Economia e politica dello sviluppo, Appunti Università degli Studi Roma Tre

Documento dall'Università degli Studi Roma Tre su Economia e politica dello sviluppo. Il Pdf, utile per lo studio universitario in Economia, esplora la crescita economica, le dinamiche demografiche, l'occupazione e il capitale umano, come evidenziato nell'abstract e nell'outline.

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Economia e politica dello sviluppo:
- 1: How the Other Two-Thirds live:
Due terzi dei Paesi del mondo vivono in condizioni svantaggiate rispetto al mondo
occidentale. Per misurare il benestare economico di una nazione utilizziamo la parità di
poteri d’acquisto (PPP). Quest’ultimo, eccede rispetto al PIL nella maggior parte dei paesi in
via di sviluppo e permette di avere anche una percezione del relativo welfare. La maggior
parte dei paesi meno sviluppati si trova in Africa subsahariana, Asia meridionale e Asia
orientale. Le condizioni di vita di una famiglia media americana o occidentale sono
nettamente diverse rispetto a quella di una famiglia indiana per esempio. Quest’ultima avrà
accesso a meno servizi e, soprattutto, farà affidamento a beni prodotti localmente anziché
acquisiti tramite denaro (es: carne prodotta in famiglia anziché comprata al supermercato).
Tuttavia, è errato considerare tutti i paesi in via di sviluppo come rurali e dove la povertà è
endemica uniformemente tra gli abitanti. Ovviamente, anche nei Paesi meno sviluppati
esiste una classe media che, pur non godendo delle stesse condizioni di vita occidentali, vi si
avvicinano. E’ opportuno comunque ricordare che nei paesi in via di sviluppo, solitamente,
le differenze nella redistribuzione del reddito sono nella maggior parte dei casi
estremamente inuguali, ciò fa si che anche i cittadini più poveri dei paesi più sviluppati
godano di standard di vita più elevati rispetto a quelli presenti in paesi poveri.
La Cina e l’India, pur non potendo ancora essere considerati come dei paesi sviluppati e con
un alto indice di sviluppo umano, sono i principali attori dello sviluppo economico degli
ultimi anni. Entrambe hanno infatti triplicato il loro PIL in una generazione e continuano a
sostenere un tasso di crescita molto elevato. La Cina in particolare sostiene un andamento
costante ed esponenziale di crescita del PIL, anche se comunque quest’ultimo non arriverà a
superare quello degli Stati Uniti nel breve periodo.
- 2: What is economic development?:
Lo sviluppo economico e crescita economica non sono due concetti sovrapponibili.
Crescita economica fa riferimento a una crescita nel reddito o produzione di un Paese ed è
misurato prevalentemente con il PIL, la somma di beni e servizi quantificata
economicamente. Lo sviluppo economico invece, si riferisce alla crescita economica, ma con
il miglioramento della distribuzione delle risorse o cambiamento nella struttura economica.
Quindi, per avere lo sviluppo economico la crescita economica deve essere accompagnata
anche da una migliore distribuzione delle risorse, miglioramento nella qualità di vita dei ceti
più poveri, miglioramento nell’istruzione, nella sanità e nella qualità dei servizi. In parole
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Economia e politica dello sviluppo (Università degli Studi Roma Tre) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Emanuele Bizzarri (emanuele_biz@hotmail.it)Economia e politica dello sviluppo:

