York e Filadelfia, con influenze psicoanalitiche (Ackerman, Minuchin).

Entrambi gli orientamenti concordano sul fatto che i disturbi individuali devono essere compresi e trattati all'interno del contesto familiare.

Principali filoni teorici della terapia familiare secondo Bertrando e Toffanetti (2000)

Bertrando e Toffanetti individuano diverse correnti di terapia familiare, classificate secondo il modello teorico di riferimento:

  • Terapie sistemiche: nascono a Palo Alto, considerano la famiglia un sistema regolato da regole e dinamiche comunicative. Tra i principali esponenti vi sono Jay Haley, Virginia Satir, Mara Selvini Palazzoli.
  • Terapie strategiche: cercano cambiamenti rapidi e concreti tramite tecniche come prescrizioni paradossali o compiti (Haley, de Shazer).
  • Terapie strutturali: sviluppate da Minuchin, pongono attenzione a confini, ruoli, gerarchie e sottosistemi familiari.
  • Terapie intergenerazionali: pongono il focus sulle dinamiche familiari che si trasmettono attraverso le generazioni (Bowen, Framo).
  • Terapie esperienziali: privilegiano la dimensione emotiva e l'autenticità dell'esperienza terapeutica (Whitaker).
  • Approcci speciali: come quelli femministi (es. Satir), che pongono attenzione alla cura e alle dinamiche di genere.

Terapie sistemiche e il contributo della Scuola di Milano

La terapia sistemica si basa sull'idea che i sintomi psicologici siano espressione di dinamiche familiari e relazionali. I principi fondamentali sono:

  • Non-sommatività: il sistema è più della somma delle sue parti.
  • Causalità circolare: ogni comportamento è causa ed effetto degli altri.

La Scuola di Milano, fondata da Mara Selvini Palazzoli, ha sviluppato un metodo innovativo basato sull'uso dell'ipotesi, della circolarità e della neutralità. Le sedute si svolgono in équipe, con un osservatore dietro lo specchio unidirezionale, e si articolano in fasi: pre-seduta, seduta, discussione, prescrizioni, post-seduta. Negli anni '80, la scuola si divide in due orientamenti:

  • Selvini e Prata: introducono la "prescrizione invariabile" e valorizzano la diagnosi nei casi complessi.
  • Boscolo e Cecchin: si concentrano sul processo terapeutico e sulla creatività, abbandonando la diagnosi clinica.

Approccio delle terapie strutturali di Minuchin

Minuchin concepisce la famiglia come un sistema regolato da una struttura implicita, fatta di ruoli, confini e gerarchie. Un buon funzionamento si basa su:

  • una gerarchia chiara,
  • regole condivise,
  • confini adeguati tra i sottosistemi (genitoriale, coniugale, fraterno).

Disfunzioni possono derivare da:

  • confini troppo rigidi (isolamento),
  • troppo diffusi (invischiamento),
  • adattamento carente alle fasi del ciclo di vita.

Il terapeuta, spesso singolo, è attivo e direttivo. Le tecniche includono:

  • Sistemazione (accettare provvisoriamente la struttura),
  • Mimesi (imitare stili comunicativi),
  • Ristrutturazione (modificare le interazioni per favorire il cambiamento).

Il modello è molto usato con bambini e adolescenti, specie in contesti complessi.

Terapie esperienziali (Whitaker)

L'approccio simbolico-esperienziale di Carl Whitaker enfatizza l'autenticità e l'esperienza emotiva del terapeuta e dei membri della famiglia. Il terapeuta non è direttivo ma stimola l'emersione del mondo interno e delle emozioni. Obiettivi:

  • Favorire l'integrazione emotiva nel presente,
  • Superare le rigidità familiari,
  • Liberarsi da ruoli imposti (es. "black knight").

Il setting prevede due terapeuti per evitare coalizioni disfunzionali. Le fasi terapeutiche comprendono:

  1. Fase iniziale: ottenimento del consenso e dell'ingaggio.
  2. Fase centrale: emersione e ristrutturazione delle dinamiche.

Si lavora su vissuti simbolici e si dà valore alla relazione terapeutica come spazio trasformativo. In Italia, Andolfi ha sviluppato l'approccio valorizzando il ruolo del bambino come portatore del sintomo familiare

Terapie narrative (White ed Epston)

Le terapie narrative, sviluppate da White ed Epston, si fondano sull'idea che il problema non sia dentro la persona, ma esterno e influenzato dal contesto sociale e culturale. L'obiettivo è aiutare il paziente a riformulare la propria identità e a costruire una nuova narrazione personale. Il terapeuta non è un esperto che dà soluzioni, ma un collaboratore che favorisce l'esplorazione. Tecniche principali:

  • Esternalizzazione: il problema è trattato come entità separata,
  • Domande narrative: aiutano a dare nuovi significati,
  • Lettere terapeutiche (Epston): rinforzano le nuove storie.

Rispetto alla scuola sistemica, il focus non è tanto sulle relazioni quanto sul senso soggettivo e sulla costruzione dell'identità.

Teoria dell'attaccamento

Bowlby ha descritto l'attaccamento come un bisogno innato e universale. Le prime esperienze con le figure di accudimento formano i modelli operativi interni (MOI), che guidano le relazioni affettive nel corso della vita. Tipi principali di attaccamento:

  • Sicuro: figura disponibile -> fiducia e autonomia,
  • Evitante: figura rifiutante -> soppressione dei bisogni,
  • Ambivalente: figura incoerente -> ansia e dipendenza,
  • Disorganizzato: figura spaventata/spaventante -> confusione e comportamento contraddittorio.

Nella terapia familiare, il terapeuta può diventare una nuova base sicura e aiutare a modificare i pattern di attaccamento disfunzionali, spesso trasmessi da una generazione all'altra.

Effetto degli stili di attaccamento nelle relazioni romantiche adulte

Hazan e Shaver hanno identificato tre stili di attaccamento negli adulti:

  • Sicuro: apertura, fiducia e stabilità,
  • Ansioso: bisogno costante di conferme e paura di abbandono,
  • Evitante: difficoltà nell'intimità e autosufficienza emotiva.

Successivamente, il modello è stato ampliato in quattro stili:

  1. Sicuro (bassa ansia/evitamento),
  2. Preoccupato (alta ansia, bassa evitamento),
  3. Distanziante (bassa ansia, alta evitamento),
  4. Spaventato (alta ansia/evitamento).

Lo stile di attaccamento influisce su soddisfazione relazionale, intimità sessuale, gestione dei conflitti e durata della relazione.

I Modelli Operativi Interni (MOI) sono stabili nelle coppie?

Bowlby sostiene che i MOI derivano dalle esperienze infantili, ma possono modificarsi nelle relazioni adulte. Le coppie possono presentare combinazioni funzionali o problematiche. La CRI (Couple Relationship Interview) aiuta a identificare i pattern predominanti. La prospettiva sociale suggerisce che gli stili di attaccamento siano flessibili e possano cambiare attraverso esperienze significative, specialmente nelle relazioni intime.

Come integrare la teoria dell'attaccamento con quella sistemica?

Minuchin e Stewart hanno mostrato che entrambe le teorie vedono il comportamento come prodotto delle relazioni e dei sistemi. L'attaccamento fornisce concetti chiave:

  • Base sicura e rifugio sicuro,
  • Accessibilità e responsività del caregiver,
  • La dipendenza sicura è complementare all'autonomia.

Se un genitore ha subito un trauma non elaborato, può reagire in modo disorganizzato, generando attaccamento disorganizzato nel figlio. L'integrazione tra modelli permette di comprendere meglio questi meccanismi e intervenire.

Emotionally Focused Couple Therapy (EFT)

La EFT è una terapia breve basata sull'attaccamento, ideata da Susan Johnson. Mira a riorganizzare il sistema relazionale della coppia, partendo dai bisogni emotivi e dalle ferite di attaccamento. La terapia si sviluppa in tre fasi:

  1. De-escalation del conflitto,
  2. Accesso e riformulazione delle emozioni,
  3. Costruzione di nuove interazioni sicure.

È efficace per coppie motivate a ricostruire la connessione emotiva, ma meno adatta in casi di abuso o separazione imminente.

Attaccamento nella coppia genitoriale (Byng-Hall)

L'attaccamento tra i partner influenza la qualità della funzione genitoriale. Una coppia che funge da base sicura reciproca sarà più in grado di offrire sicurezza ai figli. Un altro aspetto chiave è la funzione riflessiva congiunta: la capacità della coppia di mentalizzare i vissuti del bambino e di confrontarsi su di essi. Una buona alleanza coniugale favorisce lo sviluppo emotivo del figlio.

ORFT (Object Relations Family Therapy)

Modello psicoanalitico fondato sugli autori delle relazioni oggettuali (Klein, Bion, Winnicott). La famiglia è vista come sistema in cui agiscono dinamiche inconsce. Concetti centrali:

  • Spazio transizionale,
  • Holding (contenimento affettivo),
  • Transfert contestuale e focalizzato,
  • Partnership psicologica tra i membri.

Il terapeuta favorisce l'elaborazione dei vissuti proiettivi, mantenendo equidistanza. Il setting è flessibile e centrato sull'interazione emotiva e simbolica.

Modello Tavistock di terapia di coppia (TCCR)

Clulow e Ruszczynski vedono la coppia come un'organizzazione inconscia in cui entrambi i partner proiettano aspetti del sé. La relazione è caratterizzata da un paradosso: bisogno di intimità e necessità di individuazione. Coppie mature accettano la separazione e tollerano l'ambivalenza. Quelle meno evolute restano nella posizione schizo-paranoide, con forti difese. Obiettivo della terapia:

  • Facilitare il passaggio alla posizione depressiva,
  • Promuovere pensiero riflessivo e contenimento,
  • Ridurre transfert incrociati.

Basi della terapia familiare psicoanalitica

Questa prospettiva considera la famiglia come un campo intersoggettivo dominato da fantasie inconsce condivise. Il sintomo del singolo riflette sofferenze collettive e transgenerazionali. Obiettivi:

  • Riconoscimento reciproco,
  • Rielaborazione delle alleanze inconsce,
  • Riduzione della proiezione sul membro sintomatico,
  • Promozione della mentalizzazione.

Il terapeuta funge da contenitore emotivo, mantenendo equidistanza e lavorando sulle dinamiche inconsce, anche attraverso il genogramma narrativo.

Classificazioni di Stern e Stern sull'intervento madre-bambino

Due classificazioni:

  1. Per modello di intervento (psicoanalitico, psicoeducativo, comportamentale, sistemico), si differenziano per tecniche, obiettivi e focus (rappresentazioni vs comportamenti).
  2. Per ingresso e bersaglio: a volte si entra dal comportamento per lavorare sulle rappresentazioni, altre volte coincidono.

Esempi:

  • Lieberman -> lavora su rappresentazioni,
  • Bennet -> parte da interazioni per riflettere sul significato,
  • Dolto -> esplicita lo stato mentale del bambino alla madre.

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