How the Other Two-Thirds live

Due terzi dei Paesi del mondo vivono in condizioni svantaggiate rispetto al mondo occidentale. Per misurare il benestare economico di una nazione utilizziamo la parità di poteri d'acquisto (PPP). Quest'ultimo, eccede rispetto al PIL nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo e permette di avere anche una percezione del relativo welfare. La maggior parte dei paesi meno sviluppati si trova in Africa subsahariana, Asia meridionale e Asia orientale. Le condizioni di vita di una famiglia media americana o occidentale sono nettamente diverse rispetto a quella di una famiglia indiana per esempio. Quest'ultima avrà accesso a meno servizi e, soprattutto, farà affidamento a beni prodotti localmente anziché acquisiti tramite denaro (es: carne prodotta in famiglia anziché comprata al supermercato). Tuttavia, è errato considerare tutti i paesi in via di sviluppo come rurali e dove la povertà è endemica uniformemente tra gli abitanti. Ovviamente, anche nei Paesi meno sviluppati esiste una classe media che, pur non godendo delle stesse condizioni di vita occidentali, vi si avvicinano. E' opportuno comunque ricordare che nei paesi in via di sviluppo, solitamente, le differenze nella redistribuzione del reddito sono nella maggior parte dei casi estremamente inuguali, ciò fa si che anche i cittadini più poveri dei paesi più sviluppati godano di standard di vita più elevati rispetto a quelli presenti in paesi poveri.

La Cina e l'India, pur non potendo ancora essere considerati come dei paesi sviluppati e con un alto indice di sviluppo umano, sono i principali attori dello sviluppo economico degli ultimi anni. Entrambe hanno infatti triplicato il loro PIL in una generazione e continuano a sostenere un tasso di crescita molto elevato. La Cina in particolare sostiene un andamento costante ed esponenziale di crescita del PIL, anche se comunque quest'ultimo non arriverà a superare quello degli Stati Uniti nel breve periodo.

What is economic development?

Lo sviluppo economico e crescita economica non sono due concetti sovrapponibili. Crescita economica fa riferimento a una crescita nel reddito o produzione di un Paese ed è misurato prevalentemente con il PIL, la somma di beni e servizi quantificata economicamente. Lo sviluppo economico invece, si riferisce alla crescita economica, ma con il miglioramento della distribuzione delle risorse o cambiamento nella struttura economica. Quindi, per avere lo sviluppo economico la crescita economica deve essere accompagnata anche da una migliore distribuzione delle risorse, miglioramento nella qualità di vita dei ceti più poveri, miglioramento nell'istruzione, nella sanità e nella qualità dei servizi. In parole This document is available on studocu Scaricato da Emanuele Bizzarri (emanuele_biz@hotmail.it)povero, lo sviluppo economico è una crescita economica accompagnata da una crescita del welfare.

Tre variabili sono collegate alla definizione di sviluppo: Povertà, disoccupazione e disuguaglianza. L'aumento di una di queste variabili impedisce di far riferimento alla nostra concezione di sviluppo. In particolare a quest'ultima, possono essere ricondotti gli obiettivi dell'United Nations Millenium Development Goals che promuovono un miglioramento di una serie di parametri per sostenere un vero sviluppo (entro il 2005-2008). Alcuni di questi obiettivi sono dimezzare le persone che vivono in estrema povertà nei Paesi in via di sviluppo. La regione che segnò i miglioramenti più rilevanti fu l'Asia orientale che vide diminuire il tasso di estrema povertà attestato al 55% del 1990 al 17% nel 2005. L'Africa subsahariana al contrario, registra pochissimi cambiamenti positivi in questo obiettivo. Dimezzare il tasso di estrema povertà corrisponde effettivamente anche ridurre il problema della fame nel mondo.

Altri obiettivi del MDG sono garantire l'educazione primaria universale, eliminare le disuguaglianze di genere, ridurre di almeno due terzi la mortalità infantile, contrastare malattie endemiche in alcune zone nel mondo (malattie come malaria, tubercolosi ma anche l'AIDS presente soprattutto in Africa australe), garantire la sostenibilità ambientale e l'accesso all'acqua potabile, migliorare le condizioni di chi vive negli slums, facilitare la cooperazione nel commercio creando condizioni favorevoli, diminuire il debito per i paesi meno sviluppati.

La Commissione Economica per l'Africa (ECA) descrisse il continente come il "il malato dell'economia internazionale". Infatti il continente, a differenza delle altre zone del pianeta, fallì nel promuovere dei miglioramenti che potevano essere ricondotti alla concezione di sviluppo. Non a caso il PIL dell'Africa cadde tra il 1986 e 1996 con conseguente aumento della povertà.

Le ragioni per questo fallimento sono di diversa natura. Il mancato sviluppo economico del continente è dovuto non solo alla scarsa produzione agricola (il continente è poco adatto per via di climi e terreni difficili, malattie ecc .. ) ma anche per ragioni politiche quali l'inefficienza dei governi locali (autoritarismi e cleptocrazie), decadimento politico (patrimonialismi) e instabilità politica (guerre civili e conflitti locali). In particolare, dopo l'indipendenza, molti governi africani dettero la precedenza alla preservazione del loro potere corrotto anziché promuovere gli obiettivi dello sviluppo. Ad esempio la Nigeria, Etiopia, Eritrea, Zambia, Zimbabwe non hanno registrano né una crescita economica né uno sviluppo economico dal 1975. Altri, come la Nigeria o Guinea Equatoriale hanno registrato una crescita economica (per le risorse naturali) ma non uno sviluppo economico, per via dell'inefficiente distribuzione delle risorse (alto coefficiente di Gini).

Considerando il PIL, esistono 4 gruppi di Paesi che possono essere definiti come: paesi a basso reddito ($1500 o meno), reddito medio-basso ($1501-$4000), reddito medio-alto ($4001-$18.000) e reddito alto ($18.001 o più).

A livello globale non si può parlare dell'esistenza di una "classe media": i Paesi considerati sviluppati (con PIL pari o superiore a quello dell'Italia) si attestano al 16% mentre quelli del Scaricato da Emanuele Bizzarri (emanuele_biz@hotmail.it)terzo mondo (con PIL pari o inferiore a quello del Brasile) sono il 78%. Rimarrebbe perciò solo il 6% di paesi con "classe media". Praticamente inesistente.

La concezione di "terzo mondo" odierna indica i paesi a reddito basso e medio-basso. In origine designava tutti quei paesi che, rifiutando di allearsi con gli Stati Uniti e l'occidente (primo mondo) e con l'Unione Sovietica e paesi socialisti (secondo mondo), costituirono un terzo polo non allineato.

Per misurare il welfare di un Paese, il PIL può rivelarsi uno strumento debole e inutile da prendere in considerazione. Perciò occorre ricorrere al PQLI (Physical Quality of Life Index) che prende in considerazione una serie di parametri, con il fine di comprendere meglio il livello di welfare di una nazione. Si prende perciò in considerazione il tasso di mortalità infantile, l'aspettativa di vita (a partire da un anno) e il tasso di alfabetizzazione. La combinazione di queste misure non è nient'altro che l'effetto del livello di nutrizione, salute pubblica, ambiente generale e reddito percepito da ciascuna persona. Ad esempio, una buona alfabetizzazione riflette una buona situazione economica di un Paese, l'aspettativa di vita riflette un buon livello nutrizionale, situazioni igienico-sanitarie soddisfacenti ecc .. Questa misurazione è essenziale in quanto un alto PIL non necessariamente riflette un elevato sviluppo economico (es: è il caso dei paesi petroliferi, Guinea Equatoriale).

Correlato a ciò è l'HDI (Human Development Index) che prende in considerazione la longevità (salutare e nutrizionale, misurata con aspettativa di vita alla nascita), l'istruzione (misurata con tasso di alfabetizzazione e con gli iscritti nelle scuole primarie, secondarie e terziarie) e standard di vita (misurata con PPP). Effettivamente, anche l'HDI riflette le condizioni di welfare di un Paese. E' per questo motivo che il Sudafrica, pur avendo lo stesso PIL di altri paesi più sviluppati come il Cile o il Costa Rica, si posiziona ad un posto nettamente inferiore nell'Indice di sviluppo umano rispetto a questi due. Questo ci permette di capire che il PIL non permette di comunicare una situazione di sviluppo di un paese. L'HDI può differire anche regionalmente: ad esempio la regione del Kerala in India, pur essendo una delle regioni più povere del paese, grazie ad un efficiente programma di sviluppo, registra un Indice di sviluppo umano soddisfacente, che provvede ad un'aspettativa di vita più elevata rispetto alle altre regioni indiane, oltre che ad un tasso di istruzione nettamente superiore e a una mortalità infantile più bassa.

L'approccio delle necessità basilari si incentra su come massimizzare la produzione e minimizzare la povertà. Le necessità basilari comprendono un'adeguata nutrizione, istruzione primaria, sanità, alloggi e acqua potabile. Alcuni indicatori possono dunque essere il cibo (misurato con calorie), istruzione (tasso di alfabetizzazione e iscritti a scuola), salute (aspettativa di vita alla nascita), sanità (mortalità infantile) e alloggiamenti.

Se è vero che la crescita economica ci permette di vivere bene, affrontare la malnutrizione, migliorare la tecnologia e le arti, è altrettanto vero che può avere lati negativi come allontanarsi dalle strutture famigliari, necessità di alta specializzazione ecc ... This document is available on studocu Scaricato da Emanuele Bizzarri (emanuele_biz@hotmail.it)

Economic development in historical perspective

La supremazia economica dell'Occidente iniziò nell'Undicesimo secolo. La superiorità dell'Occidente dal punto di vista tecnologico includeva la navigazione, il sistema bancario, tecnologia militare, la stampa e la rapida diffusione delle università.

La rapida e costante crescita del PIL pro capite iniziò 125-250 anni fa nell'Occidente (Europa occidentale, Australia, Canada ma soprattutto Stati Uniti). Esistono altri Paesi che pur non facendo parte dell'Occidente, sperimentarono livelli di sviluppo analoghi come il Giappone fino alla fine della sua disastrosa sconfitta durante la seconda guerra mondiale.

La ragione per la quale la crescita economica iniziò in Occidente rimanda allo sviluppo del capitalismo che segna una rottura definitiva con il modello feudale.

Prima del Ventesimo secolo solo le economie capitaliste furono in grado di accumulare una grande quantità di capitale e sviluppare tecnologie scientifiche e tecnologiche.

Lo Stato-nazione si rivela di fondamentale importanza per le economie di scala e per l'espansione capitalistica. Così nei paesi che videro il tramonto della monarchia, sperimentarono l'avvento di economie liberali che sostituirono il monarca assoluto con una cerchia di persone che erano interessati a costruire un'economia di mercato.

Il capitalismo tuttavia, portò ad una rapida e costante crescita economica prevalentemente nei paesi occidentali: pochi paesi non occidentali sperimentarono infatti i medesimi ritmi di crescita dei Paesi europei. Essi infatti, mancavano delle istituzioni politiche e burocratiche capaci di condurre ad una rapida modernizzazione economica.

L'alleanza tra classe mercantile e corona prende il nome di mercantilismo. Esso è un fenomeno che fa riferimento ai primi albori del capitalismo. Consiste nella protezione politica alla classe di imprenditori nel commercio internazionale. E' presupposto della progressiva divisione delle regioni esplorate del Nuovo Mondo in aree di influenza politico- commerciale da parte degli Stati egemoni (Spagna, Francia, Portogallo ecc .. ). Può essere intesa come la "fase zero" della globalizzazione in quanto inizia il trasferimento forzato di beni e servizi dal nuovo mondo ed Europa. Oltre al trasferimento di beni avviene anche lo sfruttamento della manodopera delle colonie, ridotte in condizioni di simil-schiavitù.

Si sviluppa il concetto di "scambio triangolare", concetto fondamentale della politica coloniale e della creazione del sottosviluppo. Lo scambio triangolare vede al centro dell'azione le potenze coloniali che vedono nelle colonie un habitat perfetto per avviare lo sviluppo delle loro economie soprattutto grazie alle numerose piantagioni di zucchero, cotone e tabacco nel continente americano. E' l'epoca in cui il feudalesimo cede definitivamente il passo al progressivo sviluppo del capitalismo industriale, che determinerà l'evoluzione dal mercantilismo al libero scambio. Le future precondizioni per la rivoluzione industriale furono proprio quelle che evolvono dal mercantilismo ossia la concentrazione Scaricato da Emanuele Bizzarri (emanuele_biz@hotmail.it)

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